Qual è l'impatto della crisi immobiliare sugli altri settori?

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Scritto da Asaël Häzaq il 05 febbraio, 2024
Le destinazioni più popolari tra gli espatriati, come Stati Uniti e Canada, stanno affrontando delle sfide. Il settore immobiliare continua a essere in crisi, con ripercussioni in vari ambiti dell'industria. Ma nonostante la contrazione, c'è ancora bisogno di forza lavoro. Se stai pensando di trasferirti in uno di questi Paesi, analizziamo lo stato del mercato del lavoro e le soluzioni disponibili per dare nuovo impulso a questi settori.

Professioni immobiliari a rischio

Per gli agenti immobiliari, gli architetti, i broker, i traslocatori e così via, la mole di lavoro si è dimezzata. La crisi immobiliare non ha causato solo un calo nelle vendite di immobili. Il crollo di Evergrande, un tempo la più importante società immobiliare cinese, ha causato un effetto domino che ha coinvolto altri settori. Le imprese edili, e tutte le professioni legate all'edilizia abitativa, sono state danneggiate dalla crisi.

Anche i consulenti e gli agenti immobiliari nel settore commerciale ne hanno subito le conseguenze: affermano di essere stati colpiti dalle decisioni aziendali conseguenti al lockdown e all'aumento del telelavoro. Sebbene molti dipendenti siano tornati in ufficio, altri continuano a lavorare da remoto.

Immobili commerciali e spazi di coworking

Negli Stati Uniti, la caduta di WeWork, ex stella del coworking, è un caso emblematico. Fondata nel 2010, la startup ha avuto un successo folgorante in tutto il mondo. Grazie ai massicci investimenti del gigante giapponese SoftBank, WeWork è stata valutata 47 miliardi di dollari nel 2019. L'azienda ha aperto centinaia di sedi all'estero (Francia, Belgio, Australia, Argentina, Canada, Vietnam, Regno Unito, Colombia, India, Indonesia e così via).

Nello stesso anno, però, uno dei suoi fondatori, Adam Neumann, viene estromesso. Nel novembre del 2023, la WeWork, in difficoltà finanziarie, ha presentato istanza di protezione dal fallimento ai sensi del Capitolo 11, per ottenere una riduzione del debito. L'enorme debito, valutato in 18,6 miliardi di dollari, era ulteriormente aggravato da 100 milioni di dollari di "affitti non pagati e spese di risoluzione dei contratti di locazione".

Nel novembre 2023, WeWork ha presentato istanza di fallimento solo per le sedi americane e canadesi. Gli uffici di Parigi sono rimasti aperti e continuano a operare nonostante il gruppo sia fallito. Alcuni, invece, sono meno ottimisti e temono che il fallimento di WeWork possa esacerbare le sfide nel settore del coworking, già messo a dura prova dai cambiamenti nell'organizzazione del lavoro post-Covid.

Il lavoro a distanza ha svuotato gli uffici

Il tradizionale lavoro in azienda è ancora attuale? I consulenti immobiliari aziendali parlano di aumento del telelavoro. Negli Stati Uniti, circa il 20% degli spazi commerciali è attualmente sfitto, una situazione mai vista negli ultimi 40 anni. Nelle principali città, i prezzi di affitto degli uffici stanno scendendo del 50%, o più, nel tentativo di attirare le aziende. Nonostante le aziende esortino i dipendenti a tornare in ufficio almeno qualche giorno a settimana, la crisi sanitaria ha impattato l'organizzazione del lavoro. Sia i locali che gli espatriati che lavorano da remoto elogiano i vantaggi del sistema come il risparmio di tempo (niente più ore perse negli spostamenti), l'aumento della produttività e la riduzione dei costi.

Altri Paesi stanno vivendo una crisi del mercato immobiliare commerciale. In Francia, nel secondo trimestre del 2023, il settore ha subito una contrazione di circa il 33%. L'aumento dei tassi d'interesse ha raffreddato lo slancio degli investitori, che preferiscono non impegnarsi. Per quest'anno si prevede una ripresa, trainata principalmente dalla stabilizzazione e dalla riduzione dei tassi d'interesse. Dopo dieci anni all'insegna della crescita, anche il mercato immobiliare commerciale tedesco è in difficoltà. Nel 2023, il volume delle transazioni è sceso del 76% (secondo i dati di BNP Paribas Real Estate). La causa è riconducibile al rallentamento dell'economia, alla crisi generale del settore immobiliare e al calo nella domanda di spazi per uffici. Come negli Stati Uniti, il lavoro a distanza ha destabilizzato gli equilibri del lavoro tradizionale in ufficio. Questa tendenza è riscontrabile soprattutto nelle grandi aziende, che operano in larga misura da remoto.

Gli imprenditori, tuttavia, esprimono scetticismo riguardo alla diffusione del lavoro a distanza. Si tratta di una modalità consolidata o la sua popolarità si affievolirà con il tempo? Mentre alcuni dirigenti d'azienda sono decisi a riportare i propri dipendenti in ufficio, altri stanno adottando il telelavoro come strategia per attrarre talenti locali e internazionali.

La carenza di manodopera persiste

Nonostante le sfide poste dalla crisi immobiliare, alcuni settori sono ancora alle prese con una persistente carenza di manodopera, come nel caso dell'edilizia. Da un lato, gli investitori più prudenti ritardano gli acquisti, dall'altro la crisi economica e l'inflazione contribuiscono ad aumentare il costo delle materie prime.

Le imprese edili, invece, devono fare i conti con la carenza di manodopera qualificata, che porta a un rallentamento o a un arresto dei progetti di costruzione di nuove abitazioni, coinvolgendo di riflesso muratori, carpentieri, elettricisti, imbianchini ecc...

Gli effetti negativi non toccano solo i promotori e gli agenti immobiliari, ma si estendono a intere aree geografiche. I quartieri commerciali stanno perdendo attrattiva, le aziende e i residenti sono sempre più restii a stabilirvisi. Sia gli abitanti del luogo, che gli stranieri, devono fare i conti con la mancanza di soluzioni abitative e con la difficoltà a ottenere un prestito. Così come esistono i deserti medici, ora esistono anche i "deserti urbani", che spingono i governi ad attuare rapidamente misure per stimolare la crescita.

Assunzioni nel settore edile: considerare i lavoratori stranieri

Secondo uno studio condotto da Stanley Black & Decker, negli Stati Uniti, nel 2022, mancavano 650.000 manovali specializzati. In Canada erano 80.000, con alcune province, come il New Brunswick e il Quebec, più in crisi di altre.

Secondo il governo del New Brunswick, entro il 2032 mancheranno 10.000 lavoratori qualificati. Per assumere rapidamente, il governo sta prendendo spunto da altre province. La Nuova Scozia, ad esempio, si sta concentrando sugli apprendisti. Nell'ottobre del 2023, il governo ha presentato il suo piano: 100 milioni di dollari canadesi e 5.000 posti aggiuntivi per contrastare la carenza di manodopera. E per attirare forza lavoro, la Nuova Scozia fa leva sugli immigrati. "Abbiamo bisogno di immigrati e di riportare i lavoratori nella provincia", afferma Duncan Williams, presidente dell'Associazione Costruzioni della Nuova Scozia.

Anche il Quebec punta sull'immigrazione. Il governo intende formare 60.000 lavoratori nel settore dell'edilizia e dell'ingegneria civile. Nel suo piano, si rivolge espressamente ai lavoratori francesi. Nel novembre 2023 si è tenuta in Francia la Journées Québec, un programma organizzato dal governo per reclutare lavoratori stranieri. Le prossime Journées Québec si terranno in Marocco a febbraio.