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Telelavoro all'estero, sei coperto in ogni circostanza?

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Scritto daAsaël Häzaqil 01 Settembre 2023

Il lavoro a distanza è in aumento. Da quando è scoppiata la pandemia di Covid, la maggior parte di noi trascorre qualche giorno alla settimana lontano dall'ufficio. In tanti si sono trasferirti all'estero per lavorare da remoto. Le grandi aziende offrono addirittura pacchetti "chiavi in mano" ai loro dipendenti. Ma quali sono i rischi e come puoi assicurarti di essere sempre coperto?

Il lavoro a distanza dall'estero è in aumento in tutto il mondo

WTW, un'importante società di brocheraggio assicurativo e di consulenza per la gestione dei rischi, ha condotto un'indagine sui rischi associati al lavoro a distanza dall'estero. Il primo cambiamento riguarda il numero di espatriati, che nel 2023 è aumentato.

Il 71% delle aziende che ha risposto all'indagine conferma di lavorare con un maggior numero di professionisti da remoto. Quasi la metà degli intervistati (45%) consente o prevede di autorizzare il lavoro da remoto all'estero nel giro di 3 anni. Il lavoro da remoto si svolge principalmente per brevi periodi. Il 40% delle aziende parla di soggiorni inferiori a 30 giorni. Il 33% programma periodi da 1 a 3 mesi. Solo il 27% delle aziende interpellate è favorevole al telelavoro per più di 3 mesi.

Perché, se il telelavoro tradizionale costringe le aziende a riorganizzare il loro modo di lavorare, quando si svolge all'estero necessita di una riorganizzazione più strutturata. A differenza dei liberi professionisti che lavorano all'estero, i dipendenti che telelavorano restano subordinati alla loro azienda. Il legame continua ad esistere, anche all'estero, e richiede una revisione dei diritti e dei doveri sia del datore di lavoro che del dipendente.

I principali rischi del telelavoro all'estero

In seguito al Covid, diversi Paesi hanno adottato il telelavoro. Sono state introdotte misure per inquadrare questa nuova forma di lavoro.

Autorizzazione del datore di lavoro

Prima di pensare a dove trasferirti, assicurati di avere l'autorizzazione del datore di lavoro. Dopo la crisi sanitaria, alcuni lavoratori sono partiti all'insaputa dell'azienda, con il rischio di incorrere in sanzioni per loro stessi e per l'azienda. Verifica che la tua attività sia compatibile con il telelavoro e che sia regolata dalla legge. Prima di fare le valigie, devi informare il datore di lavoro, che è l'unico che può autorizzare o negare il tuo telelavoro all'estero.

Disposizioni in materia di immigrazione

Attenzione al telelavoro illegale. Il fatto di essere sotto contratto non significa che tu possa recarti ovunque, per tutto il tempo che vuoi. Devi sottostare alle regole di immigrazione del Paese ospitante: visto e permesso di soggiorno/lavoro. Se sei un cittadino europeo, puoi circolare liberamente all'interno dell'Unione Europea (UE) e non hai bisogno di un visto d'ingresso. Altre nazioni prevedono visti specifici per i telelavoratori. In caso contrario, dovrai seguire la procedura per ottenere un visto standard. Se non rispetti le regole, la tua permanenza sul territorio non è legale, con gravi conseguenze sia per te che per l'azienda.

Orario di lavoro

Diversi studi dimostrano che il telelavoro è spesso associato a lunghi orari di lavoro, soprattutto se vivi in un posto a una latitudine diversa rispetto all'azienda. Il fuso orario potrebbe costringerti a lavorare più del normale, per questo è importante che trovi un punto d'incontro con il datore di lavoro.

La legge da applicare

Pensi di aver risolto ogni questione con il datore di lavoro. Il contratto è stato rivisto tenendo conto della tua nuova situazione. Assieme all'azienda avete deciso di seguire la normativa sul lavoro del tuo Stato di provenienza (il Paese dove lavoravi prima). In pratica, però, è molto probabile che si debba applicare la legge della nazione di espatrio. Questo può causare dei problemi, perché la legge cinese, americana, brasiliana, sudafricana, marocchina o norvegese può avere posizioni radicalmente diverse su una stessa questione (parità di genere, misure contro il licenziamento, sindacati, diritto di sciopero, ecc.). Prima di decidere di lavorare a distanza, è meglio informarsi sui diritti dei lavoratori nel Paese di trasferimento.

Lavorare a distanza: gli obblighi del datore di lavoro

Anche se il legame fisico è meno forte (non sei più in azienda), quello contrattuale rimane più saldo che mai.

Sicurezza

In base ai termini contrattuali, il datore di lavoro ha l'obbligo di garantire la tua sicurezza. Questo obbligo si estende anche ai lavoratori a distanza. L'azienda è tenuta ad attuare misure di informazione, formazione e prevenzione. Se il datore di lavoro non adempie ai suoi obblighi, sia lui che l'azienda rischiano sanzioni a livello civile e/o penale. Il datore di lavoro è responsabile in quanto persona fisica, l'azienda in quanto persona giuridica. La cosa migliore da fare è informarsi sulla legislazione vigente nel tuo Paese d'origine prima di andare a lavorare all'estero.

Salute

Il datore di lavoro deve continuare a fornirti copertura sanitaria. Un infortunio durante l'orario di telelavoro viene considerato come un infortunio sul lavoro di cui deve rispondere l'azienda. Ma attenzione: le regole cambiano quando si telelavora all'estero. In virtù del principio di territorialità, l'azienda è soggetta al sistema previdenziale del Paese in cui lavora il suo dipendente. Un infortunio o una malattia normalmente coperti dal regime di previdenza sociale dell'azienda potrebbero non essere coperti se la nazione estera non li copre.

Sia tu, che il datore di lavoro, dovete registrarvi all'ente di previdenza sociale del Paese ospitante per dichiarare la retribuzione percepita e versare i contributi previdenziali, in conformità con la legislazione locale. La natura delle prestazioni sociali e il livello di copertura dipendono anche dalla nazione in cui si telelavora. Per saperne di più, è fondamentale verificare se lo Stato dove vuoi trasferirti ha firmato un accordo internazionale bilaterale con quello in cui lavori abitualmente.

Lavorare a distanza: cosa puoi chiedere al tuo datore di lavoro

Lavorare a distanza può costarti di più. Devi pagare l'elettricità, organizzare una postazione di lavoro, ecc. Questi oneri, noti come "spese aziendali", devono essere coperti dal datore di lavoro. Se hai acquistato nuove attrezzature, l'azienda è obbligata a rimborsarti. Le spese aziendali comprendono i dispositivi informatici, la connessione a Internet, il pacchetto telefonico e così via - tutto ciò che è essenziale per il lavoro. L'azienda non può detrarre queste spese dallo stipendio. Se lo fa, deve darti i soldi indietro. Anche in questo caso, però, tutto dipende dalla legge in vigore nel tuo Paese d'origine.

Per concludere

Il telelavoro all'estero può sembrare un sogno, ma la realtà è che devi essere ben preparato prima di fare le valigie. Il telelavoro non influisce solo sul lavoro in sé, ma anche su altri aspetti della vita di un dipendente: la tassazione (potresti dover pagare le tasse e i contributi previdenziali nel luogo in cui telelavori), la dichiarazione di residenza alle autorità locali (il datore di lavoro è obbligato a segnalare la tua presenza sul territorio), l'orario di lavoro e l'organizzazione della giornata (sarai presente alle riunioni? lavorerai su turni?), la ripartizione degli incarichi e così via.

Ovviamente, telelavorare all'estero è possibile, ma solo se l'azienda è d'accordo. Parlarne con il datore di lavoro è fondamentale per il successo del progetto. È inoltre indispensabile informarsi sulla legislazione del Paese ospitante, per assicurarsi che il tuo trasferimento si svolga senza intoppi.

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A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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