Ultime notizie sull'immigrazione: gli sforzi dei vari Paesi per attrarre talenti da tutto il mondo

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Pubblicato 2023-06-07 alle 05:00 da Asaël Häzaq
I Paesi che si trovano ad affrontare una significativa carenza di manodopera stanno apportando modifiche alle loro politiche per attrarre talenti internazionali. Tra queste, l'introduzione di riforme a favore dell'immigrazione, la semplificazione dei requisiti di ingresso e la creazione di nuovi visti. Ecco alcune delle ultime misure adottate da diverse nazioni per richiamare professionisti stranieri.

Nuova Zelanda

Dallo scorso 31 maggio sono entrate in vigore nuove regole per i coniugi dei titolari di alcuni visti, tra cui il visto Accredited Employer Work e il visto Essential Skills. Queste modifiche consentono loro di ottenere un visto a carico se trovano lavoro presso un'azienda neozelandese accreditata, percependo uno stipendio medio. Possono anche cambiare datore di lavoro senza che ciò influisca sullo status del loro visto. I coniugi possono anche accedere al mercato del lavoro neozelandese se il titolare del visto principale guadagna il doppio del salario medio, o svolge una mansione inserita nella lista verde emessa dal governo. Se non sono idonei, i coniugi possono richiedere un visto di lavoro per conto proprio. Quelli che non vogliono lavorare in Nuova Zelanda possono richiedere un visto per visitatori. 

Taiwan

Taiwan sta affrontando una carenza di manodopera e sta semplificando le procedure di assunzione degli stranieri. Il Paese prevede l'ingresso di 28.000 lavoratori dall'estero, da inserire in ambito manifatturiero, edile, agricolo e sanitario. Ad ogni settore verrà assegnato un determinato numero di lavoratori, con priorità alla sanità e all'agricoltura, i settori più in crisi. Le aziende taiwanesi aventi diritto ad assumere stranieri devono soddisfare determinati requisiti. Al momento il governo ne ha selezionate 210. In parallello, il governo vuole favorire anche la forza lavoro locale. Le imprese edili che, negli ultimi 3 anni, hanno impiegato un "numero minimo" di lavoratori taiwanesi potranno assumere dal 30 al 40% di lavoratori stranieri.

Nel settore agricolo, particolarmente colpito dalla penuria di manodopera, il numero di lavoratori stranieri raddoppierà (12.000 invece di 6.000). L'organico delle grandi aziende agricole potrà essere composto per il 35% da immigrati, percentuale che può salire fino al 50% per le piccole imprese agricole. Lo stesso obiettivo sarà perseguito nel settore sanitario, per raggiungere la quota di un operatore socio-sanitario ogni 3 pazienti nelle strutture per anziani non autosufficienti, di un operatore ogni 5 degenti nelle strutture di assistenza a lungo termine, e di uno a uno per l'assistenza a domicilio. 

Giappone

Dall'inizio dell'anno si sono susseguiti annunci su annunci. La proposta di abolire il programma di formazione tecnica, la creazione dei visti J-Find e J-Skip... Martedì 23 maggio, il governo Kishida ha annunciato due importanti misure per attirare professionisti qualificati e creatori di start-up.

Residenza permanente per professionisti qualificati

Il Giappone fa un altro passo avanti per favorire l'ingresso di talenti stranieri. Il partito Liberal Democratico (LDP) ha approvato un nuovo piano di riforme che interessa due visti per lavoratori qualificati introdotti nel 2019. Il primo, che offriva poche tutele, era limitato a 5 anni e non consentiva il ricongiungimento familiare. Il secondo, invece, consentiva di portare con sé la famiglia e di ottenere la residenza permanente. Però era limitato a due settori di attività: l'edilizia e la cantieristica. Con la riforma sono stati aggiunti altri 9 settori, tra cui quello alberghiero, agricolo e ittico. Grazie alla nuova misura, i titolari di questi visti potranno rimanere sul territorio a tempo indeterminato.

Più flessibilità nei visti per le start-up

La rivoluzione delle start-up passerà dal Giappone. Almeno, questo è quanto auspica il governo giapponese, che ha annunciato una serie di misure a sostegno delle start-up: un incremento del numero di visti, regole di richiesta più flessibili, una proposta di revisione del sistema fiscale e un rilascio più rapido dei permessi.

Introdotto nel 2018, il visto per start-up, più flessibile del tradizionale visto per la creazione d'impresa, è destinato ai professionisti stranieri che intendono avviare un'attività in Giappone nell'anno successivo al loro arrivo. Per incentivare l'innovazione, il governo vuole allentare le regole per il rilascio del visto start-up e coinvolgere le aziende private nel processo di selezione dei candidati, fino ad ora gestito solo dalle autorità locali. 

Il Giappone intende anche modificare la durata del soggiorno. Al momento, i titolari di un visto per start-up possono rimanere sul territorio solo per un anno e mezzo. Un tempo insufficiente per far decollare il proprio progetto, considerato che le formalità sono lunghe e complesse. Il governo sta considerando quindi di estendere la durata del soggiorno. Il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria promette una revisione delle regole entro l'estate.

Attirare professionisti stranieri nel settore sanitario

Novità per gli stranieri che operano in ambito sanitario, che beneficiano già di un accesso agevolato a diverse posizioni nel settore medico giapponese. Il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, per dare sollievo al settore infermieristico, cronicamente sotto pressione, ha aperto le porte agli infermieri stranieri che, dal 2019, possono richiedere un visto 1 della durata di 5 anni. Il numero di professionisti stranieri è in forte aumento. Secondo il Ministero della Salute, gli espatriati che lavorano nel settore dell'assistenza sanitaria sono 54.161 (dato ottobre 2022).

Questa tipologia di visto, così come altri programmi di formazione tecnica, sono stati però criticati (condizioni di lavoro precarie, lavori mal retribuiti, molestie, ecc.) e sono attualmente in fase di revisione.

Corea del Sud

La Corea del Sud sta affrontando una grave crisi demografica: secondo le proiezioni, entro il 2070, gli anziani costituiranno la metà della popolazione. Per far fronte a questa situazione, il governo punta sull'immigrazione, seguendo gli esempi di Canada e Germania. Le imprese esortano il governo sudcoreano ad agire, soprattutto in settori come l'edilizia e l'industria, gravemente sotto organico. Chiedono leggi più flessibili per assumere professionisti stranieri e sottolineano che le restrizioni vigenti, secondo cui il numero di lavoratori stranieri non può superare il numero di quelli coreani, rappresentano un problema per le industrie che soffrono di carenza di manodopera.

Slovenia

Anche la Slovenia vuole attrarre lavoratori stranieri da Paesi extraeuropei. Il governo propone un unico permesso di lavoro e di soggiorno per facilitare l'immigrazione. Questa proposta fa parte della revisione della legge sugli stranieri, che ha già alleggerito le condizioni per l'ottenimento del permesso di soggiorno per i cittadini non europei. Il governo riconosce la necessità di sveltire il processo di rilascio, dato che i prolungati tempi di attesa dissuadono molti professionisti a fare domanda. Alcune misure, come l'accelerazione delle procedure e l'invio per posta dei permessi di soggiorno, sono già in vigore. Il governo prevede di introdurre altre misure per facilitare l'assunzione di professionisti non europei, in particolare nei settori della sanità e dei servizi sociali, dove si registra una carenza di manodopera.

Svezia

In Svezia si sta diffondendo la tendenza contraria, per imporre requisiti più severi agli immigrati extraeuropei. Il governo, sostenuto dall'estrema destra, sta proponendo una nuova misura per aumentare il salario minimo richiesto per ottenere un permesso di lavoro. Attualmente, per richiedere un permesso di lavoro è necessario un reddito mensile minimo di 13.000 corone (1.269 dollari). Se la proposta del governo verrà approvata, il salario minimo sarà portato a 26.560 corone (2.456 dollari), più del doppio di quello attuale.

Il Ministro della Migrazione, Maria Malmer Stenergard, sostiene che la manovra mira a combattere le frodi e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri. Il governo ritiene che questa strategia faciliterà l'assunzione degli stranieri già presenti in Svezia. È probabile che settori come quello della ristorazione, delle pulizie e dei servizi alla persona saranno i più colpiti da questa misura, dato che offrono stipendi più bassi rispetto alle nuove soglie proposte.

La Confederazione delle imprese svedesi ha criticato la proposta ritenendo che, se venisse approvata, i settori che non soddisfano i requisiti salariali farebbero fatica ad assumere lavoratori. L'intento del governo è però quello di scoraggiare l'assunzione di lavoratori stranieri poco qualificati, a favore di quelli più qualificati.

Link utili in inglese:

New Zealand work visas

Japan work visas

South Korea visas

Slovenia immigration

Sweden work visa