Intervista di Filippo a Lisbona

Interviste agli espatriati
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Pubblicato 2022-12-02 alle 10:00 da Francesca
Filippo vive a Lisbona con la moglie. Si sono trasferiti in Portogallo nel 2019. "Apprezzo il notevole senso civico dei portoghesi, racconta, le strade sono sempre ben tenute e i giardini eccezionalmente curati e rispettati da chi li frequenta. Inoltre questo Paese è molto informatizzato, per cui è possibile fare tantissime pratiche online".

Raccontaci un po' di te: chi sei, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?

Sono un ex-direttore della filiale italiana di una multinazionale svizzera, in pensione da luglio 2017. Mi sono trasferito in Portogallo a inizio 2019, spostandomi dalla mia residenza nel Comune di Formello, un piccolo paese a ridosso di Roma, poco fuori del GRA (Grande Raccordo Anulare).

Cosa ti ha spinto a trasferirti in Portogallo?

Essenzialmente il vantaggio fiscale derivante dalla detassazione decennale della pensione. 

In che città risiedi ed in base a che criteri l'hai scelta?

Vivo a Lisbona con mia moglie. La scelta di questa città, che già conoscevo per ragioni di lavoro, è stata dettata da tre fattori importanti:
-    Un contesto che offrisse attività culturali e di intrattenimento assieme a opportunità di nuove conoscenze e relazioni sociali
-    Una rete sanitaria che garantisse un adeguato e pronto servizio in caso di necessità
-    La vicinanza di un aeroporto internazionale che permettesse facili spostamenti da/per il Portogallo

Hai avuto difficoltà ad adattarti alla nuova vita e come le hai superate?

Debbo dire che difficoltà di adattamento non ce ne sono state, a parte qualche problema con la lingua, solo apparentemente “amica” dell'italiano. Ho iniziato subito a frequentare corsi di lingua, ma col Covid l'attività online mi ha demotivato (a differenza di mia moglie) e per questo sono in attesa di ritrovare la “spinta interiore” per riprendere. D'altronde parlo e scrivo fluentemente in inglese e francese, per cui riesco quasi sempre a comprendere e farmi comprendere. L'unico problema sono le rare occasioni in cui l'interlocutore portoghese è al telefono e parla solo la sua lingua.

Se proprio debbo segnalare un paio di difficoltà, dovute più che altro a informazioni mancanti da parte di chi avrebbe dovuto aiutarmi a fare bene le cose nei giusti tempi, segnalo (a) la necessità di registrare presso IMT la patente italiana ancora in corso di validità entro 60 giorni dalla residenza, che non sono ancora riuscito a fare per una certa inefficienza burocratica (non sono riuscito a prendere un appuntamento!) e per i miei impegni fuori Portogallo; (b) la re-immatricolazione dell'auto italiana entro 12 mesi dalla residenza, pagando solo piccole spese amministrative di qualche centinaio di Euro. Non avendolo fatto - per ignoranza, l'anno prossimo farò la pratica per la mia vecchia vettura che è ancora in Italia, pagando, però, una cifra complessiva che si aggirerà intorno ai 5000 Euro, secondo la simulazione che ho fatto nell'apposita pagina del portale delle Finanze portoghesi.

Per ultimo vorrei dire che l'impressione che abbiamo avuto, sia io che mia moglie, è di una certa diversità tra portoghesi e italiani per quanto attiene la facilità e disponibilità a stabilire relazioni personali. Forse dipenderà da noi, forse dalla impossibilità di dialogare nella loro lingua, sta di fatto che non mi sembrano così aperti. Magari nel tempo, e con una maggior dimestichezza con la loro lingua, questa impressione cambierà.

Come impegni le tue giornate?

Primariamente prendendo conoscenza della città e dei posti che possono più facilmente raggiungersi con i mezzi pubblici, visto che non ho l'auto. Più che fare i turisti, che non disprezziamo certamente, ci piace immergerci nella vita quotidiana dei portoghesi, per quanto possibile, visto che passeremo qui parecchi anni. Mi piacerebbe frequentare i teatri, ma rischierei di non capire nulla dei testi in lingua portoghese. Per i film è già meglio, specie per quelli stranieri in inglese o francese. In ogni caso conosciamo solo una frazione piccolissima di questo paese, per cui opportunità di impegnare il tempo in modo proficuo, piacevole e intelligente non mancheranno di certo.

Che budget ci vuole al mese per vivere a Lisbona? Puoi darci un'idea indicativa per affitto, bollette, cibo, trasporti?

Quando venni a Lisbona a Novembre 2018 per organizzare il necessario al fine del trasferimento l'anno successivo, una delle incombenze più rilevanti fu il trovare casa e stipulare un contratto di affitto. Tramite una conoscente brasiliana che lavorava come agente immobiliare, ci furono sottoposte tre diverse soluzioni. Due le scartammo perché improponibili, nonostante il fitto elevato. La terza, invece, ci sembrò adatta alle nostre esigenze, sia per la qualità dell'immobile che per l'ubicazione. Fummo fortunati, perché arrivammo nel momento giusto in cui la proprietaria aveva finito di risistemare l'appartamento e messo sul mercato. Se non avessimo deciso immediatamente, tanti pretendenti stranieri erano lì, pronti a sfilarcelo. Ci troviamo bene, in zona centrale ma tranquilla, all'ultimo piano, soleggiato, con vista su una porzione del Tejo.

Vivere a Lisbona è decisamente più economico che a Roma. L'unica voce di spesa importante è l'affitto, che nel nostro caso è di 1200 EUR/mese. In quartieri periferici, meno pregiati di quello in cui siamo noi (freguesia Santo Antonio), gli affitti sono certamente meno cari, ma mai regalati. Il mercato immobiliare è a livello di bolla, visti i prezzi di acquisto al m2 e i canoni di affitto. Non so se potrà durare, però la domanda è forte e in crescita, spinta da stranieri danarosi e ricchi portoghesi.

A parte l'affitto, il carrello della spesa fa risparmiare almeno 30% rispetto allo stesso fatto a Roma. Carne e pesce sono ottimi e molto più economici. Verdure, insalate, ortaggi vari sono buoni, ma con una scelta più limitata rispetto all'Italia. Anche la frutta è buona, ma non a livello di quella italiana, sia in varietà che qualità. Unica eccezione le ciliegie: buonissime e economiche.

Si può mangiare in una tipica osteria/taverna dove vanno abitualmente i portoghesi, la “tasca”, con 12-15 €/persona o più, secondo cosa si sceglie. Menù semplici, nessuna ricetta elaborata o sofisticata, ma cibo buono. Per ristoranti di livello superiore le cifre possono essere comparabili a quelle italiane.

Il costo per le utenze (elettricità, acqua, gas) è un po' più alto di quanto si paga per unità di prodotto in Italia. Tuttavia, molto dipende da dove si risiede in Italia e dal fornitore del servizio. Con i recenti avvenimenti in Ucraina la fotografia della situazione potrebbe essersi modificata. Il carburante mi pare costi un po' più dell'Italia. Per converso si dovrebbe spendere meno per le tasse automobilistiche (bollo) e l'assicurazione.

Per ultimo i trasporti. Dalla mia esperienza funzionano bene. Per chi risiede a Lisbona è disponibile una tessera per viaggiare sia nell'area cittadina (Lisbona città) sia nell'area metropolitana: Lisbona e comuni limitrofi, quali Cascais, Sintra, Setubal, ecc. Per chi ha oltre 65 anni il canone mensile per la tessera metropolitana (bus, Metro, treno, traghetto, tram a cremagliera) costa 20 €/mese, per gli altri 40 €/mese. Se ci si trova fuori dal paese per periodi lunghi non è necessario effettuare la ricarica mensile. Davvero un'ottima soluzione messa a disposizione dei cittadini.

Per dare un'indicazione numerica che possa essere utile a chi legge, nei mesi in cui io e mia moglie siamo tutto il tempo a Lisbona le uscite medie sono: cibo 350-500 €/mese; elettricità + acqua: 60-100 €/mese, fino a 250 €/mese quando occorra usare i radiatori elettrici o l'aria condizionata.

Parli il portoghese? Stai facendo, o programmi, di frequentare dei corsi per approfondire la conoscenza della lingua locale?

A questa domanda ho già risposto all'inizio. Mia moglie fa un corso online tenuto da una professoressa portoghese che collabora con l'istituto Dante Alighieri di Porto. È piuttosto impegnativo. Per il momento esercito solo l'orecchio. Prima o poi dovrò decidermi ad affrontare in modo serio e metodico lo studio della lingua. La mia difficoltà maggiore, che è poi quella che mi ha bloccato e demotivato, è la pronuncia portoghese. Quando leggo un testo lo capisco abbastanza, anche se non per intero. Se un portoghese dovesse, invece, pronunciare le stesse parole, il suono non mi fa formare nella mente la loro scrittura. Per essere più chiaro, non potrei cercare nel vocabolario la parola “sconosciuta”, in quanto non riesco ad associarvi tutte le lettere che la compongono. Penso che alla fine qualcosa di più imparerò, ma resta il fatto che se incrocio per strada due spagnoli che parlano tra loro qualcosa capisco, ben diverso nel caso di due portoghesi. Ciliegina sulla torta il Fado. Mi dicono che i testi sono molto belli e significativi. Io non riesco a capirci mai nulla! Mi godo (si fa per dire) solo la parte musicale.

A distanza di qualche tempo dal trasferimento, sei soddisfatto della scelta presa?

Assolutamente sì. Apprezzo il notevole senso civico dei portoghesi, il loro rispetto delle file, il mettere i mozziconi di sigaretta o la cartaccia nei cestini. Mai visto depositare i rifiuti per strada. Le strade sono sempre ben tenute e i giardini eccezionalmente curati e rispettati da chi li frequenta.

Due note sul traffico. Una positiva: il pedone che attraversa sulle strisce è rispettato in modo quasi ossessivo; auto, moto, biciclette si inchiodano a due metri di distanza se vedono qualcuno in procinto di attraversare. Mi è capitato a volte di far loro segno di muoversi, perché non dovevo passare ma stavo solo aspettando una persona. Quando rientro a Roma debbo fare attenzione a ricordarmi che le regole sono diverse e che prima di attraversare occorre avere quattro occhi e molta rapidità. L'aspetto negativo e un po' fastidioso (detto da un romano pare quasi una battuta) è l'uso smodato del clacson. Ai portoghesi deve piacere particolarmente il suono, perché ne fanno un uso sovrabbondante.

Voglio segnalare, inoltre, l'efficienza degli uffici pubblici e la positiva attitudine degli impiegati a contatto col pubblico. Il Portogallo è molto informatizzato, per cui è possibile fare online tantissime pratiche, così come prenotare attraverso una piattaforma ad hoc gli appuntamenti nei casi in cui è necessaria la presenza fisica.

Come ultima annotazione vorrei menzionare il sistema sanitario nazionale, che soffre di carenza di medici per effetto della concorrenza del sistema privato. Si è voluto, forse dovuto, ridurre i costi per lo Stato riducendo quelli della sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Per chi non ha una assicurazione medica privata italiana suggerisco di stipularne una in Portogallo, adeguata alle proprie esigenze. Ce n'è a iosa tra cui scegliere. A titolo indicativo e non esaustivo ne indico due: Fidelidade e Medis. Fate solo attenzione a stipularla, se possibile, prima del compimento dei 70 anni. Superata questa età non ha più senso, perché le coperture sono meno che minime e del tutto insoddisfacenti per il premio che si paga. Ci si può rivolgere alla sanità pubblica, sapendo che i tempi sono lunghi e che molti non hanno assegnato neanche il medico di famiglia. Alla fine, il tanto bistrattato sistema italiano è di gran lunga superiore, fino a che non lo si perde quando ci si iscrive all'AIRE.

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