
Vivere una gravidanza all'estero sorprende spesso più del previsto. Le cure, le abitudini e gli approcci medici possono confondere le future mamme espatriate: modi di pensare diversi, tradizioni radicate o pratiche sanitarie poco familiari. Alcune di queste usanze affondano le loro radici nella cultura locale, mentre altre aprono dibattiti accesi tra i medici stessi. Ecco cinque Paesi e cinque approcci alla gravidanza decisamente diversi tra loro.
Paesi Bassi: il parto a domicilio, una pratica comune
Le espatriate abituate a un percorso molto medicalizzato saranno sicuramente sorprese dall'approccio olandese. Nei Paesi Bassi, partorire a casa non è un metodo insolito o alternativo (come in molti altri Paesi), ma una scelta consapevole che il governo incoraggia quando le condizioni lo permettono. Partorendo a domicilio, l'epidurale non è prevista (si registra meno del 30% dei casi).
Per le autorità, "assenza di un contesto ultramedicalizzato" non significa "cattiva assistenza". Al contrario: le ostetriche e i professionisti della salute sono noti proprio per l'eccellenza della loro assistenza, sia a domicilio che in ambienti altamente medicalizzati. In caso di problemi, la donna incinta viene immediatamente trasferita all'ospedale più vicino. L'ospedale non è il luogo privilegiato per partorire, ma serve in caso di difficoltà.
Il parto a domicilio sta tuttavia perdendo terreno a favore di quello in ospedale. Le ostetriche parlano di una diffidenza in crescita tra i medici. Tuttavia, partorire a casa è la norma per circa il 13-20% delle donne, secondo l'Organizzazione Reale Olandese delle Ostetriche. Una percentuale molto più alta che in Sud Africa (4%), in Turchia (2%), negli Stati Uniti (1,3%), in Germania (1,3%). In molti Paesi europei, il parto a domicilio rappresenta meno dell'1% delle nascite (Spagna, Italia, Polonia, Grecia…). Percentuale più alta in India, Marocco, Perù o Indonesia che si attesta tra il 14 e il 39% delle nascite.
Hong Kong: la questione dello sport in gravidanza
A Hong Kong, alle donne incinte viene ancora sconsigliata qualsiasi attività sportiva durante la gravidanza. Lo sport viene considerato potenzialmente rischioso sia per il bambino che per la madre. Fino a pochi anni fa questa idea era addirittura sostenuta da alcuni medici. In molti altri Paesi, invece, la visione è completamente diversa: l'attività fisica non solo non viene demonizzata, ma è considerata un vero e proprio “trattamento” non farmacologico che fa bene a entrambi. La pratica sportiva viene incoraggiata, purché avvenga dopo un consulto medico e seguendo le indicazioni dei professionisti.
Molti professionisti di Hong Kong oggi condividono questo approccio. Le espatriate che vivono qui si accorgono rapidamente che gravidanza e attività fisica possono convivere senza problemi. La cosa importante è scegliere con attenzione ciò che si pratica. La futura mamma deve innanzitutto non avere controindicazioni mediche e deve seguire le indicazioni del proprio medico in merito a frequenza, durata e fase della gravidanza.
Come in molti altri Paesi, le attività considerate a rischio vengono sconsigliate: gli sport di contatto (basket, calcio, rugby, arti marziali), tutte le discipline che comportano un rischio significativo di traumi addominali e quelle in cui c'è forse possibilità di cadere, come equitazione e sci. Anche andare in bicicletta o in mountain bike non è incoraggiata, perché il terreno irregolare e le cadute rappresentano un pericolo. È richiesta prudenza anche con gli sport a racchetta e la corsa, sempre per le potenziali cadute.
Le attività dolci e a basso impatto sono invece consigliate: nuoto, acquagym, camminate, ginnastica dolce adattata alla gravidanza ed esercizi di potenziamento muscolare.
Stati Uniti: vitamine in gravidanza
Per le espatriate che non sono abituate a prendere integratori, questa pratica può risultare inusuale. Gli Stati Uniti vengono spesso descritti come “la patria degli integratori alimentari”, ma Italia, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia e Canada non sono da meno. In questi Paesi, i trattamenti a base di integratori sono molto diffusi: alcuni vengono prescritti dai medici, altri rientrano nell'automedicazione, una pratica che richiede prudenza.
Questo spiega l'attenzione particolare riservata alle vitamine prenatali. Si tratta di integratori formulati appositamente per le donne in gravidanza, e non vanno confusi con i classici multivitaminici per adulti.
Negli Stati Uniti le vitamine prenatali sono estremamente popolari. Contengono di solito acido folico (B9), vitamina B3, ferro, acidi grassi omega-3, vitamina C, calcio e altri nutrienti, e sono disponibili praticamente ovunque senza ricetta medica. Serve comunque il parere di un professionista prima di assumerle. Le vitamine prenatali sono pensate per donne con reali carenze nutrizionali. I medici ricordano spesso i potenziali rischi: alcuni integratori possono contenere metalli tossici o sostanze dannose per il feto, e un dosaggio scorretto può portare a ipervitaminosi.
Ecco perché è fondamentale una supervisione medica. Nella maggior parte dei casi, una dieta equilibrata e un livello adeguato di attività fisica sono più che sufficienti per il benessere di mamma e bambino.
Giappone: il controllo del peso
Il modo di pensare sta cambiando lentamente, ma alcune pratiche restano profondamente radicate. Spesso, in Giappone, la gravidanza è associata a un controllo rigoroso del peso, molto più severo rispetto a quello previsto in molti altri Paesi. Alcuni medici giapponesi impongono un aumento massimo di 1 kg al mese, con un limite complessivo di 10 kg per tutta la gravidanza. Questa attenzione alla “donna incinta magra” riflette l'accento culturale, più ampio, posto sulla magrezza. Un aumento di peso considerato eccessivo viene mal visto, anche in gravidanza.
Un medico o un'ostetrica possono persino prescrivere una dieta se ritengono che la futura mamma sia aumentata “troppo”. Molte donne espatriate raccontano appuntamenti vissuti con stress proprio a causa di questo focus costante sul peso. Alcune scelgono di contraddire le indicazioni del medico, un atteggiamento che può mettere a disagio i professionisti giapponesi, poco abituati a una tale assertività.
L'attenzione sul peso non termina con il parto. Anziché favorire subito il contatto pelle a pelle, il neonato viene pesato, pratica che si ripete a ogni poppata, per controllare che il bambino non “aumenti troppo”. I medici che seguono questo monitoraggio rigido utilizzano talvolta argomentazioni discutibili. Il problema è che questa ossessione si è ormai diffusa tra molte donne incinte e neomamme, suscitando reali preoccupazioni tra gli esperti della salute, che segnalano una tendenza a neonati giapponesi sempre più “piccoli”.
Un'altra pratica sempre più criticata dalle donne riguarda la quasi assenza dell'epidurale. Costosa e raramente coperta dall'assicurazione, l'epidurale rimane poco comune in Giappone: nel 2024 è stata utilizzata solo nel 13,8% dei parti (Japan Society of Obstetricians and Gynecologists), contro il 77% negli Stati Uniti. I sostenitori del parto naturale ritengono che il dolore rafforzi il legame tra madre e bambino.
Per incoraggiare l'uso dell'epidurale, e nella speranza di aumentare il tasso di natalità, le autorità di Tokyo hanno introdotto un “sussidio speciale per l'epidurale”.
Filippine: parole gentili per il benessere del bambino
Le parole gentili dovrebbero orientare qualsiasi conversazione, ma nelle Filippine diventano una vera e propria pratica tra le donne in gravidanza. L'idea è semplice: evitare di parlare male degli altri per favorire uno sviluppo sano del bambino. A prima vista può sembrare difficile capire come espressioni negative possano ostacolare la crescita del piccolo, ma emozioni intense come rabbia, risentimento, irritabilità o amarezza incidono davvero sullo stato emotivo della futura mamma, aumentano lo stress e possono, di riflesso, influire anche sul bambino.
Fonti:
- Kealakai' - Pregnancy across cultures
- The Bump - Pregnancy and Birth Traditions Around the World
- Le Pèlerin - Naissance : « Aux Pays-Bas, l'accouchement à la maison est un choix ordinaire », selon Franka Cadée, sage-femme néerlandaise
- World Population Review - Home Birth Rates by Country 2025
- SCMP - Why pregnant Hongkongers should exercise, and which workouts are recommended
- PlayTimes - Exercise During and After Pregnancy: The Do’s and Don’t’s
- American Pregnancy Association - Prenatal Vitamin Limits
- Parents.fr - Être mère au Japon : le témoignage de Hanako, maman d'Aki
- Madame Figaro - Accoucher dans la douleur : cette tradition japonaise qui décourage les mères et fait chuter le taux de natalité



















