La vita di una mamma single in Messico

Interviste agli espatriati
  • expat in Mexico
Pubblicato 2021-11-25 alle 13:22 da Veedushi
Roxana ha la passione dei viaggi fin da bambina. La sua meta dei sogni era Zanzibar ma è approdata in Messico. Originaria di New York, e mamma single, si dedica alla cura della figlia ed è impegnata in iniziative per rendere l'educazione scolastica accessibile alle comunità emarginate.

Puoi presentarti e parlarci un po' di te?

Sono figlia di immigrati e ho sempre avuto una curiosità innata per le altre culture e per i viaggi. Queste mie passioni mi hanno spinta a scrivere e a viaggiare.

Come mai hai lasciato New York?

Nella vita volevo viaggiare e possedere una casa mia, e New York era semplicemente troppo costosa perché questo accadesse.

Fin dall'età di 12 anni ho avuto la fascinazione per Zanzibar. Finita l'università ho deciso di espatriare e sono andata a Londra. Non certo esotica come Zanzibar ma un giusto compromesso dato che il Regno Unito, in passato, ha colonizzato la Sierra Leone e il Gambia, da dove proviene la mia famiglia. Ho richiesto e ottenuto un visto BUNAC e, durante la mia esperienza londinese, ho lavorato per varie organizzazioni. In seguito ho trascorso del tempo in Francia, dove ho dei parenti.

Ho avuto anche incarichi internazionali che mi hanno portato al Senato italiano e al Parlamento in Ghana.

Cosa ti ha portato in Messico?

L'idea iniziale era di trasferirmi in Gambia, dove viveva mio cugino, ma purtroppo è morto all'improvviso e ho dovuto cambiare rotta. Mia figlia ha iniziato a studiare lo spagnolo fin da piccola ma volevo che lo imparasse alla perfezione. Come affermano i linguisti, uno dei modi migliori per diventare fluenti in una nuova lingua è l'immersione totale, quindi ho pensato che fosse necessario vivere in un paese ispanofono. Il Messico è stata la scelta più ovvia per tanti motivi.

Geograficamente, il Messico è vicino agli Stati Uniti. Dal punto di vista economico, i costi sono inferiori e questo permette una migliore qualità di vita. 

Quali sfide hai dovuto affrontare dopo il trasferimento e come le hai superate?

Le sfide riguardano principalmente l'adattamento di mia figlia e la barriera linguistica. Ha subito atti di bullismo a cui il personale scolastico non ha dato il giusto peso e sono stata costretta a ritirarla da scuola.

La lingua inglese è stata un'altra sfida. In base alla mia esperienza di educatrice e genitore, credo che le scuole locali non forniscano agli insegnanti le risorse necessarie ad ottenere le competenze giuste ​per insegnare l'inglese come seconda lingua (ESL). Questo va a discapito degli studenti che non riescono a sviluppare le abilità linguistiche necessarie. 

Parlaci della tua iniziativa dedicata a facilitare l'accesso all'educazione linguistica per le comunità emarginate.

Ho creato "The Bangura Institute", istituto dedicato all'educazione linguistica, dove una rete di insegnanti ESL (English as Second Language) lavora insieme per trovare le metodologie migliori per insegnare l'inglese come lingua straniera. Lo scopo è quello di fornire agli insegnanti gli strumenti necessari per eccellere nel loro percorso di educatori. 

Che impatto ha avuto la pandemia sulla tua vita professionale e sociale?

Il Covid-19 ha avuto un impatto enorme su di me come su molte altre persone. Ho dovuto adattarmi a questa nuova normalità "a distanza". Il mio progetto lavorativo si è concretizzato proprio all'inizio della pandemia e avevo appena iniziato a elaborare strategie, commercializzarle, cercare collaborazioni, sviluppare corsi e reclutare insegnanti. Prima della pandemia, lavoravo in una scuola internazionale che voleva offrirmi un accordo "Motown", cioè volevano che creassi un corso senza darmi nessun riconoscimento. Dato che non volevano concedermi i diritti d'autore ho deciso di lasciare e prendere un'altra strada.

La pandemia ha sicuramente avuto un impatto sulla mia vita sociale. Niente più feste in casa o eventi pubblici, mi sento un po' isolata.

Come si svolge la quotidianità di una mamma espatriata in Messico?

La mia vita è piuttosto routinaria. Adoro fare sport quindi inizio la giornata alle 5 del mattino con una lezione di Crossfit, poi torno a casa e mi occupo delle faccende. Passo molto tempo con mia figlia e creo contenuti per i corsi all'Istituto e per il mio blog.

Cosa ti piace di più del Messico?

La pace che ho trovato qui. Il costo della vita è più basso che negli Stati Uniti quindi non ho problemi finanziari. Riesco a pagare l'affitto, le bollette, il cibo e la scuola per la bambina. Vivendo qui riesco a essere una mamma presente.

Cosa ti manca di più del tuo paese d'origine?

Mi mancano la mia famiglia, i miei amici e qualche piatto tipico americano, niente di più.

C'è qualche consiglio che vorresti dare a chi sta per trasferirsi e in particolare alle mamme single?

La cosa fondamentale è circondarsi di persone che sostengono il nostro progetto. Le persone che vivono già all'estero, o che hanno fatto questa esperienza in passato, dovranno diventare i nostri migliori alleati e consiglieri. Non ascoltate chi rema contro. Il vero fallimento è non provarci quindi, se per qualche motivo doveste rientrare nel paese d'origine, almeno ci avete provato. E questo di per sé è già un successo.

Dove ti vedi nei prossimi cinque anni?

Avrò sicuramente più tempo da dedicare a me stessa e al mio benessere, e continuerò a supportare mia figlia nel suo processo di crescita.

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