Kasia: "Aiuto gli imprenditori espatriati a diventare dei leader"

Interviste agli espatriati
  • expat in British Columbia
Pubblicato 2021-11-04 alle 10:00 da Veedushi
Kasia è nata in Polonia e si è trasferita in Canada con i suoi genitori quando aveva 8 anni. A vent'anni è andata a vivere in Australia dove è rimasta per 15 anni, poi si è spostata in Asia. Oggi è rientrata in Canada dove si occupa di aiutare ​gli imprenditori espatriati a diventare i leader di domani.

Parlaci un po' di te...

Sono Kasia, nata a Cracovia e cresciuta in Canada. Da giovane sono  espatriata in Australia, dove sono rimasta per 15 anni, e in seguito sono approdata in Asia. Lì ho lavorato per un'organizzazione internazionale, guidando un progetto nel campo della trasformazione digitale. Terminata questa esperienza ho avviato il programma Mindquest Leadership Coaching & Consulting, dedicato a manager e dirigenti che vogliono sviluppare e consolidare le loro capacità di leadership.

Vivo con il mio compagno a Victoria, nella Columbia Britannica, ma mi considero una cittadina del mondo. Per molto tempo ho avuto la sensazione di non appartenere a nessun posto ma ora l'ho finalmente trovato grazie alle profonde connessioni che ho creato sia dal punto di vista personale che professionale.

Cosa ti ha portato in Canada?  

Mi sono trasferita dalla Polonia al Canada con i miei genitori all'età di 8 anni. All'epoca viaggiammo su una vecchia nave da crociera. Dopo l'arrivo a Montreal, ricordo che attraversammo tutto il Paese fino a Edmonton, in Alberta. Da adolescente, abbiamo traslocato a Victoria, nella Columbia Britannica.

Perché sei tornata a Victoria?

Sono rientrata due anni fa quando a mia madre è stato diagnosticato un cancro al seno. Volevo starle vicino mentre si sottoponeva alle cure. Nel frattempo è scoppiata la pandemia, non sono ripartita per l'Australia, e ho conosciuto il mio attuale compagno. Vive a 5 minuti a piedi dalla casa dei miei genitori. Ci siamo incontrati per caso nel quartiere e ci siamo innamorati. 

Parlaci delle tue avventure in giro per il mondo

Iniziare a lavorare per conto mio mi ha dato la possibilità di viaggiare e così ho deciso di visitare il Centro e il Sud America. Ho vissuto a Cusco e mi sono divertita moltissimo ad esplorare il Perù. Ho trascorso una settimana meravigliosa facendo escursioni nel Canyon del Colca e nella Cordillera Blanca vicino a Huaraz, guidando un fuoristrada tra le dune di sabbia nel Parco Nazionale di Paracas.

Un'altra grande avventura l'ho vissuta a Seoul, dove ho incontrato un monaco in metropolitana. Voleva praticare il suo inglese quindi si è offerto di farmi visitare Seoul tutto il giorno. Per ringraziarlo gli ho comprato un paio di calzini nuovi: i monaci in Corea del Sud ne ricevono solo un paio all'anno e i suoi erano quasi logori! Mi ha spiegato che è possibile soggiornare in un tempio e penso sia un'esperienza da non perdere.

Cosa ti manca di più del tuo paese d'origine?

Sicuramente il cibo! I pierogi (ravioli ripieni), gli involtini di cavolo e il pane perchè quello canadese non mi piace molto.

Oggi ti occupi di coaching. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?

Durante l'esperienza fatta in Asia come capo progetto ho capito quanto sia importante per un capo possedere delle doti di leadership. Molto spesso queste figure professionali non sanno guidare il loro gruppo di lavoro. Vedo persone di talento che non possono sviluppare in pieno il loro potenziale perchè alle spalle non hanno un capo che li sappia indirizzare. E questo è un peccato. Tanti direttori fanno dei corsi di leadership ma concretamente poi non hanno nessuno che li aiuti a mettere in pratica la teoria. Questo è quello che io mi propongo di fare.

Quanto è importante il coaching per gli espatriati che desiderano lavorare o avviare un'impresa all'estero?

Credo che il coaching aiuti molto. Trasferirsi all'estero è un grande cambiamento quindi è cruciale avere a fianco un professionista come supporto durante la fase di transizione, per aiutare a superare le barriere che si possono creare, ed agevolare il successo professionale.

Parlaci di vantaggi e svantaggi di lavorare da remoto in questo periodo di pandemia

Lavoro da remoto da molto prima di avviare la mia attività. Sono 13 anni che opero con questa modalità e mi trovo davvero bene. Non tornerei mai in ufficio. Alcuni dei professionisti con cui lavoro, in particolare quelli più anziani, hanno patito lo smartworking durante la pandemia. Uno di loro, qualche tempo fa, mi ha confidato di avere avuto difficoltà a comunicare in modo efficace con il suo team, ma alla fine ce l'ha fatta. Per stabilire una connessione con gli altri, indipendentemente da dove si trovino nel mondo, bisogna cambiare modo di pensare. Basta sforzarsi, niente è impossibile. Lo metto in pratica ogni giorno con tutti i miei clienti e questo mi ha permesso di stabilire con loro dei legami forti. Di riflesso loro fanno lo stesso con i loro dipendenti riuscendo a costruire dei solidi gruppi di lavoro.

La pandemia ha avuto un impatto sulla tua vita professionale e sociale?

Sì, certo. La relazione con il mio ex in Australia è naufragata perchè non ci siamo visti per un anno intero. Ho anche perso dei lavori pattuiti in precedenza tra cui dei seminari di formazione per i manager della ​HSBC in Australia.

Cosa ne pensi del modo in cui il Canada, e in particolare la Columbia Britannica, hanno fronteggiato la pandemia? Quali sono le restrizioni ancora in vigore?

Penso che la Columbia Britannica se la sia cavata meglio del resto del Canada. Al momento, non ci sono grandi restrizioni se non l'utilizzo del passaporto vaccinale. Io lo uso quando vado al ristorante. 

Che progetti hai per il futuro?

Per il momento resto in Canada e tra qualche anno, con il mio compagno, forse ci trasferiremo in America Centrale. Amo parlare spagnolo. Il mio compagno viene dalle Isole Azzorre, in Portogallo, ed entrambi vorremmo vivere in un posto più caldo.

Ho intenzione di continuare con la mia attività. Adoro i miei clienti e il mio lavoro. La mia missione è quella di guidare i leader affinchè riescano a sfruttare le qualità dei loro dipendenti traducendole in risultati per l'azienda. Il talento non va sprecato. 

Se dovessi rifare tutto da capo, nei tuoi giri per il mondo cambieresti qualcosa?

Si, comprerei meno cose. Alla fine mi sono resa conto che non me ne servono così tante!

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