Francesco è nato e cresciuto a Padova ed è li che ha studiato conseguendo una laurea magistrale in Chimica Industriale a pieni voti e un dottorato in Scienze Chimiche. Nel 2019 si è trasferito a Coimbra, nel centro del Portogallo, per lavorare come ricercatore presso l'Università della città. "La mia storia" - racconta - "è in linea con quella di altri giovani italiani: è la diaspora dei cervelli che scappano per mancanza di opportunità di lavoro adeguate".
Raccontaci un po' di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Ciao! Sono Francesco, ho 30 anni, padovano, ho sempre vissuto e studiato tra Padova e provincia, ho una laurea magistrale in Chimica Industriale col massimo dei voti, un dottorato in Scienze Chimiche, e sono ricercatore presso l'Università di Coimbra.
Nel 2019 mi sono trasferito in Portogallo.
Da dove nasce la decisione di trasferirti in Portogallo?
La mia è una storia in comune con tanti altri, è la diaspora dei cervelli che scappano per mancanza di opportunità di lavoro adeguate. Ho cercato anche, prima di andarmene, ma dopo aver ricevuto proposte aberranti e talvolta offensive verso il mio lungo percorso di studi ho deciso che fosse meglio guardare altrove.
Ero già stato in Portogallo nel 2017 durante il dottorato ed avevo mantenuto ottimi rapporti personali e lavorativi.
Quando mi hanno offerto di ritornare non ci ho pensato su due volte.
La formazione pre-universitaria e universitaria italiana è eccellente, costruisce menti che pensano in maniera critica e spesso anche brillante. Il problema nasce a valle, con le criticità arcinote che non sto a ripetere, tra cui cronica mancanza di fondi e remunerazione inadeguata. All'estero ne sono ben consapevoli e quando possono ci assumono, e fanno benissimo. Anche i miei genitori, inizialmente restii e che in modo tipicamente veneto dicevano “Dove vuto ‘ndare ti?” hanno capito che era meglio trasferirsi all'estero.
In che città vivi e in base a che criteri l'hai scelta?
Vivo a Coimbra perché lì lavoro, quindi non l'ho veramente scelta, Coimbra ha scelto me.
Coimbra è una piccola città, tipo Vicenza come dimensioni, costruita su una serie di colline e che si affaccia sulla pianura alluvionale del Rio Mondego, il fiume che attraversa Coimbra. È bellissima, c'è tanta arte, tanta storia, è stata capitale del Portogallo e nonché famosa per la sua università.
Di cosa ti occupi?
Mi occupo di polimeri (plastiche), costruiti in maniera controllata.
Ho una formazione in elettrochimica e scienza dei polimeri. Attraverso l'elettricità costruisco polimeri di vario tipo, partendo dall'unità base, il monomero. Finora è stato un processo di nicchia, sviluppato fin dal 2011 tra Padova e USA; mi sono formato dentro a questa nicchia di ricerca.
Negli anni ho capito che i tempi erano maturi per il passo successivo, portare il processo a scala pilota o industriale.
Molti prima di trasferirmi mi avevano riso dietro quando avevo proposto questo tipo di progetto e anche qui avevo avuto pareri contrastanti inizialmente. Siccome sono duro di testa, senza dare retta a nessuno ho partecipato a un concorso molto competitivo della FCT l'anno scorso e sono stato uno dei pochi dell'Università di Coimbra che ha vinto, nonché l'unico del dipartimento dove lavoro.
Ho ricevuto alcune centinaia di migliaia di euro di finanziamento per sviluppare i primi reattori pilota, nonché estendere la mia permanenza in Portogallo.
Ogni tanto ripenso alla sequenza degli eventi e mi chiedo se sia veramente reale il fatto di aver vinto; c'è stata molta fortuna di mezzo… E sicuramente troppa burocrazia, un incubo vero!
Che prassi hai seguito per il riconoscimento dei tuoi titoli accademici in Portogallo?
Il riconoscimento dei titoli è automatico.
Dopo aver ottenuto il documento italiano attestante il titolo, l'ho fatto autenticare gratuitamente in Prefettura ed infine l'ho trasmesso assieme a un formulario alla DGES (Direçao Geral do Ensino Superior), pagando una piccola tassa di riconoscimento. In una settimana mi hanno inviato l'equivalente dottorato in Chimica portoghese. Tutto si è svolto online senza il minimo problema.
Che effetti ha avuto la pandemia sulla tua attività professionale?
Per chi fa ricerca e deve stare per forza in laboratorio è stato complicato.
Per lavorare devo stare davanti una cappa aspirante altrimenti non è possibile fare nulla. Il primo impatto è stato dettato dalla paura di una cosa sconosciuta quindi ha prevalso il principio di prudenza. Sembrava di stare dentro a un film, ricordo chiaramente, non ci volevo credere.
Quando l'università ha chiuso a marzo 2020 praticamente ho fermato tutto fino a maggio. In quei due mesi ho fatto poco, ho riorganizzato dei dati e scritto alcuni lavori. Nonostante ciò, il laboratorio è un posto molto sicuro, abbiamo una fortissima aspirazione e l'aria è rinnovata ogni 2-3 minuti completamente, con un rischio contagio insignificante.
Abbiamo ripreso su turni, a rotazione giornaliera o settimanale, finché la situazione non si è normalizzata. A febbraio 2021, con la seconda ondata, la situazione è stata simile, anche se per meno di un mese, e nuovamente ho fermato tutto. Avremmo potuto lavorare ma i capi hanno deciso diversamente.
Il 2020 è stato poco produttivo, adesso sto recuperando, ho vari lavori da chiudere e nuovi da iniziare.
A livello professionale, quali sono i vantaggi e le opportunità che ti offre il Portogallo rispetto all'Italia?
Tutto il mondo è paese e le criticità esistono anche in Portogallo, forse è anche peggio. Però finora ho ottenuto quello che volevo, uno stipendio adeguato, la possibilità di realizzare le mie idee e pensarne di nuove. Sono salito di livello professionale e ho ottenuto fondi di ricerca, del tutto inconcepibile a 29 anni in Italia. Ci sono concorsi ogni anno e nonostante sia complicatissimo vincere spero di continuare a farlo.
Avere sempre concorsi è una grandissima opportunità ma bisogna partecipare e, soprattutto, avere idee valide. Vedremo dove questo percorso mi porterà, sicuramente non tornerei mai indietro. Mai.
Che budget ci vuole al mese per vivere a Coimbra? Ci puoi dare un'idea indicativa per affitto, bollette, cibo, trasporti?
Dipende molto dallo stile di vita che ciascuno ha e dalle comodità che si cercano.
Non ho la macchina e non la voglio, credo sia un buco nero che inghiotte soldi e tempo, anche in burocrazia. Quasi sempre vado al lavoro in mountain-bike, Coimbra è su colline per cui in bicicletta si fa un ottimo allenamento, altrimenti trasporto pubblico. Quando piove c'è la rete dei bus e mi bastano 20 euro al mese, ci sono anche i taxi e le compagnie tipo Uber e Bolt per le urgenze o dove non il bus non ferma.
Abito in una casa che ha praticamente tutto incluso come spese, e l'affitto è onesto.
La pandemia ha ridotto le occasioni di spesa per cui ho risparmiato anche di più della precedente media, nell'ultimo anno e mezzo. Comunque, di quello che voglio, non mi faccio mancare niente e, in tutto, spendo in media meno di 800 euro al mese.
Coimbra non è una città cara secondo me, sicuramente è meno cara di Lisbona, Porto e forse anche di Padova.
Come ti piace trascorrere il tempo libero?
Prima della pandemia in giro dappertutto, bar, ristoranti, discoteche, feste, mare e in sella alla mia mountain-bike. Facevo mountain-bike già da anni per cui è stato uno dei primi acquisti, di ottima qualità da un meccanico locale. Non ci sono tante ciclovie come in Veneto ma alcune valgono veramente la pena, ci sono panorami scenografici specialmente nella zona di Cabo Mondego, a Figueira da Foz.
Con la pandemia purtroppo niente bar, niente discoteche, feste quasi nessuna e quindi mi sono concentrato sulla mountain-bike, sole e sport fanno miracoli per il fisico. Adesso vediamo nei prossimi mesi.
Parlando del Portogallo, ci saranno degli aspetti della vita in questo paese (positivi e negativi) che hai scoperto solo vivendoci. Quali sono?
Ci sono molti aspetti positivi. Il Portogallo mi ha dato tanto e spero continui a farlo.
Il clima, la qualità dell'aria (rispetto a Padova un altro mondo), i vari tipi di paesaggio, la qualità del cibo e dei prodotti (comprati dal contadino!), l'ottimo rapporto qualità-prezzo in alcune occasioni. Sono rimasto impressionato in alcuni ristoranti dalla quantità, qualità e prezzo di alcuni piatti, non credevo che potessi mangiare e bere così tanto per così poco. Anche i miei genitori quando mi vengono a trovare rimangono sempre esterrefatti. Si mangia bene e se c'è nostalgia di casa, ci sono dei ristoranti dove vale la pena andare.
L'offerta culturale a Coimbra è ricca e variegata, adesso vedremo come riparte.
Le persone sono semplici, cordiali, a volte stanno un po' sulle loro e sono meno espansive rispetto a spagnoli o brasiliani, ma ho un buon rapporto con tutti. Però siamo a casa loro e siamo ospiti, per cui sempre massimo rispetto per le loro tradizioni e la loro cultura. Ci vuole un tempo tecnico per adattarsi, senza forzare. Sicuramente è bene imparare il portoghese non appena si arriva, ma essendo una lingua neolatina non è difficile. Ci vuole tempo e pazienza, leggere e ascoltare come le persone parlano (accenti, cadenze, costruzione del periodo…). Imparare il portoghese evita molti problemi e ti permette di allenare la mente con un'altra lingua. E fa anche bella figura sul curriculum!
Ci sono anche elementi negativi che si capiscono solo col tempo. La burocrazia è un leviatano e la sua reputazione la precede. È allucinante, inutilmente macchinosa, ridondante e spesso inutile.
I colleghi mi hanno aiutato molto perché da solo non ce l'avrei mai fatta. Le informazioni vengono fornite col contagocce e spesso la scadenza è nei giorni subito seguenti. Ne sono consci anche loro, però se la mettono via senza cercare di far qualcosa. Credo abbiano un “ufficio complicazioni affari semplici”, se una cosa non è sufficientemente complicata bisogna complicarla.
Non mi piace per nulla la televisione, la radio o la carta stampata, è di pessima qualità, anzi inguardabile, tolte pochissime cose. Cerco di non guardare la televisione o di farlo in modo asettico. Ci sono alcuni programmi aberranti, non capisco come riescano a guardarli. È raro trovare un programma culturalmente valido che stimoli il pensiero critico, mi è successo solo su RTP 3.
Evito anche la radio, non di rado quando i miei colleghi la mettono in laboratorio mi isolo con le cuffiette. Mi sono documentato perché pensavo di essere troppo esigente o di essere io l'anomalia, ma leggendo le discussioni nelle comunità su Reddit, molti portoghesi sono altrettanto critici, quindi almeno non sono l'unico. Meglio leggere un libro, fare sport o altro. In ogni caso sono gusti personali.
Di certo, gli aspetti positivi bilanciano alla grande gli aspetti negativi e sono felice di stare in Portogallo.