Dall'India al Belgio passando per l'Italia: il mio espatrio

Interviste agli espatriati
  • expat family in Belgium
Pubblicato 2021-07-06 alle 10:00 da Veedushi
Athul è originario del Kerala, in India. Dopo aver lavorato per qualche tempo a Bangalore, vola in Italia per un progetto imprenditoriale. Anni dopo, una nuova opportunità lo porta in Belgio, dove attualmente vive con la moglie e la figlia. Ci parla del suo percorso. 

 

Raccontaci un po' di te

Vengo dalla parte meridionale dell'India, sono nato nello Stato del Kerala. Sono cresciuto in un piccolo villaggio tra le risaie. Ora vivo in Belgio con mia moglie e mia figlia di 2 anni. Sono un ingegnere e lavoro nel settore delle telecomunicazioni. 

Cosa ti ha spinto a lasciare l'India?

Dopo aver lavorato a Bangalore, grazie alla mia professione ho avuto l'opportunità di andare in Italia. Inizialmente si trattava di un progetto di tre mesi ma alla fine ci sono rimasto parecchi anni. Abitavo vicino a Milano. Ricordo con piacere la mitezza del clima e ovviamente la pizza!

Dove risiedi attualmente e da quando?

Vivo ad Anversa dal 2015. La mia vita è cambiata dopo che sono arrivato in Belgio. In pochi mesi ho conosciuto la mia dolce metà. Ci siamo sposati nel 2016 e ora abbiamo una stupenda bimba di 2 anni.

Hai avuto difficoltà ad adattarti alla vita in Belgio?

Dire di no. Ho avuto la fortuna di incontrare dei padroni di casa meravigliosi, Sonia e Peter. Mi hanno affittato il loro mini appartamento. Ricordo ancora quando sono venuti a prendermi in aeroporto, il giorno dell'arrivo. Mi sono sentito subito in famiglia al contrario invece dell'Italia dove ho incontrato qualche difficoltà a socializzare legata al fatto che non parlavo la lingua. In Belgio tutti parlano inglese e non ho avuto problemi a sbrigare tutte le formalità. 

Cosa ne pensi della qualità di vita in Belgio, e ad Anversa in particolare?

Per come la penso, siamo gli artefici della nostra qualità di vita. Io ho fatto la scelta di vivere fuori dal centro città e ne sono molto felice. Qui in Belgio tutto costa caro e si pagano tante tasse. Certo lo stipendio è buono ma è sudato. Anversa è una città bellissima, vibrante e affascinante.

Come ti senti ora che le restrizioni sono state tolte?

Sono davvero sollevato. Durante la pandemia sono andato in ufficio quasi tutti i giorni, per accedere alle apparecchiature di laboratorio. Non c'era quasi nessuno ma ora i miei colleghi stanno rientrando. La vita sta tornando lentamente alla normalità. Ammetto di aver sempre dato la libertà per scontata e, nel momento in cui è mancata, mi sono reso conto del suo valore. Da questa pandemia porto a casa diverse lezioni. 

Vorrei spendere due parole circa la campagna vaccinale in atto per dire che quando sono andato a fare la prima dose tutto era ben organizzato, non c'è stato nessun ritardo e il personale è stato professionale. Per me è stata un'esperienza positiva.

Che impatto ha avuto la pandemia sul tuo lavoro?

Il settore delle telecomunicazioni, che è quello in cui opero, non ha risentito della crisi, anzi. Dato che molti colleghi non erano presenti, ho dovuto farmi carico di tante responsabilità nei mesi scorsi. Invece che 2.200 impiegati in tempi normali, eravamo solo 50. Diciamo che l'ufficio è diventato la mia seconda casa. 

Come funziona attualmente il mercato del lavoro belga? 

Si sta riprendendo ma con specificiatà diverse rispetto al passato perchè ora tante offerte danno l'opportunità di lavorare da remoto. La pandemia ha dato largo spazio allo smart working. Il lavoro a distanza ha i suoi pro e i suoi contro. E' troppo presto per dire se questa tendenza sarà di beneficio per il mercato del lavoro locale.

Cosa consigli a chi volesse trasferirsi in Belgio durante o dopo la pandemia?

Il Belgio offre un ottimo equilibrio tra lavoro e vita privata. La maggior parte delle aziende sono abituate ad assumere stranieri e hanno familiarità con le procedure da seguire per l'assunzione. Rimanente in contatto continuo con il futuro datore di lavoro e assicuratevi di fornire in tempo utile tutti i documenti necessari per l'ottenimento del visto o del permesso di residenza. Se dovete fare la quarantena in arrivo, chiedete all'azienda di prenotare un hotel per l'intero periodo e possibilmente di fornirvi un alloggio temporaneo dove vivere mentre cercate casa.

Cosa ti manca di più del tuo paese d'origine?

Sicuramente i miei genitori e tutti i parenti. A causa delle restrizioni sui viaggi non sono andato a trovarli come d'abitudine, e quando hanno avuto bisogno di me, ero lontano. 

C'è qualcosa che avresti fatto diversamente riguardo al tuo trasferimento?

Forse avrei dovuto negoziare meglio con il datore di lavoro gli estremi del pacchetto per il trasferimento dall'Italia al Belgio. Al tempo non chiesi di fornirmi un alloggio o altro tipo di supporto logistico. Alla fine mi sono dovuto arrangiare ma ce l'ho comunque fatta. 

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