Sabrina e Paola, mamma e figlia alla scoperta dell'America

Vita quotidiana
  • Sabrina e Paola a West Bridgewater
Pubblicato 2020-11-02 alle 12:13 da Francesca
Sabrina e Paola hanno lasciato Roma un anno e mezzo fa per andare a vivere in Massachusetts. Si sono trasferite perchè l'attuale marito di Sabrina, italiano ma naturalizzato americano, lavora lì da tempo. Il loro cambio di vita è stato importante, hanno imparato ad adeguarsi a nuovi usi e costumi e Paola ha iniziato a frequentare una Middle School in perfetto stile americano, come quella che vediamo nei film!

Raccontateci un po' di voi, da dove venite e quanto tempo fa avete lasciato l'Italia?

Mi chiamo Sabrina, ho 43 anni, e insieme a mia figlia Paola di 13, siamo partite da Roma un anno e mezzo fa.

Dove vivete attualmente e quali sono i motivi del vostro trasferimento?

Abbiamo preso questa decisione per raggiungere il mio attuale marito, che è italiano anche lui, ma cittadino americano naturalizzato e che vive e lavora in Massachusetts, vicino Boston, già da diversi anni.

Avete avuto difficoltà ad adattarvi alla nuova vita americana e come le avete superate?

Le difficoltà più grandi sono spesso dovute ad un fattore psicologico perché ci si rende conto che a differenza delle volte precedenti, non si è venuti qui per trascorrere qualche settimana di vacanza, ma si è venuti qui con l'intento di rimanerci per sempre e quindi, soprattutto in un momento storico particolare come quello che stiamo vivendo, a volte pesa come un macigno la lontananza dalle persone care lasciate in Italia, non avendo immaginato che non avremo più potuto riabbracciarle per tutto questo tempo e non sapendo quando questo potrà nuovamente accadere.

Non essendo potute rientrare in Italia per l'estate, abbiamo deciso, un po' per passare il tempo e un po' per divertimento, di aprire una pagina Facebook per raccontare attraverso video divertenti, com'è la nostra vita qui.

Con il tempo, mi sono resa conto che questa nostra iniziativa aveva iniziato ad avere un effetto terapeutico su di me che ho cominciato a vedere la nostra esperienza americana e tutto ciò che ci circonda con nuovi occhi attraverso l'entusiasmo trasmesso dai nostri followers.

Questo mi ha aiutato a comprendere meglio quanto siamo state fortunate, nonostante a volte abbia pensato che in fondo l'America ce l'avevamo già in Italia.

Che tipo di visto avete e che procedura avete seguito per ottenerlo?

In verità, il nostro trasferimento non è avvenuto esattamente come avevamo programmato, ossia avviando le pratiche dall'Italia con la richiesta del visto K1 (fiancée Visa). Purtroppo ho affrontato un procedimento di divorzio molto complesso dal mio primo marito, che ha avuto una durata esatta di sei anni. Quando la scorsa estate, io e mia figlia siamo venute qui a fine luglio per trascorrere qualche settimana e ripartire ad inizio settembre, avevo finalmente divorziato da circa dieci giorni e sapevo che la sentenza non sarebbe stata pubblicata prima di metà settembre. E invece, con nostra grande sorpresa, il giorno successivo al nostro arrivo, ho ricevuto una telefonata dal mio avvocato che mi comunicava l'avvenuta pubblicazione della sentenza. A quel punto, io e mio marito ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di trovare il modo per non lasciarci nuovamente e per non dover aspettare chissà quanto ancora per poter finalmente coronare il nostro sogno di una vita insieme. Abbiamo consultato un avvocato del posto, il quale ci ha suggerito che la via più breve sarebbe stata quella di sposarci qui, nonostante io e mia figlia fossimo venute come turiste con l'Esta.

Boston Public Garden, by Sabrina

Che trafila avete seguito per l'iscrizione a scuola di Paola? Che classe frequenta e come si trova?

La mia maggiore preoccupazione era effettivamente l'adattamento di Paola in un nuovo paese dove l'ostacolo più grande per crearsi nuove amicizie e per avere un buon rendimento scolastico è la lingua, nonostante fortunatamente mia figlia sia stata sempre convinta di voler vivere questa esperienza americana, comprendendo quanto fosse speciale l'opportunità che aveva ricevuto dalla vita. Con mio grande stupore ed infinita gioia, ricordo ancora il suo splendido sorriso all'uscita di scuola al termine del primo giorno e il suo entusiasmo nel raccontarmi come essa fosse esattamente come quella che aveva sempre visto in tv, a partire dagli armadietti lungo i corridoi. Sia i professori che gli studenti, sono sempre stati molto carini e disponibili con lei e pronti a darle un aiuto, senza mai farla sentire in difficoltà. Tra l'altro, la segreteria scolastica le ha dato in dotazione un tablet attraverso il quale poter utilizzare il traduttore, per aiutarsi nella comunicazione con gli altri e nello svolgimento di alcuni compiti. L'iscrizione non ha fortunatamente richiesto nessuna trafila, ma una semplice autodichiarazione attestante la residenza di Paola nella città d'appartenenza della scuola.

La sanità americana e quella italiana funzionano in modo diverso. Ci indichi le maggiori differenze?

Indubbiamente non posso dire che la sanità americana pecchi di efficienza, considerando soprattutto la buona organizzazione da un punto di vista telematico con portali personali dove poter consultare l'esito delle proprie analisi o richiedere consulenze e appuntamenti. Il problema è piuttosto quello che conosciamo tutti, ossia che la sanità americana sia a pagamento. Per spiegare meglio questo concetto posso portare come testimonianza un episodio accaduto questa estate a mia figlia, quando è stata morsicata al dito da uno scoiattolo mentre gli stava dando da mangiare. Sono corsa all'Emergency Room di un ospedale per paura che potesse rischiare una pericolosa infezione e credendo che dovesse sottoporsi ad un vaccino contro la rabbia. Fortunatamente, i medici ci hanno rassicurato dicendo che Paola non correva alcun pericolo e che avrebbe dovuto semplicemente lavarsi le mani con cura da lì ai prossimi giorni, fino alla totale cicatrizzazione della ferita. Dopo il mio enorme sospiro di sollievo, mi venne però portato il conto, nonostante Paola avesse una copertura sanitaria. E così pagai quello che qui viene chiamato copay e che potrei definire una sorta di ticket, per la modica cifra di 250 dollari.

Parliamo di COVID-19: la zona dove vivete è stata molto colpita e com'è la situazione ora?

Fortunatamente il Massachusetts è uno degli Stati meno colpiti dal Coronavirus e forse il merito va anche all'abbondanza di ospedali e centri medici presenti in questo territorio. Non c'è mai stato un vero lockdown e la gente non è mai stata costretta a rimanere in casa. Almeno nella zona dove noi abitiamo, le regole vengono rispettate senza problemi e nonostante la gente abbia enorme voglia di tornare a vivere, ha anche molta paura e quindi si comporta con sufficiente responsabilità. Purtroppo il campo della ristorazione ne sta risentendo parecchio poiché la capienza dei locali ora è ridotta e non tutti possono permettersi spazi con tavoli all'aperto. Lo smartworking porta ad avere molti meno clienti a pranzo, o a colazione, e sono in tante le persone che preferiscono costruirsi un angolo per il forno o per il barbecue nel proprio backyard, perché non si sentono sicuri ad andare a mangiare in un ristorante. Per quanto riguarda la scuola, che è stata chiusa il 13 marzo per poi continuare in apprendimento remoto, ora con l'inizio del nuovo anno, ha offerto tre tipi di modelli tra cui scegliere per l'anno in corso. Rimozione dalla scuola pubblica per seguire l'istruzione domiciliare, apprendimento remoto o apprendimento ibrido. Paola ha scelto quest'ultimo che le permette di andare a scuola alternandosi con gli altri compagni. Per cui un giorno metà classe è presente in aula mentre l'altra metà segue da casa e un altro giorno avviene il contrario. Il mercoledì è l'unico giorno in cui tutti gli studenti si trovano in apprendimento remoto per permettere l'igienizzazione degli ambienti scolastici.  

Come vi piace trascorrere il tempo libero?

Andando alla scoperta dell'America ovviamente! Soprattutto ora che abbiamo l'impegno della nostra pagina, ci sentiamo maggiormente motivate ad andare a scoprire cose nuove o ad andare ad assistere ad eventi che altrimenti con tutta probabilità non avrebbero suscitato il nostro interesse. Tuttavia, tutto questo nostro girovagare e vivere l'America a modo nostro, serve a riempire il nostro bagaglio di ricordi di esperienze vissute insieme, che credo fermamente sia il più bel tesoro che io possa lasciare a mia figlia.

Paola sul ponte di Brooklyn, a New York

Quali sono gli usi e i costumi degli Stati Uniti che vi colpiscono di più?

Innanzitutto, anche se è un argomento trattato fin troppe volte, ovviamente il diverso tipo di alimentazione è la cosa che più colpisce, e cercare di mangiare poco e sano pensando di andare al ristorante, è qualcosa di inconcepibile, considerando che anche quella che si pensa dovrebbe essere una semplice insalata, viene condita con un mix di salse che comunque la rendono molto appetitosa. Anche le porzioni, sono poi almeno il doppio di quelle a cui siamo abituati noi in Italia e il più delle volte è decisamente impossibile riuscire a ripulire il piatto, anche se poi fa comodo portarsi a casa una scatola con ciò che si è lasciato, per poter poi risparmiarsi di cucinare al pasto successivo. Un altro aspetto che ci lascia a volte basite è l'abbigliamento, che a volte noi tendiamo a definire un po' sciatto rispetto al nostro, anche se con il tempo si comincia ad apprezzare il loro “vivere facile” nonostante si faccia fatica ad accettare l'idea di indossare un paio di infradito persino in mezzo alla neve. In verità ci sarebbe una lista troppo lunga di cose da elencare, dall'assenza del bidet nelle case, alla difficoltà di trovare un accappatoio o un portaombrelli perchè non sono concepiti, o l'aria condizionata al massimo in qualsiasi locale, specialmente nei ristoranti, così come l'abitudine di servire i bicchieri strapieni di ghiaccio, a meno che non si chieda anticipatamente il contrario.

Tra poco ci sono le elezioni presidenziali, che aria tira in Massachusetts che è uno Stato democratico?

Ancora non abbiamo iniziato a seguire bene la politica, ma da quel poco che sentiamo in giro, almeno da queste parti la gente non vuole che Trump vinca di nuovo le elezioni e quando andiamo in giro per le strade, sono molte le persone che hanno esposti i cartelli con il loro sostegno a Biden, all'interno del giardino delle proprie abitazioni.

Su che canali social possono seguirvi i nostri lettori?

Sperando che nel futuro possiamo riuscire a dedicare tempo ad Instagram o aprire un canale su Youtube, nel frattempo raccontiamo le nostre avventure sulla pagina Facebook di: Dodo e Mimi alla scoperta dell'America. Chi vorrà, potrà trovare non solo video insoliti e divertenti creati anche per strappare un sorriso in questo momento difficile, ma foto, storia e un po' di curiosità che sicuramente appassioneranno i malati d'America. Tuttavia la nostra pagina è rivolta a chiunque, con lo scopo di condividere un po' di cose belle a partire dalla costruzione del bagaglio dei ricordi di madre e figlia.