"Il linguaggio della musica non ha barriere", intervista ad Andrea da Portland

Interviste agli espatriati
  • Andrea Algieri
Pubblicato 2020-09-21 alle 09:00 da Francesca
Andrea Algieri, “Mbrascatu” è un musicista e un cantautore. Nato e cresciuto in Calabria, ha studiato e vissuto a Firenze, e da 13 anni abita a Portland. In questa intervista ci parla della sua passione per la musica, della sua band, e della sua vita da espatriato italiano negli Stati Uniti d'America. 

Presentati brevemente ai nostri lettori

Mi chiamo Andrea Algieri. Sono nato in un piccolo paese in Calabria, Luzzi, nella provincia di Cosenza. Concluse le scuole superiori mi sono trasferito, per motivi di studio, a Firenze. Lì ho vissuto per circa 15 anni. Successivamente mi sono trasferito a Portland, nello stato dell'Oregon. Sono un musicista/cantautore e da circa 10 anni ho una band che si chiama “Mbrascatu”.

Cosa ti ha spinto a lasciare l'Italia per trasferirti negli Stati Uniti?

È stata la mia ex moglie, lei è americana.

Da dove nasce la tua passione per la musica?

Ho sempre avuto la passione per la musica, da bambino frequentavo una radio locale: “Radio Tebe Lucana”. Mio cugino era uno dei dj. Lì trascorrevo interi pomeriggi ad ascoltare musica di ogni genere. Da quel momento la mia passione per la musica è stata un crescendo e alcuni anni dopo, con dei miei amici, decidemmo di mettere su un gruppo.

Il tuo gruppo musicale si chiama Mbrascatu: ci spieghi le origini del nome?

Mbrascatu è il soprannome di famiglia. Mio nonno, Algieri Gerardo alias Mastru Gerardu Mbrascatu, è stato ed è ancora una figura molto importante nella mia vita. Lui mi regalò la prima chitarra che custodisco gelosamente. Per omaggiarlo, e anche per mantenere solide le mie radici, ho chiamato la band Mbrascatu.

Scrivi le tue canzoni: in che modo Portland, la tua città d'adozione, ispira la tua creatività? Che tematiche tratti nelle tue canzoni?

Portland è una città ricca di buona musica. Spesso assisto a concerti di band locali, indipendentemente dal genere musicale. Sono per me una grande fonte d'ispirazione. Le tematiche trattate nelle mie canzoni variano in base al mio stato d'animo. Tutto quello che racconto, con note autobiografiche, è quello che vivo dentro.

Qual è il segreto del tuo successo tra il pubblico americano dato che hai fatto la scelta di cantare in italiano?

Sin dagli inizi abbiamo cercato di rendere le canzoni interessanti a livello musicale. Puntiamo molto sugli arrangiamenti. Mettiamo insieme suoni e generi diversi senza mai cadere nello scontato e questa mescolanza di sonorità, più la lingua italiana, ci ha dato una voce “unica”. Credo che questa sia la chiave del nostro successo. Penso che nella musica non ci siano barriere di linguaggio. La voce non è altro che uno strumento. Cantare in italiano all'estero e vedere che il tutto viene recepito con molto entusiasmo, anche da persone che non conoscono l'italiano, è una cosa meravigliosa!

Come sono stati i tuoi primi anni dopo il trasferimento a Portland: di cosa ti occupavi prima di dedicarti a tempo pieno alla musica e alla tua attività di compositore?

I primi anni a Portland ho lavorato in alcuni ristoranti ma ho sempre continuato a fare musica. Dalla nascita di mio figlio Francesco, che ha 5 anni, ho deciso di dedicarmi solo ed esclusivamente alla musica. Ad oggi posso affermare che non potevo fare scelta migliore. 

A Portland, avete avuto tanti casi di COVID-19? A tuo parere, il livello delle cure sanitarie ai malati è stato soddisfacente?

A Portland abbiamo avuto pochi casi all'inizio della pandemia, ma il numero risultava contenuto a causa dell'assenza di tamponi. Negli ultimi due mesi i casi sono aumentati drasticamente anche se la maggior parte sono asintomatici. Abbiamo avuto un lieve lockdown. Potevamo circolare tranquillamente senza nessun controllo ma molte attività hanno dovuto chiudere. L'aumento dei casi che si è verificato dalla riapertura ha portato il governatore Brown a prendere in considerazione un nuovo lockdown. Se questa decisione dovesse essere presa molte attività rischieranno il fallimento. Riguardo il livello di cure ai malati gli enti hanno fatto un lavoro eccellente. Nonostante questo credo che il sistema sanitario debba essere completamente rivisto.

Che impatto ha avuto l'emergenza sanitaria del coronavirus sulla tua attività professionale?

l settore artistico è stato uno degli ambiti che più ha risentito dell'emergenza sanitaria. Tutti i nostri concerti del 2020, come anche quelli dei miei colleghi, sono stati cancellati. La cosa più triste è che al momento non sappiamo se potremo tornare a fare dei live nel 2021. Quali sono i pregi e i difetti della tua vita da expat a Portland? Il pregio principale che ho trovato qui a Portland, ma anche negli Stati Uniti, è che ci sono molte opportunità lavorative. Il maggior difetto è che la vita sociale è più carente di quella italiana.

In questi ultimi mesi molte città americane, Portland inclusa, sono state teatro di contestazioni per denunciare la brutalità della polizia statunitense. Qual è il tuo punto di vista sulla questione ed hai partecipato ad alcune di queste manifestazioni?

Credo che tutti abbiano il diritto di manifestare e anch'io ho dato supporto al movimento “Black Lives Matter” e continuerò a farlo, ma condanno la violenza che nulla ha a che vedere con il messaggio del BLM movement.

Se volete seguire Andrea ed ascoltare la sua musica, questi sono i suoi canali:
www.mbrascatu.com
www.facebook.com/Mbrascatu
open.spotify.com/artist/1t7K1qed3PSca9UxH5QMRY
www.instagram.com/mbrascatu

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