Come avere successo all'estero: mi trasferisco prima o dopo aver fatto carriera?

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Pubblicato 2024-01-24 alle 00:00 da Asaël Häzaq
Una domanda a cui non è facile rispondere. Ovviamente viaggiare non è la conditio sine qua non per fare carriera, potrebbero esserci delle buone offerte anche nel posto dove vivi, sostengono gli ecologisti. C'è, di contro, chi dice che un paio di viaggi per "costruirsi una carriera"  giustifichino qualche ettolitro di cherosene. Il dibattito (sul fronte dell'inquinamento e della carriera degli espatriati) si ripresenta regolarmente. Questo perché solleva domande sul concetto stesso di valore del lavoro, sulla sua incidenza nella vita di un individuo e sulla figura dell'espatriato.

L'espatriato nell'immaginario comune

Nell'immaginario collettivo, espatriare è "cool".  Gli espatriati suscitano sempre un certo interesse perché arrivano da lontano. Anche gli immigrati arrivano da lontano, ma non hanno la stessa fortuna degli espatriati. L'espatriato fa un lavoro interessante, ricopre posizioni di prestigio ed è pagato profumatamente. Viaggia spesso e conduce una vita agiata. Questa immagine dell'espatriato, che al giorno d'oggi non rispecchia più la realtà, continua lo stesso a circolare. 

Cosa si intende per carriera?

Il termine "carriera" può significare due cose. In prima battuta, c'è la carriera in ambito professionale, che ci segue per tutta la vita. È il caso di chi, ad esempio, ha intrapreso la carriera di chimico. Ha studiato per diventare chimico e lavora nel settore professionale che ha scelto. Esiste anche una carriera intesa come l'insieme di tutte le esperienze, tra mansioni e settori diversi, che rientrano nel curriculum vitae. Bisogna espatriare per assicurarsi una carriera di successo? Oppure è meglio aspettare di aver fatto "carriera" prima di trasferirsi all'estero?

La risposta a queste domande non è univoca. Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, la figura dell'espatriato è stretta tra immaginario e realtà. Molte persone si trasferiscono all'estero alla ricerca di una vita migliore, indipendentemente dallo stipendio. Qui entra in gioco anche la definizione di carriera, che non è la stessa per tutti. "Fare carriera" o avere una "carriera di successo" non significa necessariamente guadagnare tanti soldi e ricoprire una posizione di responsabilità. Per alcuni espatriati, “fare carriera” equivale ad accumulare diverse esperienze professionali. Altri si sentono realizzati avendo orari di lavoro flessibili che permettono loro di avere del tempo libero per godersi la vita nel nuovo Paese, stare con la famiglia, praticare sport ecc…
Ne consegue che la definizione di carriera ha varie sfaccettature. C'è chi dà priorità all'aspetto umano e ai legami stabiliti durante l'espatrio e chi invece si focalizza sull'avanzamento professionale.

Carriera di successo e qualità di vita

Come già detto, gli stereotipi sono duri a morire. Si tende a credere che una carriera sia più valida quando conta una o più esperienze all'estero. Ma non si tiene conto delle difficoltà legate al rimpatrio. Per quanto ricco, il percorso di un espatriato non è sempre ricompensato con il giusto valore. 

E se fosse una questione di equilibrio? Non sopravvalutare la carriera di un espatriato, né sottovalutare chi non viaggia, ma piuttosto inquadrare ogni situazione nel giusto contesto. Sebbene l'espatrio possa effettivamente dare impulso a una carriera professionale (a seconda di ciò che ciascuno considera per "carriera"), non è né la condizione né la conseguenza di una carriera di successo. Se l'espatrio ti attrae, non devi per forza essere un dirigente per trasferirti. Valuta invece la tua conoscenza della lingua nel Paese di riferimento, i settori più promettenti e la impiegabilità, le condizioni da soddisfare per ottenere il visto, la necessità di una formazione aggiuntiva e così via.

Il periodo del lockdown ci ha costretti a riflettere sulle cose veramente importanti. Che cos'è il successo? Cos'è la vita? Cosa conta davvero? Le giovani generazioni non vogliono più vivere per lavorare, come possono aver fatto i genitori. Il loro scopo non è ricoprire una posizione di responsabilità a tutti i costi. Anche se lo stipendio rimane un fattore importante, non è più il motore che spinge ad accettare condizioni di lavoro impossibili. I giovani preferiscono guadagnare meno soldi e avere più tempo libero. Questa è la loro idea di realizzazione. Avranno una carriera soddisfacente se anche la vita privata lo sarà. 

Conviene trasferirsi all'estero per fare carriera?

Al netto di quanto espresso spora, dobbiamo considerare alcuni dati oggettivi. Alcune professioniste affermano di aver avuto maggiori opportunità trasferendosi all'estero. Sono diventate dirigenti, amministratrici delegate, hanno avviato un'attività in proprio, ecc. Hanno avuto accesso a posizioni, opportunità e libertà di movimento impensabili a casa loro.

Un altro dato oggettivo sono gli stipendi. La stessa posizione viene retribuita in modo diverso a seconda dei Paesi. Anche il riconoscimento della professione è un fattore importante. Quando la propria nazione non supporta adeguatamente un settore professionale, è meglio rivolgersi altrove.

Dobbiamo quindi dedurre che trasferirsi all'estero sia indispensabile per una carriera di successo? Ovviamente no. Sarebbe rischioso generalizzare sulla base di casi isolati. In definitiva, la risposta a questa domanda ci fa capire che nulla è obbligatorio. Inoltre, mette in discussione il significato intrinseco dell'espatrio. Perché le persone vanno a lavorare all'estero?

Dovresti trasferirti all'estero per essere felice?

Forse hai già sentito dire questa frase: "Devi viaggiare. Viaggiare ti apre la mente. Viaggiare è vita". I sostenitori di questa tesi ritengono che viaggiare condizioni e strutturi l'essere umano. La teoria potrebbe essere trasposta al lavoro: per fare al meglio il proprio lavoro è importante conoscere come lo svolgono altrove.
Senza mettere in dubbio i benefici del viaggiare, non è detto che questa modalità porti necessariamente a una posizione di prestigio.
Anche gli incontri con gli altri possono permetterti di viaggiare, senza spostarti fisicamente. Le attività praticate nel tempo libero, la cucina, lo sport, il cinema... sono tutte porte di accesso ad altri mondi, e alla felicità. 

La soddisfazione può arrivare anche quando l'espatrio non va a buon fine, se ad esempio perdi il lavoro o se devi rientrare per motivi che esulano dalla tua volontà.
Le situazioni complicate mettono in discussione il successo della tua carriera oltre confine? No, e questo è altrettanto vero anche se non ci siamo trasferiti all'estero per lavoro. Spetta a ciascuno valutare il successo della propria carriera. Il lavoro ci nobilita ma non determina il nostro valore come persone. Lavorare fa parte della vita, ma non viviamo solo ed esclusivamente per lavorare.