Oltre i confini: le sfide quotidiane degli espatriati

Vita quotidiana
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Pubblicato 2024-01-02 alle 00:00 da Estelle
Vivere all'estero è una vera e propria sfida che alcune persone decidono di affrontare. Che sia per cambiare aria, imparare una nuova lingua, immergersi in una cultura diversa o arricchire la propria esperienza professionale, ognuno di loro si mette in gioco ogni giorno.

Le sfide sono diverse a seconda del Paese di espatrio, della cultura da cui si proviene e dall'attitudine personale. Alcuni espatriati si trovano a fare i conti con clima e cibi del tutto nuovi, altri con una stretta organizzazione degli orari o, al contrario, con una maggiore rilassatezza. Anche il modo in cui le persone guidano, o si spostano, può rappresentare una difficoltà, così come addentrarsi nei meandri dei sistemi amministrativi e sanitari. In questo articolo, gli espatriati nel mondo ci parlano delle loro sfide quotidiane e di come le hanno superate o intendono farlo.

Superare la barriera linguistica

Per Oli, una dominicana espatriata a Eindhoven (Paesi Bassi), la sfida più grande è rappresentata dalla lingua locale, l'olandese. "Parlando inglese un po' con tutti, che sia con mio marito, che al lavoro o con i miei amici, non ho l'opportunità di fare pratica. Vorrei davvero impararlo, dato che vivo qui già da due anni e mezzo. E' uno dei miei buoni propositi per il 2024. Voglio esercitarmi il più possibile per sentirmi a mio agio nel parlare olandese con la gente del posto".

Fare i conti con il sistema sanitario

Per Laura, espatriata ad Amsterdam, la sfida è trovare qualcosa che non vada perchè la qualità della vita è eccellente e la città è molto ben organizzata e accogliente. "Se devo trovare una pecca, direi che il sistema sanitario non è così efficiente come quello spagnolo. La previdenza sociale non copre tutto e bisogna sottoscrivere un'assicurazione sanitaria privata. Inoltre, in caso di problemi di salute, per prendere appuntamento con uno specialista, bisogna prima consultare un medico di base. In Spagna, l'iter è molto più semplice".

Una burocrazia complessa e trasporti inaffidabili

Per Alexandra, espatriata a Roma, una delle sfide maggiori è stata la burocrazia, soprattutto per richiedere il permesso di soggiorno. "E' risaputo che in Italia la burocrazia sia complessa. Anche se le cose sono migliorate negli ultimi 8 o 10 anni, la digitalizzazione è stata scarsa o nulla. Non è stato facile sapere in che ufficio andare e cosa chiedere di preciso. E pur sapendolo, ogni impiegato dava risposte diverse". Parlando con altri stranieri, Alexandra si è resa conto che ciascuno doveva produrre documenti diversi, per lo stesso tipo di pratica. "Per me la sfida è stata capire in che ordine fare le cose. Per ottenere la residenza e l'accesso alla previdenza sociale, mi hanno detto che dovevo avere un contratto di lavoro. Però, nel mio lavoro di allora, per avere un contratto vero e proprio e poterlo rinnovare, volevano un certificato di residenza permanente".

Un'altra prova che Alexandra sta cercando di superare è guidare l'auto. "Ho la patente da quando sono maggiorenne. Ho imparato a guidare in una tranquilla cittadina della Normandia. Ma lo stile di guida degli italiani, e più precisamente dei romani, mi spaventa molto". In 8 anni, non ha ancora osato mettersi al volante. "Persone che conosco hanno vinto la paura, altri hanno avuto degli incidenti più o meno gravi. Non sono obbligata a prendere la macchina per spostarmi. I trasporti pubblici non funzionano alla perfezione (altra problematica che meriterebbe un capitolo a parte), ma trovo sempre un modo per raggiungere la meta. Stesso discorso per la bicicletta, in città non ci sono piste ciclabili e gli automobilisti non sono abituati ad avere biciclette in strada, il che può essere pericoloso. Nel 2024 vorrei imparare a guidare come un vero romano!".

Mangiare in modo sano

Per Riccardo, espatriato a Dublino, una delle sfide principali è mangiare bene. "Può sembrare strano, ma in Irlanda la qualità del cibo nei supermercati è diversa da quella in Italia. Quando sono arrivato in Irlanda, una delle prime cose che mi hanno detto altri espatriati è stata che sarei ingrassato". All'inizio non capivo, ma ben presto me ne sono reso conto di persona. "I ristoranti buoni sono molto costosi, ci sono tanti fast food, e la cultura gastronomica locale è diversa da quella con cui sono cresciuto. Cerco di ovviare ordinando prodotti online, vado nei mercati che vendono frutta e verdura freschi, anche se lontani da casa, e cucino il più possibile. È difficile perché lavoro molto, ma mi adeguo!".