Cresce l'interesse per il Regno Unito
Secondo un recente studio pubblicato da Indeed, la percentuale di stranieri che cerca lavoro nel Regno Unito è passata dal 2,2% del 2021 (minimo storico) al 5,5% del 2023. Anche se la differenza può sembrare minima, l'aumento è in realtà significativo, pari a +146%. Si tratta di un aumento di gran lunga superiore a quello osservato tra il 2017 e il 2019.
Come si spiega questo incremento? Dal 2021, e dall'introduzione del nuovo sistema di immigrazione a punti, lavorare nel Regno Unito è più difficile. Le aziende devono sponsorizzare i lavoratori che non hanno la residenza permanente, o lo status di residenti, per ottenere i visti prima del loro arrivo sul territorio britannico.
Nonostante queste restrizioni, i dati del sondaggio condotto da Indeed mostrano un crescente interesse dei lavoratori stranieri per le professioni in ambito sanitario e dell'assistenza domiciliare, soprattutto da parte di professionisti indiani, nigeriani e sudafricani. Lo studio ha registrato un 9,3% di clic provenienti dall'estero, con un aumento del 7,3% rispetto al 2019. Vale la pena notare che il Regno Unito continua ad affrontare una grave carenza di manodopera nel settore sanitario. L'NHS, che si trova in ristrettezze economiche, sta reclutando ben oltre i propri confini. Medici e infermieri provenienti dall'Africa vengono assunti per lavorare nelle strutture ospedaliere britanniche, con stipendi più alti rispetto a casa loro. Questo fenomeno aggrava la carenza di medici nei loro Paesi di origine. Una situazione denunciata dall'OMS, ma che non frena l'immigrazione nel Regno Unito, percepita ancora come una destinazione economicamente dinamica.
Calo demografico e nuove tendenze migratorie
Se da un lato i principali poli di immigrazione continuano ad attrarre stranieri, dall'altro anche nazioni più piccole si stanno facendo strada, come ad esempio l'Irlanda, il 15° Paese più gettonato tra chi cerca lavoro all'estero. Anche Lussemburgo, Oman e Svizzera si distinguono. Si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto. La guerra in Ucraina ha rimescolato le carte in tavola anche per quanto riguarda la mobilità lavorativa internazionale. I rifugiati ucraini si sono spostati principalmente verso nazioni anglofone. Secondo Indeed, il 34% dei clic è destinato al popolarissimo Canada e il 25% agli Stati Uniti. Il Regno Unito ottiene il 15% dei clic.
Secondo Pawel Adrjan, Direttore delle Ricerche presso Indeed, l'invecchiamento della popolazione nelle principali economie è un altro fattore da considerare. La carenza di manodopera e il declino demografico spiegano anche le tendenze migratorie globali.
Il sistema di visti a punti non è in alcun modo imputabile alla crescente attrattiva del Regno Unito agli occhi dei professionisti stranieri. Anzi, dovrebbe portare al risultato opposto, dando priorità di assunzione ai britannici. Secondo uno studio del Chartered Institute of Personnel and Development (CIPD), un'associazione di risorse umane con sede a Londra, solo il 15% dei datori di lavoro ha utilizzato il nuovo sistema per sponsorizzare lavoratori stranieri. Se il sistema di visti a punti funziona per i professionisti stranieri altamente qualificati, è meno favorevole a tutti gli altri. Molti posti vacanti sono ancora difficili da coprire e le aziende faticano a reclutare a livello locale. Nel contempo, anche i cittadini locali hanno difficoltà a trovare un lavoro che corrisponda alle loro competenze e qualifiche.
Il Regno Unito mantiene la sua attrattiva
Nel complesso, il Regno Unito rimane una delle destinazioni preferite da tanti professionisti stranieri. Resta da vedere se i nuovi piani governativi di aumentare la tassa sanitaria per gli stranieri, e le spese per la richiesta del visto, avranno un impatto sull'immigrazione.
Nonostante l'inflazione in crescita, la crisi degli alloggi e le varie proteste, il Regno Unito resta una destinazione ambita.
Piuttosto che soffermarsi sulle divisioni interne alla nazione, gli espatriati si concentrano sui settori che necessitano di manodopera. Sia le aziende che il Ministro degli Interni, Suella Braverman, ritengono che non sia realistico, né realizzabile, fare a meno dei lavoratori stranieri.