Licenziamenti di massa nel settore ICT: cosa sta succedendo?

Vita quotidiana
  • perte d'emploi
    Shutterstock.com
Pubblicato 2022-12-05 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Cosa sta succedendo nel settore della tecnologia? Il 2022 è senza dubbio un "anno funesto", come indicano alcuni esperti. Microsoft, Meta, Twitter, Salesforce e presto anche Amazon, stanno licenziando in massa. A Singapore, ora che i giganti della Tech si stanno ritirando, i posti di lavoro di molti locali ed espatriati sono a rischio. Facciamo insieme il punto della situazione.

Singapore: tempi duri per il settore ICT*

"È un momento triste, non c'è altro modo per definirlo", ammette Mark Zuckerberg, il grande capo di Meta. A soli 18 mesi dalla sua creazione, il gruppo (che comprende Instagram, WhatsApp, Messenger e Facebook) ha già licenziato 11.000 persone in tutto il mondo, pari al 13% della forza lavoro. Nell'elenco rientrano anche lavoratori basati a Singapore, la sede centrale dell'azienda per la zona Asia-Pacifico.

Lo scorso settembre, anche il colosso singaporiano Sea Limited, proprietario di Garena, ha annunciato tagli al personale. Da giugno l'azienda ha licenziato il 10% del personale (circa 7.000 persone). Garena è conosciuta per il famoso gioco "League of Legends". Tempi duri per l'azienda che, dopo aver gestito bene la pandemia, quest'anno ha visto le sue azioni crollare di oltre il 72%. Sembrerebbe che Garena stia risentendo del blocco imposto dall'India. All'inizio del 2022, il governo indiano ha bloccato circa 50 applicazioni legate alla Cina per motivi di sicurezza nazionale. La metà degli utenti di Garena e del suo gioco "Garena's Free Fire: illuminate" si connette dall'India (40 milioni di utenti attivi al mese in India su 75 milioni nel mondo).

E le cattive notizie continuano per Singapore. StashAway, una start-up di gestione patrimoniale digitale con sede a Singapore, ha licenziato il 14% dei suoi impiegati. Crypto.com, un'applicazione per smartphone che permette di comprare e vendere criptovalute, ha tagliato il 5% del suo personale. A distanza di un giorno l'una dall'altra, Stripe e Twitter hanno annunciato licenziamenti di massa. 

* Per ICT, acronimo di Information and Communications Technology, si intende la tecnologia dell'informazione e della comunicazione.

Licenziamenti nel settore tecnologico: impatto sull'espatrio

Per Singapore è un duro colpo che coinvolge sia i professionisti locali che gli espatriati. Singapore ha puntato sulle ICT (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) per diventare una roccaforte dell'innovazione. Il Paese è considerato il fulcro tecnologico del sud-est asiatico e vanta uno dei PIL pro capite più alti al mondo, con 73.000 dollari pro capite (al secondo posto dopo il Lussemburgo). La città-stato è il quarto centro finanziario più grande del mondo; la finanza rappresenta il 15% del suo PIL, l'industria il 26% (dati del 2021). Le grandi potenze mondiali non si impiantano a Singapore per caso. Qui trovano un ecosistema in grado di alimentare il loro sviluppo. Secondo l'agenzia governativa Economic Development Board, il 46% delle filiali regionali asiatiche si trova a Singapore. Anche i talenti internazionali arrivano in massa, a cominciare dagli espatriati indiani.

Crisi dell'ICT in altri Paesi

E le altre nazioni? L'"inverno tecnologico", come viene definito da alcuni, non risparmia nessuna potenza economica. Negli Stati Uniti la situazione è particolarmente difficile. Secondo il sito trueup.io, dall'inizio dell'anno sono stati licenziati 200.000 dipendenti del settore. Tesla ha licenziato 3.500 dipendenti a giugno. Twitter, che è stata recentemente acquistata da Elon Musk, ha licenziato 3.700 dipendenti il 9 novembre, cui sono seguiti 4.400 lavoratori a contratto pochi giorni dopo. Shopify ha già tagliato il 10% del suo personale in tutto il mondo. Netflix, Paypal, Coinbase, Uber, Snap... la strage continua.

Alcuni Paesi resistono meglio di altri. In Francia, ad esempio, è poco probabile che si verifichino ondate di licenziamenti da parte di Zoom, come invece è accaduto negli Stati Uniti. Il Codice del Lavoro francese non lo consente. Una sicurezza per i dipendenti, che sperano di mantenere il proprio posto di lavoro. Tuttavia, il French Tech, l'ecosistema delle startup francesi, sta subendo un rallentamento. Le previsioni di crescita sono al ribasso, così come le assunzioni. E visto che al peggio non c'è mai fine, il 22 novembre, il gruppo HP ha annunciato il taglio di migliaia di dipendenti in tutto il mondo (circa il 10% della sua forza lavoro). L'obiettivo è quello di risparmiare 1,4 miliardi di dollari all'anno.

Israele, la "nazione delle startup", non se la passa meglio. A luglio, Asurion, una compagnia assicurativa americana, ha chiuso la sua sede israeliana. Nello stesso mese, AID Genomics, un'azienda di tecnologia medica di Singapore, ha avviato una massiccia ristrutturazione: il centro di ricerca e sviluppo israeliano è stato trasferito altrove, gli investimenti previsti in Israele sono stati azzerati e circa 400 persone sono state licenziate.

Perché questa crisi nel settore tecnologico?

Perché questa ondata di licenziamenti in tutto il mondo? E perché la crisi investe proprio la tecnologia, un settore che è cresciuto molto durante la pandemia? Per gli esperti, il 2022 è l'anno del ritorno alla normalità. Le abitudini dei consumatori, che sono cambiate radicalmente durante il lockdown (più consegne a domicilio, streaming, giochi online ecc.), hanno dato impulso alle start-up. Ma con il ritorno alla normalità, anche tutte queste attività sono diminuite. La guerra in Ucraina e l'inflazione si aggiungono al carico. I giganti del settore tech hanno assunto in modo massiccio durante il Covid-19 ma ora devono fare i conti con la crisi, e ciò comporta dei tagli. I professionisti locali e internazionali sono i primi a farne le spese.

Tra gennaio e marzo 2022, Netflix ha perso quasi 200.000 abbonati. Il calo più drastico da oltre 10 anni. L'azienda ha deciso di licenziare 150 dipendenti, soprattutto negli Stati Uniti. Anche il settore FinTech è in sofferenza. L'azienda svedese Klarna sta per licenziare circa il 10% della sua forza lavoro (500 dipendenti). Nel corso del 2022, il settore dell'ICT ha licenziato più di 130.000 persone in tutto il mondo.

Secondo gli esperti, i licenziamenti di massa nel settore tecnologico vanno messi in prospettiva. Se l'impatto nel breve periodo è negativo, la sua evoluzione potrà essere valutata solo a distanza di tempo. Credono che il mercato si riprenderà con la stessa rapidità con cui è rallentato. Altri sono più cauti e temono una "bolla post-pandemia", che avrà conseguenze potenzialmente dannose per le startup.