Fuga di cervelli: paesi più coinvolti e conseguenze

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Pubblicato 2022-10-26 alle 00:00 da Ameerah Arjanee
La pandemia ha cambiato l'assetto del mercato del lavoro internazionale. Molti Paesi industrializzati cercano immigrati economici altamente qualificati per compensare la forza lavoro persa a causa dell'aumento della mortalità, della chiusura delle frontiere e della Grande Dimissione negli Stati Uniti. Di contro, le nazioni da cui provengono questi immigrati stanno perdendo valide risorse.

I Sudafricani ricchi e della classe media cercano opportunità all'estero

Il Sudafrica non monitora il numero di emigranti che lasciano il paese. Tuttavia, alcune statistiche indicano che il Paese sta affrontando una fuga di cervelli. Statistics Canada, ad esempio, riporta che il numero di sudafricani immigrati in Canada è aumentato del 37,5% rispetto ai livelli pre-pandemia. Attualmente, 5.000 sudafricani si trasferiscono in Canada ogni anno. 

Anche i dati sull'immigrazione in Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti mostrano un aumento degli emigranti sudafricani. Lo scorso anno, ad esempio, quasi 6.000 sudafricani hanno ottenuto la cittadinanza britannica. Solo nella prima metà del 2022, in Nuova Zelanda sono state approvate oltre 11.000 richieste di residenza di sudafricani. Uno studio di InfoQuest ha rivelato che la maggior parte di quelli che se ne vanno appartengono alla classe media, e guadagnano tra i 20.000 e i 40.000 rand (1000-2000 USD) al mese.

Cosa provoca questa fuga di cervelli? I motivi principali sono il ristagno economico, l'instabilità politica e i problemi delle infrastrutture. Il Sudafrica deve fare i conti con una fornitura energetica inadeguata, che costringe il governo a ricorrere regolarmente al "load-shedding" (blackout elettrico programmato). Nel 2021 il Paese ha vissuto gravi disordini civili in seguito all'incarcerazione dell'ex presidente Zuma. Le attività commerciali sono state saccheggiate e date alle fiamme e oltre 300 persone sono morte. Se una parte della popolazione non ha i mezzi per trasferirsi all'estero, la classe media e i laureati si trasferiscono in nazioni che cercano lavoratori qualificati. Essendo di madrelingua inglese, possono spostarsi senza problemi in destinazioni anglofone. 

In questo momento, i professionisti del settore medico sono consapevoli del loro valore sul mercato del lavoro internazionale. Il Direttore generale della compagnia assicurativa Profmed, intervistato dalla rivista Business Tech, ha dichiarato che il sistema sanitario risentirà molto a causa dell'esodo dei medici e degli infermieri sudafricani. Incolpa i paesi più ricchi di aver "sottratto" medici al Sud Africa, soprattutto cardiologi. Ritiene inoltre che la nazione stessa dovrebbe offrire a questi professionisti "prospettive migliori" per evitare che siano tentati a lasciare la loro terra: una retribuzione più alta e adeguata al mercato, contratti più sicuri e assunzioni agevolate per i neolaureati. 

Il Ministero degli Interni sudafricano ha aggiunto i professionisti del settore medico alla lista delle competenze critiche (Critical Skills List). Questo permetterà ai datori di lavoro di assumere medici, dentisti, infermieri e farmacisti dall'estero. Se da un lato il Sud Africa patisce la fuga dei cervelli, dall'altro cerca di trarre vantaggio dall'arrivo di professionisti altamente qualificati dai Paesi dell'Africa sub-sahariana.

Oltre ai sudafricani della classe media, anche quelli benestanti se ne stanno andando. Sono spaventati dalle nuove misure fiscali, per cui stanno emigrando o trasferendo i loro beni all'estero.

La mancanza di sicurezza e l'economia stagnante spingono i nigeriani a emigrare

La Nigeria è un altro paese africano che sta registrando una fuga di cervelli. Come in Sudafrica, le cause principali sono l'economia stagnante, la scarsa sicurezza e le infrastrutture carenti. Uno studio Pew del 2019 ha rivelato che, anche prima della pandemia, la Nigeria era la nazione con la più alta percentuale di popolazione che voleva lasciare il territorio: il 45% degli intervistati aveva espresso l'intenzione di trasferirsi all'estero entro 5 anni.

Il problema principale è la sicurezza. In un articolo della BBC, un diciottenne nigeriano ha dichiarato che, dopo essere stato vittima di una rapina, e di un mancato rapimento, si è trasferito in Canada per studiare e poi lavorare. Il sequesto di persona a scopo di estorsione è un pericolo reale per la popolazione nigeriana. Dopo il Covid, la situazione è peggiorata. Il Nigeria Security Tracker riporta che nei primi 6 mesi del 2021 sono state rapite ben 2.944 persone. Per fare un paragone, nel 2019 ne sono state rapite 1.386. Il Paese, soprattutto il nord, è minacciato anche dal gruppo terroristico Boko Haram. 

Sebbene il governo nigeriano stia investendo miliardi per migliorare le infrastrutture, sempre più nigeriani in età lavorativa lasciano la loro terra. Sul Financial Times, il giornalista Aanu Adeoye, tornato in patria da Londra, spiega quanto sia stato difficile trovare un alloggio adeguato a Lagos. Inoltre, lamenta la carenza di trasporti pubblici nella capitale e l'allagamento delle strade ogni volta che piove. 

La fuga di cervelli dalla Nigeria sta mettendo alcuni settori in ginocchio. Quello più colpito è la sanità: secondo l'OMS, ad oggi, il rapporto tra medici e pazienti in Nigeria è di 4 a 10.000. L'emigrazione dei professionisti che esercitano in ambito sanitario è un fenomeno precedente alla pandemia, ma ha subito un'accelerazione a partire dal 2020. Secondo la Nigerian Medical Association, il numero di medici nigeriani che esercitano nel Regno Unito è aumentato in modo esponenziale tra luglio 2020 e maggio 2021. Questi medici hanno lasciato ospedali mal finanziati, condizioni di lavoro pessime e stipendi circa 10 volte inferiori a quelli che percepiscono oggi in Gran Bretagna.

Anche il settore bancario è tra i più colpiti. Il Chartered Institute of Bankers of Nigeria riferisce che la stagnazione dei salari e la mancanza di sicurezza del lavoro stanno spingendo molti dipendenti di banca - a inizio o metà della loro carriera - a emigrare. Le destinazioni più gettonate dai professionisti nigeriani sono il Canada, che offre numerosi programmi di immigrazione qualificata, il Regno Unito, gli Stati Uniti, l'Irlanda, l'Arabia Saudita (per i medici) e la Germania (per i professionisti dell'informatica). 

I giovani irlandesi cercano un costo della vita più accessibile all'estero

La fuga dei cervelli non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo. In Irlanda sono soprattutto i giovani tra i 20 e i 30 anni ad andarsene. 

La maggior parte si sposta in altre nazioni anglofone, in particolare nel Regno Unito e in Australia, oppure in Unione Europea, dove godono degli stessi diritti della popolazione locale. L'Ufficio Centrale di Statistica irlandese riporta che, dei 22.800 emigrati che hanno lasciato il paese nel 2021, oltre 18.000 sono andati nel Regno Unito.

Il principale, se non l'unico, fattore di questa fuga di cervelli è il costo della vita che cresce in modo esponenziale. Nel 2022, infatti, l'Irlanda è il Paese più caro dell'UE, dopo la Danimarca. I prezzi al consumo superano del 40% la media europea e l'affitto di un appartamento può costare 1.000 euro in più rispetto ad altre destinazioni europee. Per un appartamento con una camera da letto a Dublino il prezzo si aggira sui 2.000 euro al mese, contro 1.000-1500 euro a Berlino, e 800-1200 euro a Barcellona 

Un studio del National Youth Council of Ireland ha rivelato che 7 giovani irlandesi su 10, tra i 18 e i 24 anni, vorrebbero trasferirsi all'estero. Lo stress per il costo degli alloggi, del cibo e dei trasporti pubblici ha compromesso la loro salute mentale. I giovani che progettavano di studiare o di lavorare all'estero per un periodo di tempo limitato, ora sono più propensi a prolungare il soggiorno. Su RTE News, Conor Brummell, un giovane irlandese espatriato a Bruxelles, dice di essere preoccupato di tornare in Irlanda perché significherebbe raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare il suo attuale affitto di 600 euro.

Con questi giovani se ne vanno anche le idee più innovative. Gli imprenditori irlandesi Cian McNally, Evan Mcgloughlin, Oisín Morrin e Aaron Connolly hanno deciso di trasferirsi a Barcellona per lanciare la loro startup, un'applicazione per l'apprendimento delle lingue chiamata Weeve. Intervistati dal The Independent raccontano che a Dublino non avrebbero potuto permettersi un ufficio per la loro startup.

L'Irlanda, tuttavia, si trova in una situazione diversa rispetto al Sudafrica o alla Nigeria: se da un altro i giovani se ne vanno, dall'altro tanti professionisti stranieri si trasferiscono sul territorio, colmando la mancanza di manodopera. Ad oggi, tanti medici nigeriani sono ben inseriti nella sanità irlandese.

Altre nazioni colpite da una massiccia fuga di cervelli

A livello mondiale, molti altri Paesi in via di sviluppo tra cui Giamaica, Mauritius, Etiopia, Cina, Messico, Guyana e Bangladesh, sono colpiti dalla fuga di cervelli della classe media. Stanchi di essere sottopagati, i lavoratori se ne vanno all'estero. 

Le tipologie di professionisti che lasciano questi Paesi possono variare. A Mauritius, ad esempio, come riportato dalla stampa locale, la fuga di cervelli nel post-pandemia riguarda soprattutto i professionisti della finanza e dell'ospitalità. Il problema della fuga di cervelli dalla Cina è legato al fatto che molti giovani cinesi della classe media vanno a studiare nei Paesi occidentali e non tornano a casa dopo la laurea. Spesso si tratta di professionisti STEM (scienza e tecnologia).