Impatto della crisi sugli stipendi e sui benefit dei lavoratori espatriati

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Pubblicato 2022-07-19 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Ripetute crisi economiche - tra cui la pandemia che ha gettato il mondo in una delle peggiori recessioni della storia - sconvolgimenti nell'organizzazione del lavoro, l'ascesa del telelavoro e del nomadismo digitale... Una domanda sorge spontanea: conviene ancora spostarsi per lavoro?

La risposta è si, anche se il periodo d'oro degli anni '90 è passato e non tornerà. I pacchetti super vantaggiosi che venivano offerti agli espatriati sono un ricordo lontano. Al giorno d'oggi, solo pochi riescono a spuntare offerte davvero convenienti. 

I pacchetti per gli espatriati sotto il peso della crisi

In questo articolo analizziamo il caso di professionisti che si trasferiscono all'estero con un contratto per espatriati. Nel corso degli anni, la durata di questo tipo di contratto si è ridotta, passando da una missione di cinque/sei anni, a uno o due, tre al massimo. I pacchetti di espatrio sono formule con base assistenziale che offrono sia vantaggi finanziari che materiali, e sono da intendersi come un'indennità per compensare le spese sostenute all'estero. Ci riferiamo a incentivi monetari per il trasloco, per la scuola dei figli, assistenza nella ricerca dell'alloggio, assicurazione sanitaria per la famiglia, rimborso per il noleggio a lungo termine di una vettura ecc...  

Questa formula, con il tempo, è sparita perchè incarna una visione dell'espatriato che è obsoleta. Gli anni '90 sono stati l'epoca degli "espatriati d'oro", espatriati che venivano mandati a lavorare all'estero per le multinazionali godendo di numerosi benefici (i cosiddetti pacchetti dorati o golden packages). Negli anni '90 l'economia americana ha vissuto una crescita "eccezionale", anche se inferiore ai cicli di crescita precedenti (anni '80 e '60). Un'economia sana ha favorito la mobilità internazionale e l'espatrio. Con lo scoppio della bolla finanziaria, i piani di espansione delle aziende subiscono una battuta d'arresto e devono ridurre le spese. I primi tagli che vengono fatti interessano il personale, che non viene più inviato in missione all'estero. I costi di trasferimento e mantenimento di questa categoria di lavoratori sono impossibili da sostenere. Le crisi economiche del 2000, del 2010, e la recente pandemia, hanno segnato la fine dei pacchetti assistenziali per gli espatriati. 

Pacchetti per espatriati: vincitori e vinti

Anche se i pacchetti assistenziali per gli espatriati non sono più così diffusi, alcuni professionisti riescono ancora a beneficiarne. Le multinazionali continuano a proporre benefit finanziari e materiali per attrarre profili stranieri altamente qualificati. E in questa corsa ad accaparrarsi i migliori candidati, alcuni Paesi possono contare sul sostegno dei loro governi. Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono i primi della lista, essendo la destinazione preferita dagli espatriati facoltosi. Molte aziende emiratine offrono, oltre a uno stipendio interessante, assistenza sanitaria privata, alloggio, auto aziendale, sostegno nel percorso scolastico dei figli, pacchetti Internet e telefonici, ecc... Questi benefit sono destinati a "professionisti altamente qualificati": direttori, medici (chirurghi, professori, ecc.), investitori, CEO ecc.

Da notare che gli stipendi di base negli Emirati Arabi sono, in alcuni casi, più bassi rispetto a quelli di altre nazioni. Un direttore IT guadagna in media 360.000 dirham all'anno (98.000 dollari). Si tratta di una cifra molto inferiore di quella che potrebbe guadagnare negli Stati Uniti (circa 166.000 dollari all'anno). I direttori e altri profili senior hanno più margine di negoziazione rispetto ad espatriati meno qualificati. 

Consigli per negoziare un pacchetto per l'espatrio

Per capire se il trasferimento all'estero è davvero conveniente, calcolate tutte le entrate e le uscite, tasse incluse. Pianificate anche un budget di emergenza, nel caso in cui le cose non andassero come previsto. In sostanza, dovete pensare come un imprenditore che valuta il proprio fatturato e le spese prima di stilare un piano d'azione.

Confrontate il vostro stipendio attuale con il salario medio nella nazione di espatrio, a parità di posizione lavorativa. Dubai è più economica di Londra, Tokyo o Parigi. Al contrario, New York è una città cara, gli stipendi sono buoni, ma il costo della vita è elevato, così come le tasse.

Informatevi sui tipi di contratto disponibili nella nazione di espatrio. Oggi la maggior parte delle imprese medio/piccole propone contratti locali, soprattutto dopo la pandemia di Covid, perché a loro costano meno. Le multinazionali offrono di solito contratti standard e sono abituate ad assumere stranieri. Valutare con cura l'offerta, in base al costo e al tenore di vita del Paese ospitante, e alla sua legislazione.

Prendetevi il tempo necessario per leggere il contratto, e non esitate a fare domande al futuro datore di lavoro. La posizione che vi è stata offerta è simile a quella che ricoprite ora? Quali saranno le vostre mansioni specifiche? Avrete diritto a seguire dei corsi di formazione?

Dimostrate al datore di lavoro che siete a conoscenza dei benefit che vengono solitamente offerti agli espatriati e fate le vostre richieste. Non fatevi intimorire, se siete stati scelti per ricoprire quel ruolo, significa che possedete le competenze giuste. Nel caso vi trasferiate con la famiglia, chiedete se potete usufruire di vantaggi supplementari. Non dimenticate di ricordare all'azienda il valore aggiunto che sarete in grado di apportare per favorirne la crescita. Oltre allo stipendio, informatevi anche sulla tassazione, le condizioni di lavoro ecc...

Fate includere una clausola che specifichi i termini per la cessazione del contratto e le eventuali conseguenze in caso ve ne andiate prima della sua scadenza.

Prestate attenzione a tutti i dettagli e non siate precipitosi.