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Mascherina obbligatoria e altre restrizioni: quale impatto sull'espatrio?

homme heureux d'avoir enleve son masque
Shutterstock.com
Scritto daAsaël Häzaqil 25 Aprile 2022

Con l'avvicinarsi della bella stagione, torna la voglia di fare progetti di viaggio e di trasferimento all'estero. Le restrizioni sanitarie, però, non sono state sollevate dappertutto. Ha ancora espatriare in un Paese dove la libertà di movimento è limitata, quando a casa nostra possiamo spostarci come vogliamo?

No al vaccino e alla mascherina, fine dei viaggi?

Per alcuni, il "no" al vaccino si accompagna al rifiuto dei test PCR, percepiti come un'ulteriore privazione della libertà, e un mero business (quando i test sono pagamento).
No al vaccino, no ai test, no alla mascherina, no ai gesti barriera. In linea con le loro convinzioni, questi no vax sono stati costretti, in casi limite, a lasciare l'attività professionale. Altri hanno dovuto mettere da parte i progetti di espatrio. Negli ultimi mesi, gruppi di no vax e di persone contrarie all'uso della mascherina si sono incontrati, sia fisicamente che sui social, per dare voce ai propri pensieri, desiderosi di tornare alla normalità.

Pochi arrivano a questi estremi, gli altri no vax tollerano il test PCR. Anche recandosi in destinazioni aperte alle persone non vaccinate, per rientrare nel Paese di origine devono sottoporsi al test PCR. I non vaccinati possono scegliere tra una lista di destinazioni che non impongono obblighi all'ingresso: Giamaica, Croazia (aperta solo ai non vaccinati dell'UE ), Messico, Argentina, Gabon, Mongolia... Anche il Cile apre le sue porte ma con una contraddizione. Per utilizzare i mezzi di trasporto, o mangiare al ristorante, è obbligatorio presentare il "mobility pass", un documento rilasciato su presentazione di un certificato di vaccinazione completa.

Restrizioni qui, ma non lì: cosa fare?

Europa, Canada, Stati Uniti... sono stati tutti colpiti da nuove ondate. 
In Francia, nonostante si registrino più di 100.000 casi al giorno, non è previsto il ritorno a restrizioni "severe". L'uso della mascherina è obbligatorio solo sui mezzi pubblici e negli ambienti ospedalieri. In Quebec la mascherina è tornata obbligatoria fino al 30 aprile. In Ottawa stanno spingendo per ripristinare l'utilizzo della mascherina a scuola.
In Spagna, per strada, molte persone la mettono ancora. In Marocco è obbligatoria così come le misure di distanziamento sociale. In Italia, l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto è stato tolto lo scorso 11 febbraio e il 31 marzo è stata decretata la fine dello stato d'emergenza. A partire dal 1 maggio non servirà più il green pass

Passare da una situazione di libertà quasi totale, come in Italia, in Francia o nel Regno Unito, a un Paese che attua delle restrizioni, può creare confusione nei viaggiatori. 
Sta a noi informarci bene e adattarci ad ogni situazione: osservare le misure in vigore, a seconda del Paese di destinazione.

Le restrizioni influiscono sui piani di espatrio?

Sì, ma l'esito può essere migliore del previsto. Non è ancora possibile viaggiare in Giappone, in Nuova Zelanda o in Cina però ci si può dirigere verso altre mete. A causa dello scoppio della pandemia, tante persone desiderose di farsi una vita altrove hanno messo in pausa il loro progetto ma hanno usato il tempo a disposizione per prepararsi con cura al viaggio e al trasferimento. Chi era in giro per il mondo quando il virus ha iniziato a diffondersi ha dovuto cambiare rotta, se il Paese che programmava di visitare non era accessibile. Gli ottimisti l'hanno presa come un'opportunità di scoprire destinazioni che altrimenti non avrebbero mai conosciuto. 

La stessa logica di adattamento si applica ai gesti barriera. Ora, all'elenco di tutte le cose da organizzare per il trasloco, dobbiamo aggiungere una fornitura di mascherine e gel disinfettante. Le restrizioni hanno un impatto sui nostri progetti di espatrio perchè determinano la scelta della nazione di trasferimento, i tempi di disbrigo delle formalità, i requisiti sanitari a cui dobbiamo adeguarci...

Va detto che un gran numero di espatriati si è visto costretto a vaccinarsi per poter viaggiare. I Paesi dell'UE, ad esempio, richiedono la vaccinazione completa con vaccini riconosciuti dall'OMS e dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA).
Oggi la vaccinazione rimane l'opzione migliore per evitare spiacevoli sorprese al momento dell'arrivo nel paese ospitante, come l'impossibilità di accedere a trasporti, ristoranti, attività ricreative ecc... Che senso ha trasferirti all'estero se puoi partecipare attivamente alla vita sociale o non puoi salire in treno o in autobus? Non dimenticare però che, a seconda del posto in cui andrai a vivere, l'utilizzo della mascherina e il distanziamento sociale potrebbero essere delle regole da seguire nella quotidianità.

Vita quotidiana
A proposito di

Asaël Häzaq, web editor specializzato in notizie politiche e socioeconomiche, osserva e decifra le tendenze dell'economia internazionale. Grazie alla sua esperienza come espatriata in Giappone, offre consigli e analisi sulla vita da espatriato: scelta del visto, studi, ricerca di lavoro, vita lavorativa, apprendimento della lingua, scoperta del Paese. Titolare di un Master II in Giurisprudenza - Scienze Politiche, ha sperimentato anche la vita da nomade digitale.

Commenti

  • laviniavirginia
    laviniavirginia3 anni fa
    La situazione generale è caratterizzata da instabilità. I cambiamenti, aggiunte di dettagli, modifiche per eccezioni, restrizioni o aperture parziali sono continue e rendono difficile potersi fidare. In anticipo è impossibile, a meno di ritrovarsi poi bloccati da qualche parte, oppure vittime di abusi di potere. Poi vi è anche l'incertezza dell'evolversi della situazione una volta che si è partiti; a sapere quali saranno le condizioni per il viaggio di ritorno, per es. appunto con quarantena e/o controlli. I test PCR, oltre al fatto di essere parte delle condizioni che alla prevenzione non servono affatto, possono essere praticati da chiunque e questo costituisce un pericolo (chi ne vuole sapere di più, approfondisca...). Inoltre, se vi sono scali, ecco che il massimo di 72 ore non sempre è possibile perchê non in tutti gli aeroporti è possibile rifare il test per arrivare all'ultima destinazione entro le 72h.  E non tutti si è disposti a stare per 6-8 ore, magari in piena notte, su una panchina ad attendere il collegamento. Io sono solita prendermela comoda, viaggiando in orari che non siano infra-umani e se mi pare di preferire una notte in albergo prima di riprendere il volo, ebbene lo voglio poter fare senza tante complicazioni.  Per cui ho detto basta e da 4 anni non mi sono più mossa, visto che dove vivo si poteva girare abbastanza bene senza dover troppo badare -o non troppo a lungo- alla sfilza di norme che sanno molto più di tirannia che non di prevenzione appunto.  Insomma viaggio in senso contro-balle e abusi e senza quindi neppure dovermi molestare viaggiando senza poter respirare a mio agio per una insulsa mascherina che soprattutto è contro-producente. Non sono una no-vax. Sono una persona che per reazione avversa di qualche anno fa non può farsi vaccinare. E non intendo neppure dovermi sottoporre ad altre imposizioni di tipo... punitivo (ne hanno tutta l'aria, visto il trattamento nei confronti del personale sanitario, o del corpo insegnante o di altre categorie professionali che, per non essersi voluto o potuto sottomettere a quella sperimentazione, si è vista privare del lavoro e pure dello stipendio.  Poi dicono ora che la Russia sarebbe una dittatura... Gli europei fanno meglio a valutare se non vivono loro, in una dittatura !  Gente, se non si prende in mano la propria sorte si finisce male, molto male.