La mia vita a Parigi durante la crisi sanitaria

Interviste agli espatriati
  • Claudia
Pubblicato 2021-05-19 alle 09:25 da Veedushi
Claudia è originaria di Potsdam, in Germania, dove lavorava come capo redattrice per un sito web tedesco. Oggi si occupa di servizi di rilocazione a Parigi. Ci parla del suo amore per la capitale francese e dell'impatto che la pandemia del COVID-19 ha avuto sulla sua vita quotidiana.

Presentati ai nostri lettori

Mi chiamo Claudia e vivo a Parigi dal 2014. Sono nata a Potsdam, in Germania. Adoro fare la pendolare tra il mio luogo di nascita e la Francia. Mi piace la varietà che questi due Paesi sanno offrire e soprattutto gli stati d'animo che sono, entrambi, in grado di suscitarmi.

Cosa ti ha portato a Parigi?

La prima volta che sono stata a Parigi risale a quindici anni fa, per un fine settimana con un'amica. La città mi colpì da subito e presi l'abitudine di visitarla ogni paio di mesi. Nel 2012 decisi di iscrivermi ad un corso di francese, lì in città, perchè non lo avevo mai studiato a scuola. L'esperienza fu fantastica e così, due anni dopo, decisi di trasferirmi.

Cosa ti ha spinto a lasciare la Germania?

Ad essere onesta, non ho lasciato completamente il mio paese d'origine, ci torno spesso. Ho l'abitudine di dire che vivo sia in Germania che in Francia, è un'esperienza davvero arricchente. Adoro Parigi e non mi sono pentita delle scelte che ho fatto.

Hai avuto difficoltà ad adattarti alla vita in Francia? 

Non ho avuto tanti problemi anche se, all'inizio, alcune cose mi preoccupavano. Temevo che il mio francese non fosse abbastanza buono e non sapevo come fare per aprire un conto in banca o affittare una casa, ad esempio. Non avendo amici in loco, mi mancava un appoggio. E' stata dura però ce l'ho fatta. A volte ho sofferto di solitudine ma ciò è da ricollegarsi al fatto di non conoscere nessuno e di non avere un lavoro. Per ovviare decisi di impegnare il tempo a disposizione iscrivendomi ad un corso di nuoto. Ho usato anche Facebook per cercare gruppi di persone a Parigi a cui unirmi. Con alcune ho fatto amicizia e ci vediamo tutt'ora.

Cosa ti piace di più di Parigi?

Non è semplice da spiegare, vivere qui mi rende felice! So che molte persone non si capacitano di come si possa vivere in una grande città, con milioni di abitanti, rumorosa, sporca, con poco verde. Ma quando sono in aereo verso Parigi, sono contenta. Penso alle serate estive sulle rive della Senna, o alle strade contornate da meravigliosi edifici in stile Haussmann. In qualche modo Parigi ti tiene sempre con il fiato sospeso. Adoro le dinamiche di questa città.

In Germania lavoravi nell'editoria ed ora ti occupi di servizi di rilocazione. A cosa è dovuto questo cambio di carriera?

Il mio percorso lavorativo non è mai stato lineare. Ho studiato geologia, poi informatica ed in seguito ho lavorato a lungo in un'agenzia pubblicitaria. Nel contempo, io e mio fratello abbiamo fondato Moviejones, un sito tedesco dedicato ai film; in quel momento che ho iniziato a lavorare come libera professionista. Questa indipendenza ha aperto le porte al mio desiderio di vivere a Parigi. Quando mi occupavo di editoria, passavo tante ore alle scrivania e mi mancava non poter interagire con le persone. Dopo il trasferimento, ho iniziato a ricevere richieste di aiuto per sbrigare questa o quella faccenda. Da lì è nata l'idea di avviare la mia attività come agente di servizi di rilocazione.

Qual è stato l'impatto della crisi del COVID-19 sul tuo lavoro?

All'inizio della pandemia ho notato una netta diminuzione nella richiesta. Considerate le restrizioni sulla mobilità, trasferirsi a Parigi era diventato un processo complesso. Una situazione del tutto comprensibile. Tuttavia qualcuno mi ha contattato ugualmente per ricevere assistenza nell'ottenimento del numero di previdenza sociale, o per informazioni specifiche. 

In questo momento, le persone sono ancora interessate a trasferirsi a Parigi, e cosa li spinge?

Direi di sì. La maggior parte delle richieste che ricevo sono di espatriati che si trasferiscono per lavoro. Nella maggior parte dei casi sono professionisti che non hanno il supporto di un'azienda che svolga le pratiche per loro e si affidano a me per il disbrigo delle formalità. Ricevo tante richieste anche da espatriati che sono già in città e vogliono, ad esempio, cambiare casa, ma non hanno il tempo per cercarla da soli o non parlano sufficientemente il francese per farsi capire come si deve.

Per quanto riguarda l'acquisto o l'affitto di una proprietà, ci sono stati cambiamenti significativi negli ultimi tempi, soprattutto in termini di prezzi?

Mi ricordo che ne parlavo già l'anno scorso, sia con colleghi che con ex clienti. Si discuteva se i prezzi sarebbe scesi a causa del coronavirus. Non è stato così. Il mercato immobiliare di Parigi è ancora molto competitivo, la domanda è stabile ed i prezzi di affitto e di acquisto sono esorbitanti. Parigi è, e rimane, una delle città più care al mondo in termini di costo della vita. Purtroppo non è cambiato nulla.

Le restrizioni iniziano ad essere allentate. Com'è la vita di tutti i giorni a Parigi?

Da metà giugno potremmo forse tornare alla normalità, il coprifuoco sarà revocato ed i ristoranti riapriranno. Gli ultimi mesi non sono stati facili. Sebbene le restrizioni non fossero così severe come il blocco della scorsa primavera, faceva strano dover rientrare entro le 18:00 a causa del coprifuoco. Anche se ho avuto l'impressione che i francesi quest'anno fossero meno rigorosi. Ovviamente la città è più vuota rispetto al passato perchè mancano i turisti. La gente è impaziente di riprendere la vita di tutti i giorni, cosa che sarà possibile anche grazie alla campagna di vaccinazione in atto.

Hai qualche consiglio per le persone che vogliono trasferirsi a Parigi in questo momento di crisi?

A parte i requisiti che regolano l'ingresso nel Paese, non ci sono restrizioni severe in loco. E' possibile andare a visitare appartamenti, nel rispetto delle norme sanitarie. Ci si può recare in banca per aprire un conto corrente, e le scuole continuano le lezioni... La situazione è totalmente diversa rispetto all'anno scorso, quando non si potevano visitare appartamenti o rimanere fuori casa per periodi prolungati. Allo stato attuale non ci sono grandi ostacoli che impediscono di trasferirsi in città.

Cosa ti manca del tuo paese d'origine?

Noi tedeschi ci lamentiamo sempre che le nostre amate catene di farmacie tedesche (e i prezzi competitivi dei loro prodotti) non si trovano a Parigi. E il pane. Certo, ci sono ottime baguette in Francia, ma il vero pane come lo intendiamo noi, qui non si trova. Sono di contro in linea con la mentalità locale, non mi posso lamentare di questo aspetto. I francesi non sono meno affidabili o puntuali dei tedeschi.

Dove ti vedi nei prossimi cinque anni?

Sicuramente ancora a Parigi! Voglio continuare a sostenere le persone che hanno desiderio di scoprire la città e venirci a vivere. Aiutarle ad ambientarsi, mi rende felice.

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