
"Qui ci sentiamo ospiti di persone che pensano di essere il popolo più fortunato del mondo", mi raccontano Luca e Paola che hanno lasciato l'Italia nel lontano 2006 per trasferirsi sull'Isola di Wight, nel sud dell'Inghilterra. Dopo tanti anni all'estero, le esperienze vissute li portano a considerare un rientro in Europa, non appena la situazione economica legata alla pandemia si sarà stabilizzata.
Raccontaci un po' di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Ciao, mi chiamo Luca e sono di Ferrara. Insieme a mia moglie Paola (anche lei di Ferrara) abbiamo lasciato l'Italia il 30 Settembre 2006 in camper coi nostri 8 gatti…
Quali sono i motivi del tuo trasferimento in Inghilterra, Isola di Wight?
I motivi sono professionali. Lavoravo in un centro di ricerca a Bologna in cui avevo avuto (con 8 anni di anzianità) sempre contratti annuali co-co-co… Per avere un curriculum migliore, avevo trovato la possibilità di fare un corso di 4 anni Microsoft (presso una struttura simile a quella in cui lavoravo in Italia) che mi avrebbe dato un Certificate prestigioso (specialmente perché ottenuto in UK in lingua inglese). Ci siamo quindi trasferiti con l'idea di tornare in Italia di li a 4/5 anni al massimo con in tasca qualcosa di più…
E da li è storia, crisi del 2008, riorganizzazione del sistema scolastico dell'Isola (si perché il lavoro promesso si era volatilizzato come ghiaccio al Sole, gli inglesi son così, oggi “si si ti prendiamo”, contratto, poi però ti lasciano 6 mesi in prova e… ti lasciano a casa dalla sera alla mattina) che mi ha di fatto lasciato a piedi visto che alla fine avevo trovato un lavoro IT in una middle school, avevo fatto i primi 2 anni finanziati e dopo STOP.
Hai avuto difficoltà di adattamento e come le hai superate?
Certo, le difficoltà iniziali erano previste ma non in questo modo. Avevamo, e ci tengo a sottolinearlo 3 volte, amici che vivono qui, che ci hanno aiutato a trovare casa (gatti compresi, rarissimo qui!), ci hanno detto di essere in contatto con l'ospedale locale per facilitare un'assunzione (qui le referenze di persone del posto sono indispensabili!) con un incarico simile al mio in Italia. Siamo stati più volte in avanscoperta qui sull'Isola, ma pochi giorni dopo il trasloco, il voltafaccia: la casa affittata era stata dichiarata “non idonea” tre anni prima (non aveva l'abitabilità), il contatto con l'Ospedale per il posto di lavoro era una bugia: unica alternativa era lavorare per i nostri amici!
Ma la nostra buona stella ci ha aiutato: un gentilissimo impiegato del Council ci ha aiutato a risolvere la nostra bega burocratica, abbiamo trovato una bella casa idonea, e ho dovuto lavorare per i nostri falsi amici solo qualche mese, e poi ho trovato il lavoro che mi offriva anche il corso di formazione presso la Scuola Media.

Di cosa ti occupi e che ha impatto ha avuto l'emergenza sanitaria sulla tua attività professionale?
In Italia mi occupavo di Informatica presso un laboratorio di ricerca di biotecnologia presso l'Università di Bologna.
Qui sono riuscito a fare il mio mestiere fino al 2010, anno in cui le middle school hanno chiuso lasciando il personale non docente in redeployment o in pre-pensionamento. Ho mandato centinaia di applications per trovare lavoro nel mio ambito (IT) senza alcun successo, mai neanche un interview, forse perchè non avevo references locali… qui la diffidenza verso gli stranieri si taglia col coltello, la BREXIT e' stata votata dal 75% della popolazione, era latente nel 2006, ma abbiamo capito com'è andata solo recentemente guardando un bel film: "Brexit - the uncivil war” che la illustra e la spiega per bene, e fa capire che questo e' un popolo di razzisti, lo sono fino al midollo, ma ufficialmente sembra tutto il contrario!
Dal 2010 mi occupo di Highways & Parking per il Council, grazie alle reference che il Preside della Scuola Media ha scritto per me (ora vive in Australia) .
Con l'emergenza sanitaria COVID, quelli del nostro dipartimento sono stati redeployed a fare delivery di cibo, medicine e test COVID-19. Ci hanno anche reclutato (quasi dalla sera alla mattina) ai centri di test rapidi LFT per tutto Febbraio e Marzo. Da pochi giorni siamo tornati alla quasi normalità.
Dal punto di vista della carriera, cosa ti ha dato/ti dà l'Inghilterra in più dell'Italia?
Dal punto di vista della carriera mi ha dato l'opportunità di avere un lavoro fisso, ma se devo dire la verità, di fare carriera non se ne parla proprio. Noi siamo sempre i lavoratori migliori, quelli con più voglia di lavorare, non bidoniamo mai il datore di lavoro all'improvviso come fanno i local people soprattutto giovani, però ci fanno partire sempre da 0, quello che sappiamo già viene preso con le pinze, nel senso “sei un dottore pluri-specializzato?” Si però vuoi mettere quanto un dottore appena uscito dalle nostre Università ne sa di più?! In tutti i campi.
Ci chiediamo sempre, quando sentiamo parlare di qualche italiano che e' Primario qui o li'… ma come diavolo ha fatto?! Proprio non troviamo riscontro, nella nostra realta' del Sud UK, di avanzamenti di carriera da parte di Europei, solo le persone di etnia Indiana o Pakistana hanno posizioni di rilievo nella Sanita' Pubblica.
Come ti piace trascorrere il tempo libero, restrizioni permettendo?
Nel tempo libero ci piace passeggiare, andare in spiaggia coi nostri cani (avere un cane e' uno status, ti eleva a persona con cui si può parlare senza timore. “Hai un cane? Devi essere una brava persona", anche se fa veramente sempre un freddo cane causa il vento maledetto che soffia ogni singolo giorno!!!

Quali sono, per te, i pro e i contro di vivere all'estero?
I pro: sistema bancario e internet TUTTA LA VITA! Funziona tutto a meraviglia, burocrazia che ti risponde in pochi giorni.
I contro: non siamo forti a livello di comunità, gli italiani tendono a vantarsi in pubblico di essere perfettamente soddisfatti di tutto, mentre poi in privato si condividono gli stessi problemi e le stesse difficoltà. Tipo “quanto sono figo io che vivo a Londra e dei tuoi problemi non me ne frega, anzi sfigato tU che li hai avuti, vuol dire che non sai fare…”
Ecco invece i polacchi, i russi (Europa dell'Est) hanno una comunità fortissima e si aiutano tra di loro a trovare casa, lavoro, anche per altre necessità come la scuola per i figli ecc…
Abbiamo saputo poi che i Governi dei Paesi dell'Est prendono accordi con il Governo UK per cui non si vedrà mai un polacco che prende meno di un inglese per un lavoro simile essendo i contratti regolari e legali, mentre agli italiani vengono offerti lavori in nero pagati meno del minimo legale, ma non abbiamo mai conosciuto o sentito parlare di Est Europei in posizioni di prestigio ne' pubbliche ne' private, forse perché gli inglesi sono chiusi a riccio su questo frangente.
Abbiamo avuto modo di incontrare Indiani con ottime posizioni professionali che non perdono occasione per manifestare una specie di livore nei confronti di noi europei, noi italiani, con un atteggiamento di superiorità (medici o farmacisti).
Speriamo che i Governi Europei si ricordino di noi e sviluppino piani di rientro degli italiani che lo desiderano, infatti ci e' molto dispiaciuto che il Governo Italiano non comunichi con noi residenti all'estero, se non quando si tratta di votare; ad esempio, non abbiamo ricevuto l'informazione che i nostri Codici Fiscali non erano più validi, niente più tessera sanitaria, nessuna notizia dello SPID! Eppure tantissimi di noi hanno necessità di comunicare con le amministrazioni pubbliche italiane!
Ci dobbiamo arrangiare con internet che per fortuna qui funziona sempre benissimo, come già detto.
E' impossibile comunicare con i British del Sud UK su molti argomenti: forse perche' non ne hanno idea del mondo che gli sta intorno . Abbiamo conosciuto molti inglesi che girano il mondo ma di fatto non escono mai dai resort in cui vanno. Votano Brexit ma adesso si lamentano che non hanno gli Europei a raccogliere i pomodori e le fragole.
Votano Brexit e si impuntano perché i pescatori francesi sconfinano… Tutti dicevano “ah adesso con la Brexit, noi usciamo e prenderemo quel che ci serve dal Canada, gli infermieri dalla Cina e dintorni ecc... se l'Europa vuole i nostri prodotti, deve pagarli cari. E noi a pensare “ma cari signori, l'Europa sono 27 Stati, non li vogliono i vostri pesci, l'Europa ha il Mediterraneo e tutto il resto per trovare quello che gli serve”…
Ritengono poi che l'Europa abbia alzato le tariffe postali per metterli in difficoltà, quando sono le tariffe extra europee che soon più alte e questa era una conseguenza prevedibilissima della Brexit, ma…altra difficoltà… l'informazione pubblica (TG, giornali) e' estremamente vaga e superficiale: Brexit, Covid…. Meno male che c'e' internet altrimenti non avremmo capito niente di quello che stava succedendo!
Vorresti trasferirti da qualche altra parte e perché?
Certo perché qui ci sentiamo “ospiti” di persone che pensano di essere il popolo piu' fortunato del mondo, "che tutti gli altri popoli devono per forza essere un po' stupidi, altrimenti come mai siamo noi i piu' fortunati?” questo dicevano i ragazzini della Scuola Media dove ho lavorato! Vorremmo tornare in Europa e ce la faremo, anche se ora c'e' la crisi post Covid, peccato che l'Italia ci appaia confusa e in balia di cio' che decide l'Europa per lei…. Non abbiamo ancora deciso dove andare.