La crisi acuisce il senso di imprenditorialità negli espatriati

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Pubblicato 2021-02-03 alle 14:00 da Maria Iotova
Lo scorso giugno, il Fondo Monetario Internazionale aveva previsto un calo del 4,9% sulla crescita globale per il 2020, percentuale che è scesa al 4,4% in ottobre. Salto in avanti a febbraio 2021 e non ci sono ancora segni di ripresa o di ritorno alla normalità. Fortunatamente, la crisi del COVID-19 non ha avuto un impatto negativo sullo spirito imprenditoriale di tanti espatriati, che hanno trasformato questo periodo complesso in un'opportunità per innovare e potenziare la loro attività.

È interessante notare come alcune idee di business, tra cui Airbnb, Uber, Slack e Mailchimp, siano nate durante periodi di recessione come quello attuale. Se hai un'azienda o una start-up, leggi i consigli di Iraklis Alexopoulos, un espatriato greco a Dubai che ha saputo trasformare le sfide scaturite con la crisi sanitaria in una reale opportunità.

Le imprese attive sul mercato, in questo momento, stanno concentrando i loro sforzi per preservare la loro stabilità, restare competitive, ed assicurarsi una continuità futura. Secondo l'ultimo sondaggio di McKinsey, il 75% dei dirigenti d'azienda non sta investendo tanto nell'innovazione quanto sul rapporto con i clienti e sulla ridistribuzione delle risorse. Se vuoi che il tuo business sopravviva, devi entrare in sintonia con i nuovi comportamenti della tua clientela. Nessuno può dire con certezza a cosa assomiglierà il mondo degli affari dopo questa crisi, ma se abbracci i cambiamenti hai più possibilità di farcela.

La crisi come catalizzatore: il co-fondatore di Balloon, Iraklis Alexopoulos, racconta la sua esperienza di imprenditore

Iraklis è un espatriato greco che vive a Dubai da dieci anni; prima ha lavorato un anno a Berlino. E' il co-fondatore di Balloon, una piattaforma virtuale di eventi che consente di creare eventi personalizzati da monetizzare.

Quando nasce Balloon?

L'idea di Balloon è nata prima che il Covid-19 fosse dichiarato una pandemia. Nel febbraio dello scorso anno, io e il mio partner in affari, apprendevamo la notizia che alcuni eventi di tiratura mondiale, tipo il Mobile World Congress di Barcellona, ​​erano stati cancellati. E' venuto spontaneo chiederci cosa potevamo fare per risolvere questo problema. Balloon è nato così, da idee sparse qua e la, che ci sono venute come conseguenza della crisi sanitaria. Il fatto che io e il mio collega non ci potessimo incontrare di persona non è stato un problema. Pur vivendo nella stessa città eravamo abituati già da prima a lavorare da remoto e a parlarci attraverso piattaforme online. 

Come ha influito la crisi sulla creazione di Balloon?

Per Balloon, questa crisi, è stata un catalizzatore. La pandemia ha accelerato la creazione di eventi virtuali. Una crisi non deve essere necessariamente globale; può essere una crisi personale o specifica del mercato. Durante qualsiasi crisi, sei portato ad usare le tue risorse e il tuo tempo con più oculatezza. Un periodo difficile rappresenta un'opportunità per agire. 
Credo che dipenda molto dalla personalità del singolo. Per me, una crisi impone prudenza.

Quali lezioni hai imparato dal Covid-19?

Il lavoro a distanza, che è stata una novità per molte persone, è qualcosa che conosco molto bene a causa della natura dei miei affari. Tuttavia, lavorare da casa può essere complicato. È molto facile farsi prendere dal lavoro e trascurarando sè stessi. Su questo punto devo migliorare perchè tendo a farmi assorbire completamente dai progetti lavorativi a discapito della mia vita privata.

Vedere un'opportunità e coglierla sono due cose diverse. Quale opportunità si è presentata e cosa ti ha spinto a coglierla?

Il fatto che gli eventi in cui si raggruppano tante persone, possano costituire un elemento di rischio, è un problema che è sempre esistito. L'opportunità è nata perchè le condizioni attuali sono favorevoli. Prima del Covid-19 non sarebbe stato semplice educare e convincere le persone del valore degli eventi virtuali. Ma durante la pandemia il comportamento delle persone è cambiato, sono state costrette a farlo.

Con quali sfide professionali ti sei scontrato a causa del Covid-19?

Per me è stato uno dei momenti più produttivi della mia vita. Non mi sono mai sentito limitato dal fatto di non poter lavorare in squadra. Sono un sostenitore del lavoro asincrono, che significa che non tutto deve accadere nello stesso momento per tutti. Mi piace annotare le mie idee, la mia visione di business, i miei progetti... poi lascio carta bianca alla mia squadra, così anche loro possono prendere delle iniziative. Lavorando in modo sincrono, con scambio subitaneo di idee, non lasci alle persone il tempo di pensare in profondità ad un progetto. L'unica sfida che abbiamo affrontato è legata all'apertura dell'azienda. A causa delle restrizioni sanitarie, alcune formalità risolvibili in poche settimane, hanno richiesto mesi.

Come gestisci i rischi in questo periodo così incerto?

C'è sempre la possibilità che qualcosa vada storto. E' importante pensare fin dall'inizio ad un piano b, nel caso le cose non vadano come sperato, e ragionare con dei numeri sotto mano. Ciò detto non bisogna nemmeno farsi sopraffare da troppi dati. L'importante è essere in possesso di informazioni cruciali che aiutino a prendere la decisione giusta. La pandemia ci ha mostrato come le cose che davamo per scontate possono sgretolarsi nello spazio di poco. Questa crisi mi ha messo nella condizione di riflettere in modo meno convenzionale su quello che può andare storto.

Come fai per adattarti ai cambiamenti?

Generalmente sono a disagio quando mi sento a mio agio. Anche se è doloroso vivere situazioni che mi mettono alla prova, le affronto perchè questo mi aiuta a crescere. 

Che consigli ti senti di dare a chi volesse avviare un'attività in questo momento? 

Sono un grande fan dei "perché". Se qualcuno volesse avviare un'attività, in primis chiederei perchè voglia lanciarsi in questa avventura, per comprenderne motivazioni ed obiettivi. Storcerei il naso se la persona non avesse una visione precisa di quello che vuole ottenere grazie al suo business. Solitamente le persone sono frenate da una paura inconscia di sbagliare o perchè sono sopraffatte dalla quantità di lavoro e dagli sforzi che devono compiere per avviare un'attività. Se hai paura di fallire, pensa in anticipo a quello che potrebbe andare storto e trova delle soluzioni. Da ultimo inviterei la persona a riflettere su cosa significa per lei il successo. Tra cinque anni, come andranno i tuoi affari? Dove sarai? Gestire un'impresa è come essere sulle montagne russe, affrontale solo se ti senti pronto.