Impatto del COVID-19 sul controllo delle frontiere nel mondo

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Pubblicato 2020-06-01 alle 12:20 da Veedushi
A causa della rapida evoluzione del COVID-19, la maggior parte dei paesi nel mondo ha dovuto implementare i controlli alle frontiere autorizzando solo voli di rimpatrio e voli commerciali essenziali. Anche i trasporti marittimi e su strada hanno subito una battuta d'arrivo con pesanti risvolti sull'economia mondiale e sugli spostamenti delle persone.  Oggi molti nazioni stanno riaprendo frontiere, ma a determinate condizioni. Ecco un aggiornamento. 

La pandemia di coronavirus ha avuto delle ripercussioni senza precedenti sugli spostamenti delle persone. Europa, Americhe, Asia e Medio Oriente hanno messo in atto una serie di restrizioni alle frontiere per contenere la diffusione del virus, con risultati alterni. Ad oggi, con un bilancio superiore a 105.000 vittime, gli Stati Uniti sono tra i paesi più colpiti. Inizialmente gli USA avevano impedito l'ingresso sul territorio solo a determinate nazionalità. Di contro, l'Australia, ha sempre e solo autorizzato il rimpatrio dei suoi cittadini e dei residenti.  

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, la chiusura delle frontiere non costituisce l'unica misura utile al controllo dei contagi. Al fine di limitare l'impatto della pandemia sull'economia europea, alcuni paesi dell'UE autorizzano ora gli spostamenti della popolazione ma solo all'interno dello Spazio Schengen.

L'impatto economico del COVID-19 sul settore turistico

Uno dei pilastri dell'economia mondiale è il settore dei viaggi, che ingloba sia turismo che immigrazione. In base alle previsioni del World Economic Forum, quest'anno le perdite causate dal COVID-19 ammonteranno a 253 miliardi di dollari. Per i mesi di Giugno, Luglio ed Agosto si prevede un incasso mancato di 76 miliardi di dollari. Sul piatto della bilancia va anche messa la perdita del lavoro per i professionisti del settore, nello specifico parliamo di 25 milioni di licenziamenti nel campo dell'aviazione e 100 milioni in quello del turismo. 

La riapertura graduale delle frontiere europee

Dal 15 giugno 2020, i cittadini dello Spazio Economico europeo e gli Svizzeri possono viaggiare all'interno dell'Unione Europea. La Germania sarà uno dei primi paesi a riaprire i suoi confini ai cittadini dei paesi limitrofi. Il Portogallo accoglierà sia i cittadini dell'UE che quelli provenienti da paesi di lingua portoghese come il Brasile. Queste misure sugli spostamenti interessano 26 paesi membri dell'UE, nonché Regno Unito, Svizzera, Islanda, Norvegia e Liechtenstein. La Germania sta cercando di rilanciare l'industria del turismo, che è uno dei principali motori della sua economia. Altre nazioni sono ancora in trattativa con quelle confinanti. 

La Danimarca, ad esempio, consente l'ngresso sul suo territorio ai Norvegesi, ma solo per turismo. In Grecia, i cittadini di 29 nazioni, compreso qualche paese terzo, hanno accesso sul territorio anche per questioni non essenziali. La Repubblica Ceca e l'Ungheria autorizzano ai residenti di spostarsi tra i due paesi. Dal 1 luglio, la Spagna apre i confini agli europei, senza obbligo di quarantena. 

Le misure post COVID-19

Per rilanciare l'industria del turismo molti paesi hanno scelto di revocare alcune restrizioni, tra cui la quarantena. D'ora in poi, le persone autorizzate a viaggiare dovranno solo sottoporsi al test per il depistaggio del coronavirus. In Portogallo, ad esempio, a partire dal 1 luglio 2020, alcune regioni hanno istituito dei comitati di accoglienza per i turisti internazionali. I viaggiatori dovranno sottoporsi al test nelle 72 ore precedenti la partenza dal loro paese di origine o all'arrivo in Portogallo. I test sono a carico delle autorità locali.

I paesi nordici hanno deciso che le persone in arrivo, con sintomi da COVID-19, debbano sottoporsi ad un periodo di isolamento con l'obbligo di rispettare alla lettera le istruzioni fornite dalle autorità locali. Nei paesi baltici come Lituania, Estonia e Lettonia, i cittadini di paesi terzi verranno automaticamente messi in quarantena all'arrivo per 14 giorni.

Anche l'Australia e la Nuova Zelanda restano caute. Per incentivare la ripresa economica, nonchè i settori del turismo e dei trasporti, hanno decretato la Tasmania un territorio esente da quarantena. Le varie misure messe in atto per rilanciare questa zona tenendola al sicuro verranno in seguito estese ad altri paesi del Pacifico. 

Nel resto del mondo

L'ingresso di cittadini stranieri resta proibito, fino a nuovo ordine, nella maggior parte dei paesi asiatici. In Indonesia sono ammessi solo residenti permanenti, operatori umanitari e diplomatici. Tuttavia, dato il basso tasso di contaminazione, il paese spera di poter rilanciare l'industria turistica entro ottobre 2020. La Tailandia procede in modo speculare anche se probabilmente l'accesso al territorio tailandese sarà limitato, e alcune zone resteranno inaccessibili anche dopo l'apertura delle frontiere. Le restrizioni sui voli commerciali internazionali, ad eccezione dei voli di rimpatrio, sono state prorogate al 30 giugno.

Il confine messicano con gli Stati Uniti rimane chiuso fino al 22 giugno. Per il momento, sono autorizzati solo voli essenziali.

Articolo tradotto da How the COVID-19 has affected border control around the world