Votare nel Paese d'origine quando vivi all'estero

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Pubblicato 2024-03-08 alle 11:00
Il diritto di voto, per chi vive all'estero, è sempre al centro del dibattito. Per molti si tratta di un diritto inalienabile che non dovrebbe essere intaccato trasferendosi in un Paese straniero. Per altri invece, dato che gli espatriati non sono interessati dalla maggior parte delle politiche della nazione d'origine, soprattutto se vivono fuori da molto tempo, non sia importante o addirittura opportuno che votino.

La maggior parte dei Paesi consente ai suoi cittadini residenti all'estero di votare

La prima domanda da porsi è: gli espatriati possono votare dall'estero? Fortunatamente la risposta è "sì", nella maggior parte dei casi. Il documento "Voting from abroad in European Parliament elections" (Voto dall'estero alle elezioni per il Parlamento Europeo), emesso dall'Unione Europea, afferma che nell'UE solo quattro paesi impediscono ai loro cittadini di votare dall'estero: Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia e Malta. 

In Irlanda, il diritto di voto dipende dall'indirizzo di residenza; gli unici irlandesi all'estero, autorizzati a votare, sono i diplomatici e i militari. Gli espatriati maltesi possono votare, ma devono tornare sull'isola a proprie spese per farlo. Questa è la stessa restrizione che vincola molti espatriati di altri Paesi non appartenenti all'Unione Europea. Israele e Mauritius sono due esempi. Un milione di israeliani, e  300.000 mauriziani nel mondo, devono pagare un costoso volo aereo per tornare in patria a votare.

Ci sono degli Stati che applicano altri tipi di restrizioni ai loro cittadini che vivono all'estero. Gli espatriati neozelandesi, ad esempio, possono votare solo se hanno vissuto in Nuova Zelanda per un anno consecutivo, in qualsiasi momento della loro vita, anche da piccoli. Questo toglie il diritto di voto ai figli degli espatriati: pur avendo acquisito la nazionalità neozelandese per nascita, non hanno mai vissuto in Nuova Zelanda. I tedeschi all'estero possono votare solo se hanno soggiornato in Germania per 3 mesi consecutivi negli ultimi 25 anni (e questi ultimi 25 anni devono essere successivi al loro 14° compleanno). 

Alcune nazioni hanno concesso il diritto di voto ai loro cittadini residenti all'estero solo in tempi recenti. Gli espatriati sudafricani possono farlo dal 2013-2014, mentre gli espatriati indiani, che sono circa 18 milioni in tutto il mondo, possono votare alle elezioni nazionali solo dal 2010. Il Regno Unito ha modificato la legge nel 2024 estendendo il diritto di voto a tutti gli espatriati, mentre in precedenza potevano votare solo quelli che erano all'estero da meno di 15 anni.

Per alcuni Paesi, votare essendo espatriati non è solo una responsabilità, ma un dovere! Ci sono nazioni dove il voto è un obbligo di legge e, a volte, questa obbligatorietà si estende anche ai cittadini residenti all'estero. È il caso del Sud America. Gli espatriati argentini sono esenti dall'obbligo di voto, ma quelli brasiliani e peruviani no. Se non votano rischiano una sanzione.

Perché votare se sei un espatriato

Perché votare quando vivi all'estero? Se è vero che alcune politiche nel tuo Paese d'origine non ti riguardano direttamente, hanno comunque un impatto sui tuoi familiari che ci vivono, e ti interesseranno se/quando tornerai in patria. E' questo il motivo per cui tanti espatriati insistono sul diritto di voto, sia per posta che di persona presso l'ambasciata/il consolato del loro Paese.

Naturalmente, alcune politiche/problematiche che riguardano la nazione d'origine continuano a interessare gli espatriati, anche se non torneranno più a viverci. La pensione, le tasse sugli immobili, la sanità ecc..

Molti espatriati britannici potrebbero non aver votato per il referendum sulla Brexit nel 2016, ad esempio, e questo ha avuto un impatto sulla loro libertà di movimento, sul loro accesso ai servizi bancari e persino sulla loro idoneità a guidare nell'UE: tutto questo indipendentemente dal fatto che tornino o meno nel Regno Unito. A causa degli elevati costi di tenuta dei conti bancari per i non residenti, dopo la Brexit alcune banche con sede nel Regno Unito hanno informato i loro clienti britannici, residenti nell'UE,che i loro conti sarebbero stati chiusi.

Nel 2022-2023, prima che la Spagna e il Regno Unito raggiungessero un accordo sulle patenti di guida, gli espatriati britannici hanno passato dei mesi difficili. Molti di loro, in Spagna da decenni, non sapevano che avessero potuto continuare a guidare con la patente britannica. Sul forum di Expat.com, scrivono che la Brexit ha avuto un impatto concreto sulla loro esperienza all'estero. Tutto ciò dimostra quanto sia importante votare per gli espatriati. 

Anche votare per esprimersi sulle leggi in materia di ricongiungimento familiare è fondamentale per gli espatriati, dato che molti di loro si sposano o intraprendono relazioni a lungo termine con cittadini stranieri. Il voto può avere un impatto sulla possibilità di trasferirsi con il coniuge nel proprio Paese d'origine. Può influire sull'ottenimento della nazionalità per i figli nati all'estero (ius sanguinis).

Per gli espatriati omosessuali, il voto impatta il riconoscimento del matrimonio/unione con un partner dello stesso sesso, o transessuale, se tornassero a casa come coppia. Potrebbero anche non avere intenzione di tornare definitivamente nella nazione d'origine, ma potranno andare in vacanza con il loro partner e condividere una camera d'albergo senza incorrere in problemi con la legge locale?

Votare come espatriato può essere importante per contribuire a salvaguardare - o anche solo a creare - i diritti fondamentali e, in alcuni casi, persino a tenere a bada i partiti di estrema destra nel proprio Paese. Nel 2015 e nel 2018, ad esempio, gli espatriati irlandesi hanno lanciato la campagna #HomeToVote per incoraggiare gli espatriati a prendere un volo per tornare in Irlanda e votare in occasione del referendum che avrebbe legalizzato il matrimonio omosessuale e l'aborto.

I motivi per non votare come espatriato

Naturalmente, ci sono anche delle barriere e persino dei disincentivi a votare quando si vive all'estero. La prima barriera è l'accessibilità. Pur avendo diritto al voto, la procedura per farlo potrebbe essere poco pratica o macchinosa al punto che sembra non valerne la pena. 

Sul forum di Expat.com, alcuni espatriati hanno espresso il loro disappunto sulla questione legata al voto, dicendo di non aver mai ricevuto la scheda elettorale o di averla ricevuta troppo tardi. Il disguido, però, potrebbe essere legato al servizio postale della nazione ospitante. Per votare di persona, alcuni espatriati devono recarsi in ambasciata/consolato, ma cosa fare se la sede si trova in un'altra città o all'altro capo del Paese? In questo caso, bisognerà prendere qualche giorno di ferie dal lavoro e spendere soldi per il viaggio.

Altri espatriati che hanno la doppia nazionalità (hanno la cittadinanza nella nazione di espatrio) potrebbero pensare che non sia necessario, o che sia addirittura scorretto, votare in due elezioni. Potrebbero preferire votare alle elezioni del secondo Paese di cui sono ora cittadini. Soprattutto per gli espatriati che vivono all'estero da decenni, il senso di attaccamento alla nazione d'origine potrebbe essersi affievolito nel tempo. 

Votare è spesso un gesto che nasce da un sentimento patriottico e alcuni espatriati potrebbero non provare più questo sentimento dopo tanto tempo all'estero. Potrebbero anche sentire di avere perso il contatto con la realtà del Paese d'origine e di non essere più in grado di votare con cognizione di causa. Potrebbero andare raramente a casa, o mai, o non avere più una famiglia sul posto (la maggior parte dei loro familiari potrebbe essere emigrata o i loro genitori anziani potrebbero essere morti).

C'è anche chi critica gli espatriati perchè, secondo loro, votano su questioni che non li riguardano davvero, o molto meno rispetto agli abitanti del posto. I media indiani, ad esempio, riportano che tanti NRI (Non-Resident Indians) negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito hanno votato per l'attuale governo alle ultime elezioni del 2019. I loro compatrioti li hanno criticati, additandoli per aver espresso un giudizio senza cognizione di causa. 

Votare quando si è espatriati è una questione complessa. Non solo riflette i legami tra individui, nazioni e ideali, ma simboleggia anche la capacità dei cittadini di influenzare le decisioni politiche del proprio Paese, anche vivendo all'estero. Votando, gli espatriati dimostrano il loro attaccamento alla patria e partecipano alla vita politica, nonostante la distanza fisica. In generale, votare quando si vive all'estero è un modo per affermare il senso di appartenenza alla propria nazione d'origine, ovunque ci si trovi nel mondo!