Lavorare all'estero senza visto di lavoro: è possibile?

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Pubblicato 2024-02-26 alle 13:00 da Asaël Häzaq
Nella maggior parte dei casi, avere un visto di lavoro ti permette di lavorare all'estero. Più o meno facile da ottenere, a seconda dei Paesi, è un documento essenziale per tanti espatriati. Ci sono delle situazioni in cui è possibile lavorare anche senza un visto di lavoro. Ti spieghiamo dove e in che ambiti.

Cittadini europei che lavorano nell'UE

In linea generale, ai cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea (UE) non è richiesto un permesso per lavorare in un altro Paese dell'UE. La cittadinanza europea, istituita nel 1992 dal Trattato di Maastricht, è stata ulteriormente rafforzata dal Trattato di Amsterdam nel 1997. La cittadinanza europea viene concessa automaticamente ai cittadini degli Stati membri dell'UE. Non sostituisce la nazionalità, ma si aggiunge ad essa. Sebbene non esista un concetto di "nazionalità europea" (la nazionalità rimane di competenza dei singoli Stati), essa costituisce una forma di cittadinanza che garantisce diritti specifici, come la libertà di muoversi e lavorare in tutto il territorio europeo, senza bisogno di un permesso di lavoro.

Nell'UE esistono due categorie principali di lavori: le professioni regolamentate e quelle non regolamentate. La maggior parte delle professioni consente ai cittadini europei di lavorare liberamente in un altro Paese europeo. Le professioni regolamentate, tuttavia, seguono una procedura ben precisa. Gli stranieri che desiderano lavorare in una professione regolamentata devono sottoporsi a un rigoroso processo di ammissione. Devono dimostrare le loro qualifiche professionali presentando una richiesta per ottenere la tessera professionale europea (EPC). Questa richiesta, che può essere effettuata online, interessa farmacisti, fisioterapisti, infermieri (assistenza generale), agenti immobiliari e guide alpine. Gli espatriati che lavorano in settori ad alto rischio, o in professioni specifiche (ad esempio gli avvocati), possono essere soggetti a controlli da parte del Paese ospitante. 

L'iniziativa della Danimarca

Dal 17 novembre 2023, un nuovo regolamento, emesso dal Ministero dell'Immigrazione danese, consente agli espatriati non europei, che soddisfano determinati criteri, di lavorare in Danimarca senza un visto di lavoro. Per essere ammessi, gli interessati devono essere impiegati da un'azienda, con sede all'estero, affiliata con un'azienda con sede in Danimarca, che abbia un minimo di 50 dipendenti. Questa misura, rivolta a cittadini di Paesi terzi, è soggetta a limiti temporali: possibilità di lavorare per un'azienda danese per un massimo di due periodi di 15 giorni, su un totale di 180 giorni. Dopo ogni periodo lavorativo di 15 giorni, devono uscire dalla Danimarca e possono rientrare solo dopo 14 giorni (minimo).

Il provvedimento riguarda diversi settori, tra cui edilizia, agricoltura, silvicoltura, orticoltura, alberghiero/ristorazione, pulizie, trasporto merci, manager, dirigenti, quadri e posizioni che richiedono competenze tecniche specifiche. La Danimarca precisa che alcune figure professionali sono esenti dall'obbligo di visto, come i cittadini europei, i membri del Consiglio di amministrazione (con un limite di 40 giorni all'anno) e i lavoratori impegnati in missioni specifiche (con un limite di 90 giorni all'anno). Gli artisti possono lavorare in Danimarca senza visto se partecipano a un evento artistico "importante". Anche i docenti, se ospiti di scuole danesi, possono insegnare senza visto di lavoro, a patto che insegnino per un massimo di 5 giorni, nell'arco di 180 giorn,i presso una scuola del Ministero dell'Istruzione Superiore o del Ministero della Cultura.

Lavorare senza permesso di lavoro in Canada

La sezione 186 dell'Immigration and Refugee Protection Regulations (IRPR) delinea le categorie di cittadini stranieri autorizzati a lavorare in Canada senza permesso di lavoro. La legge si applica in primo luogo ai visitatori d'affari, ovvero a coloro che svolgono attività commerciali per conto di un'azienda straniera in Canada, che seguono o forniscono formazione presso la filiale canadese del loro datore di lavoro straniero o che rappresentano un'azienda straniera finalizzata alla vendita in Canada. 

Se a questi profili viene riconosciuto lo status di visitatori per affari, possono entrare senza permesso di lavoro. Un'esenzione simile interessa anche i rappresentanti stranieri, accreditati dal Ministero degli Affari Esteri, e le loro famiglie.

Possono beneficiare di questa misura i diplomatici stranieri, i dipendenti statali e gli artisti che si esibiscono in Canada, ad esclusione delle produzioni cinematografiche, radiofoniche o televisive. L'esenzione dal permesso di lavoro interessa anche professionisti come docenti, arbitri sportivi ufficiali, membri della direzione che organizza una convention, tra gli altri.

Esiste un'ulteriore esenzione per i permessi di lavoro a breve termine: limitata a 15, 30 o 120 giorni, che rientra nella Strategia Globale per le Competenze. Le autorità per l'immigrazione sottolineano che questa esenzione si applica solo ai professionisti che arrivano in Canada per motivi strettamente lavorativi e che verranno effettuati dei controlli per verificare l'idoneità dei richiedenti. L'esenzione dal permesso di lavoro non significa esenzione dal visto d'ingresso in Canada.

Visto, permesso di lavoro, permesso di soggiorno: quali sono le differenze?

Sebbene a volte si crei confusione tra i termini, la regola generale è la stessa.

Un visto ti permette di entrare e soggiornare legalmente in Canada per un periodo di tempo determinato e per uno scopo specifico. I Paesi che hanno firmato accordi di esenzione dal visto permettono ai loro cittadini di entrare e soggiornare legalmente nei Paesi coperti dall'accordo, per il periodo stabilito dallo stesso (generalmente 90 giorni). Nota bene: il "visto per lavoro" autorizza il cittadino straniero a entrare nel Paese per ottenere un permesso di lavoro. Si tratta quindi di un permesso d'ingresso, non di un permesso di lavoro. Questo aspetto viene spesso confuso, soprattutto perché alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e il Sudafrica, possono autorizzare il lavoro con un visto di lavoro.

Un permesso di lavoro consente a un cittadino straniero di lavorare legalmente sul territorio nazionale, per un periodo specifico, in un lavoro specifico e per un datore di lavoro specifico.