Covid-19: stiamo tornando alla normalità?

Vita quotidiana
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Pubblicato 2022-06-07 alle 10:00 da Asaël Häzaq
La maggior parte dei Paesi nel mondo ha riaperto i confini. Le restrizioni sanitarie sono state completamente rimosse o allentate. Sebbene il virus stia ancora circolando e stia mutando, fa meno paura. Questo significa che non ci saranno più lockdown?

Anche il Giappone sta lentamente uscendo dalla sua bolla, ma è ancora troppo presto perché turisti ed espatriati possano entrare sul territorio. Ha senso parlare di "ritorno alla normalità"? È davvero possibile tornare alla vita come la intendevamo prima del Covid?

Ritorno alla normalità?

Per la maggior parte di noi, espatriati compresi, la vita normale "ora" significa poter sorridere senza indossare la mascherina. Prima c'erano le strette di mano, i due baci sulla guancia o un abbraccio quando si incontrava un amico per strada. Prima non c'erano restrizioni per andare allo stadio, al teatro o al cinema. Nessun test obbligatorio per viaggiare, niente quarantena o isolamento. Il mondo conosceva solo i virus stagionali e sapeva come proteggersi: il vaccino antinfluenzale, il lavaggio regolare delle mani per evitare di prendere la gastroenterite, ecc...

Poi è arrivato il Covid e si è portato via tante vite umane. Per due anni il mondo ha vissuto nel terrore, tra tregue e ricadute. Finalmente, la primavera del 2022 ha portato una ventata di aria fresca. Il mondo sembra essere tornato alla normalità e le economie si stanno riprendendo. La maggior parte delle frontiere è aperta e le restrizioni sanitarie e di viaggio sono state ridotte al minimo. Tanti nazioni stanno togliendo l'obbligo del test PCR in ingresso. 
Dal 25 maggio scorso si può entrare liberamente in Belgio e in Oman, e dal 1 giugno anche in Germania. Da tempo la Slovenia, la Mongolia, la Norvegia, il Regno Unito, l'Ungheria, l'Islanda e l'Irlanda hanno revocato le restrizioni. Da allora le strade e le terrazze di bar e ristoranti si sono ripopolate. Ma anche se le cose stanno lentamente tornando alla normalità, il Covid c'è ancora.

Non ci siamo sbarazzati del Covid

Ogni giorno, più di 520.000 persone nel mondo risultano positive al Covid-19. Questa cifra è in costante aumento, così come il bilancio delle vittime. Finora sono morte più di 6 milioni di persone. Nel primo trimestre del 2022, quando i paesi hanno annunciato la fine totale o parziale delle restrizioni anti Covid, la situazione era, in alcuni casi, più grave rispetto a quando le restrizioni erano in vigore. 

La Francia, ad esempio, quando a inizio marzo ha deciso di revocare alcune limitazioni, era appena uscita da un'ondata che aveva fatto registrare una media di 50.000 casi al giorno. Il 14 marzo ha tolto l'obbligo del pass sanitario. Il numero di casi ha continuato a salire, fino a raggiungere il picco di 130.000 nuove infezioni al giorno. E' improbabile che adesso il governo faccia un passo indietro, a differenza di altri paesi come il Canada. Dopo lo scoppio di una nuova ondata di Covid-19, con più di 30.000 casi al giorno, il Canada ha reintrodotto l'obbligo di indossare la mascherina. L'ordine è stato revocato il 14 maggio, dato che il numero di nuovi casi positivi è sceso a meno di 5.000 al giorno. In Francia, il numero di nuovi contagi è sceso a circa 16.000 al giorno.

Non essere più obbligati a portare la mascherina è il segno che la situazione sta migliorando. Per le persone sorde e con problemi di udito, è una vera liberazione. Se ne è parlato poco, ma è d'obbligo dire che le restrizioni hanno avuto un doppio impatto su di loro. La mascherina trasparente è stata un flop: costosa e inutile allo scopo. Impossibile leggere le labbra di una bocca coperta. Gli elastici delle mascherine danneggiano gli apparecchi acustici. I diretti interessati parlano di un "doppio isolamento" e di un "isolamento progressivo" dalla vita sociale. Poter togliere la mascherina è, per loro, un doppio sollievo.

Le nuove varianti preoccupano

Prima di parlare di ritorno alla normalità è importante rendersi conto che il virus circola ancora. Dopo Omicron, la variante XE preoccupa i ricercatori che la ritengono potenzialmente più contagiosa. 
Il Regno Unito, la Spagna, la Finlandia, la Francia, così come il Sudafrica e la Nuova Zelanda, tra gli altri, sono in allerta da gennaio. Anche il vaiolo delle scimmie, pur non essendo in alcun modo legato al Covid-19, potrebbe rivelarsi più preoccupante del previsto.

Per la comunità scientifica non dobbiamo abbassare la guardia di fronte a un virus che può adattarsi all'ambiente e mutare. Se da un lato le persone non ne possono più delle restrizioni, dall'altro bisogna dire che questo virus è imprevedibile. La globalizzazione e la mobilità internazionale contribuiscono alla sua propagazione e ci sono grandi fette di popolazione, soprattutto nei Paesi africani, dove il programma di aiuti COVAX sembra aver fallito.

In conclusione

In sostanza, un possibile ritorno alla normalità interessa solo alcuni gruppi di persone. Chi soffre di Covid lungo non si è ancora ripreso. Il personale medico è sotto pressione e non ha una vita normale. I malati, la cui patologia è peggiorata per mancanza di cure (quando la maggior parte dei letti era occupata da pazienti affetti da Covid) soffrono più di prima... o sono purtroppo deceduti. Le persone che hanno perso o cambiato lavoro, chi sta ancora aspettando un vaccino anti-Covid… per loro tutto è cambiato. Alla luce di tutto ciò, non si può parlare di ritorno alla normalità, ma piuttosto di adattamento alla condizione attuale.