Paesi che ti pagano per viverci: sfatiamo i falsi miti

Vita quotidiana
  • future expat choisissant sa destination
    Shutterstock.com
Pubblicato 2022-01-06 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Non abbiamo mai avuto così tanta voglia di viaggiare. E se l'esperienza si accompagna a dei vantaggi, tanto meglio! Sentiamo spesso parlare di “città da sogno”, che offrono diversi incentivi e una qualità di vita invidiabile. Alcune pagano addirittura gli stranieri che ci si trasferiscono. Realtà o specchietto per le allodole? Che ruolo gioca la crisi economica in queste campagne per attrarre espatriati?

L'Alaska sa bene come suscitare l'interesse di chi ama viaggiare. Tra i suoi punti di forza: grandi spazi verdi, natura incontaminata… E il petrolio. L'Alaska è una delle più grandi regioni petrolifere degli Stati Uniti. Sono state proprio le royalties petrolifere che hanno consentito di creare, nel 1976, un fondo permanente il cui importo viene distribuito tra gli abitanti. Crisi sanitaria o meno, il fondo permette di accaparrarsi 1.000 dollari l'anno (1.114 nel 2021, ovvero 980 euro) con la possibilità di un bonus, che può apportare qualche centinaio di dollari in più. Un altro vantaggio: lo stato dell'Alaska è esente da tasse. Per ricevere parte del fondo, ci sono delle condizioni da soddisfare: risiedere stabilmente in Alaska (non assentarsi per più di 180 giorni), non aver commesso un reato, non essere stato incarcerato... essere un cittadino modello insomma. Anche se il bonus annuale è un bel incentivo finanziario, siamo lontani dall'aver vinto alla lotteria. Amore per la natura, opportunità professionali, voglia di cambiare vita... è meglio far leva su queste motivazioni prima di fare il grande passo e andare a vivere in Alaska.

Cavalcare l'onda del telelavoro

Vanta la stessa natura incontaminata dell'Alaska. Famoso per le sue foreste e i paesaggi mozzafiato, il Vermont è tra le zone meno popolate degli Stati Uniti: 640.000 abitanti contro i quasi 39.500.000 della California e i 29,2 milioni del Texas. Per attirare l'attenzione degli stranieri, in particolare dei giovani, il Vermont offre una sovvenzione di 10.000 dollari ai telelavoratori (Remote worker grant), della durata di due anni. Unica condizione: stabilirsi nel Vermont. Svantaggio: chi prima arriva, prima alloggia. Una volta raggiunto il tetto massimo dei contributi disponibili, il Vermont chiude le porte.

Puntare sui giovani talenti

Terra multietnica, il Kansas è rinomato per i suoi panorami, la ricchezza della sua gastronomia e della sua storia. Lo Stato conta 2,95 milioni di abitanti. E' la capitale, Topeka, che punta ad attrarre i giovani talenti di domani. Se si trasferiscono in loco, ricevono una sovvenzione che va fino a 15.000 dollari (circa 13.200 euro). Le condizioni: trovare un datore di lavoro che partecipa al programma "Scegli Topeka", trasferirsi nella capitale (acquistare o affittare una casa nella contea di Shawnee, dove si trova Topeka). La città fa affidamento sulla ricchezza della sua cultura (numerosi musei, ristoranti, siti artistici...) e sulla sua diversità per suscitare l'interesse dei talenti internazionali.

Dare nuova vita ai piccoli centri

Situato nelle Asturie, nel nord-ovest della Spagna, il villaggio di Ponga ha acquisito,  suo malgrado, una certa notorietà. Sotto il peso dell'urbanizzazione, nel corso degli anni ha visto la sua popolazione partire e trasferirsi in centri più industrializzati. Ponga, con la sua anima rurale, stenta a suscitare interesse, soprattutto tra i giovani. Per non sprofondare nell'oblio, questo paesino di 684 abitanti offre 3.000 euro a ogni giovane coppia che si trasferisce nella zona, e dà loro altri 3.000 euro per ogni figlio che nasce in loro. TV, stampa, Internet parlano spesso di questo borgo medievale. Questa pubblicità è gradita e incoraggiata dal Comune, che spera di preservare e soprattutto far rivivere il suo patrimonio. Anche Rubiá, in Galizia, porta avanti un'operazione simile e offre un bonus mensile da 100 a 150 euro per attirare nuovi residenti. Stessa strategia in vari borghi e regioni italiane: Candela, Santo Stefano di Sessanio, Molise e Calabria offrono incentivi finanziari, e puntano sul loro ricco patrimonio storico, culturale, paesaggistico e gastronomico, per invogliare giovani stranieri ad andarci a vivere.

Focus sulle start-up

Il Cile sta conquistando il mondo delle start-up con “Start-up Chile” (SUP), ente governativo gestito dall'Agenzia cilena per lo Sviluppo economico. Presentandosi come un acceleratore di crescita, Start-up Chile consente ai nuovi imprenditori di avviare e far crescere la propria attività, attraverso la concessione di sussidi. Lanciato nel 2010, SUP promuove la parità di genere. L'organizzazione incoraggia le candidature di imprenditrici e garantisce che il 50% delle aziende selezionate sia guidato da donne.
Anche l'Irlanda punta sulle start-up. Il governo ha lanciato "Enterprise Ireland", un'organizzazione che promuove le imprese irlandesi nel mondo. Per ricevere aiuti dal governo, la start-up deve essere registrata in Irlanda, creare almeno 10 posti di lavoro e generare 1 milione di euro di fatturato nei primi 3 anni di attività. In cambio, Entreprise Ireland fornisce, oltre al supporto finanziario, anche un supporto logistico. L'Irlanda applica un'imposta sulle società molto bassa ed ha buone relazioni commerciali con l'Unione europea e il Regno Unito. Nel 2020 la nazione ha stanziato circa 120 milioni di euro in favore delle start up, per sostenere la loro attività danneggiata dal Covid-19.

Grecia, Croazia... e tanti altre Paesi offrono incentivi per stabilirsi sui loro territori. Si tratta di contributi, sussidi, ma non di somme di denaro concesse per il semplice motivo di andare a vivere in un determinato luogo. Gli espatriati devono infatti creare un'impresa, generare posti di lavoro e partecipare attivamente alla vita economica della nazione che li ospita.

In un mondo messo in ginocchio dalla pandemia, questi incentivi sono un investimento per il futuro. No all'immobilismo, sì alla creatività e all'innovazione. Due pilastri di vitale importanza per la crescita economica.