Ti trasferisci all'estero? Attenzione all'ostilità della popolazione locale

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Pubblicato 2024-04-18 alle 10:00 da Natallia Slimani
Secondo un articolo pubblicato su DutchNews.nl, il risentimento (o expat bashing, in inglese) nei confronti degli espatriati sembra essere diventato una vera e propria tendenza nei Paesi Bassi. Spinti da rancori storici e da questioni più recenti legate all'impatto abitativo ed economico causato dagli espatriati, alcuni residenti locali hanno espresso forte preoccupazione per la presenza degli stranieri sul territorio. La stampa locale si è unita al coro, descrivendo spesso gli espatriati come dei privilegiati.

Inoltre, dopo la vittoria alle elezioni di Geert Wilders, politico di estrema destra (e anti-immigrazione), la parte della popolazione che è contro gli stranieri si muove su una base solida. E i Paesi Bassi non sono un caso isolato. Sembra che l'ondata di attacchi contro gli espatriati abbia travolto molte destinazioni. Abbiamo quindi pensato di approfondire l'argomento.

Cos'è l'expat bashing?

L'expat bashing (termine inglese che in italiano possiamo tradurre in "attaccare") può assumere diverse forme. In generale, però, quando parliamo di expat bashing intendiamo il risentimento, la critica o il comportamento discriminatorio nei confronti degli espatriati. Ci possono essere ragioni specifiche per l'expat bashing, collegate a eventi ben definiti. Se, ad esempio, torniamo ai tempi del COVID-19, gli espatriati cinesi hanno dovuto subire una sorte di expat bashing.

A volte, però, l'expat bashing può diventare sistemico e trasformarsi nell'atteggiamento generale che i cittadini di un Paese hanno nei confronti dei residenti stranieri. Nella maggior parte dei casi, questo atteggiamento ha ragioni profonde, come un divario salariale, un mercato del lavoro troppo saturo, una situazione economica difficile e così via.

Diamo quindi un'occhiata più da vicino ad alcuni Paesi dove è in atto questo fenomeno.

Comprendere il fenomeno dell'expat bashing nelle destinazioni più popolari

Singapore

Singapore è spesso definita un centro finanziario internazionale e una nazione con un'economia di mercato molto avanzata. Il PIL pro capite del Paese, nel 2024, supera i 91.700 dollari.

L'economia attiva di Singapore, la sua posizione strategica e la sua politica aperta in materia di visti hanno richiamato molti espatriati. In molti si sono trasferiti a Singapore per motivi professionali e per avere un lavoro ben retribuito.

L'afflusso di stranieri con un reddito elevato ha avuto un forte impatto sul mercato immobiliare locale: i prezzi degli affitti sono aumentati notevolmente in seguito alla crescita della domanda. Questo ha provocato il risentimento di una parte della popolazione.

Gli espatriati che arrivano dall'India, dalla Cina, dalla Malesia e da altri Paesi vicini, pur non guadagnando cifre elevate, spesso hanno vitto e alloggio pagato, e questo consente loro di mettere da parte dei soldi da mandare a casa. Come spiega un abitante del posto su Reddit: "Tanti singaporiani pensano che gli espatriati siano qui per rubare il lavoro, facendo abbassare gli stipendi. Perché la maggior parte degli stranieri asiatici è disposta a lavorare per uno stipendio di circa 2.000 dollari al mese. Per loro, 2.000 dollari sono sufficienti e, al netto delle spese, riescono a risparmiare e a inviare una bella somma nel Paese d'origine. Questa cifra, se convertita nella moneta malese, indiana, o cinese, è consistente. Ma 2.000 dollari al mese, per i singaporiani, non sono sufficienti".

Per quanto riguarda gli espatriati che si trasferiscono a Singapore dagli Stati Uniti o dall'Europa, e lavorano per grandi multinazionali, i problemi sono altri. Gli espatriati impiegati in questo ambito sono generalmente pagati molto di più dei singaporiani. Inoltre, dato che alloggio e altre spese sono coperte dalle aziende che li assumono, spesso vengono incolpati di far salire i prezzi semplicemente perché hanno più soldi da spendere.

Il governo di Singapore ha cercato di ovviare alle preoccupazioni della popolazione locale adottando misure per calmierare il mercato immobiliare. Tra queste, l'imposizione di tasse per gli acquirenti e l'inasprimento del rapporto prestito/valore per l'acquisto di immobili. Tuttavia, nonostante gli sforzi, le possibilità economiche degli espatriati contro quelle dei locali continuano a essere un acceso argomento di discussione.

Turchia

In seguito alla guerra russo-ucraina, la Turchia ha visto un afflusso di immigrati sia dalla Russia che dall'Ucraina. Le politiche di immigrazione turche hanno favorito l'ottenimento della residenza per tanti stranieri, soprattutto in grandi città come Istanbul e nella Turchia occidentale, come Antalya, dove la comunità di espatriati di lingua russa è fortemente radicata.

Le reazioni della popolazione locale alla crescita della comunità russa sono state contrastanti. Da un lato, c'è stato un boom economico in alcuni settori, tra cui quello immobiliare e dell'ospitalità. Dall'altro, i nuovi espatriati hanno acquistato e affittato costose proprietà in tutto il Paese. Solo nel 2022, infatti, gli espatriati russi hanno acquistato oltre 16.000 case in Turchia.

A un certo punto, il sentimento nei confronti degli espatriati ha iniziato a cambiare, dato che per i locali è diventato sempre più difficile permettersi un alloggio. Con l'aumentare dell'insoddisfazione, il fenomeno dell'expat bashing è diventato piuttosto comune in certi ambienti e i media locali hanno iniziato a pubblicare storie di espatriati che si comportavano male o che non rispettavano la cultura locale.

La risposta del governo è stata rapida ed efficace. Nel 2023, la Turchia ha smesso di rilasciare permessi di soggiorno a breve termine e ha aumentato da 75.000 a 200.000 dollari il prezzo minimo per l'acquisto di un immobile che dà diritto alla residenza a lungo termine.

Questo cambiamento improvviso, e la volatilità dell'economia locale, hanno spinto molti espatriati a lasciare il Paese. Julia, dopo aver vissuto in Turchia per oltre quattro anni, ha deciso di andarsene nel 2023. "La situazione era troppo pesante: i prezzi, le politiche instabili in materia di visti... da un giorno all'altro tutto è crollato".

San Francisco, USA

San Francisco, e la regione della Silicon Valley, hanno da sempre attratto i talenti che operano nel settore tecnologico. Professionisti da tutto il mondo, assunti delle aziende più innovative del mondo.

E qui nasce il problema: la concentrazione di posti di lavoro ad alta remunerazione nel settore tecnologico ha portato a un'impennata dei prezzi degli alloggi, a un aumento del costo della vita e alla gentrificazione. Di conseguenza, i residenti locali hanno finito per trasferirsi, alterando così il tessuto culturale dei vari quartieri della città.

Per mettere un freno a questa situazione, le autorità locali si sono impegnate ad aumentare la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili.

Nomadi digitali

La tecnologia ha permesso ai nomadi digitali di lavorare da qualsiasi parte del mondo. Questi professionisti possono trasferirsi facilmente e spesso, optando per destinazioni che offrono un buon rapporto qualità-prezzo, un clima gradevole e una connessione internet veloce.

Questo stile di vita, spesso idealizzato sui social media, ha anche suscitato sentimenti negativi in alcune persone e comunità. I nomadi digitali spesso godono del vantaggio di avere uno stipendio "occidentale", vivendo in destinazioni con un costo della vita più basso rispetto alla città d'origine. 

È opinione diffusa che i nomadi digitali contribuiscano meno all'economia locale rispetto agli espatriati "tradizionali", il che aggrava ulteriormente le tensioni. 

L'expat bashing non è circoscritto a un solo Paese o a una tipologia specifica di espatriati. Si tratta piuttosto di tensioni sociali ed economiche a livello macroscopico. Nella maggior parte dei casi, comunque, il sentimento ostile nei confronti degli espatriati è proprio di regioni/luoghi con delle criticità endemiche. 

In conclusione, sottolineiamo l'importanza di considerare questo fenomeno prima di un trasferimento. È buona norma esaminare la struttura socio-economica della destinazione d'espatrio per capire come possa impattare il soggiorno.