Andare in pensione all'estero: quando le cose non vanno come previsto

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Pubblicato 2022-06-15 alle 00:00 da Asaël Häzaq
Un tenore e una qualità di vita migliori, la realizzazione di un sogno, vivere immersi nella natura, un cambio di prospettive... i motivi che spingono un pensionato a trasferirsi all'estero sono diversi. Nel 2022, Marocco, Thailandia, Portogallo e Grecia sono le migliori destinazioni estere dove andare in pensione.

In teoria, trasferirsi all'estero dopo la pensione è possibile. Puoi percepire la pensione nel Paese di espatrio, a patto di rispettare una serie di regole. Ma cosa fare in caso di interruzione o di ritardo nel pagamento della pensione? Certificato di esistenza in vita, pressione fiscale, complicazioni amministrative... Cosa fare quando le cose non vanno come previsto?

Pensionamento all'estero: quando il Covid blocca il progetto

Edd e Cynthia Staton sono una coppia di espatriati in pensione in Ecuador. Nel marzo del 2020, in piena pandemia, hanno rilasciato un'intervista per l'emittente CNBC. Vivevano un momento di forte incertezza, anche riguardo alle cure sanitarie. Nella loro testimonianza dicono che quando si espatria in un Paese dove vivere costa poco, bisogna tenere in conto che la qualità dell'assistenza medica potrebbe non essere ottimale. Su questo punto Cynthia diceva: "A volte, il sistema sanitario pubblico nel Paese di espatrio è carente. Conosco espatriati che hanno stipulato un'assicurazione sanitaria privata o che pagano le cure di tasca propria perchè vanno in cliniche specializzate. Anche noi abbiamo un'assicurazione integrativa, per essere coperti in caso di bisogno". Una scelta condivisa da Howard Pressman, consulente finanziario della società americana Egan, Berger & Weiner. "L'età del pensionamento è un momento della vita in cui la salute è un aspetto importante da considerare. […] Raccomando di prendere bene in considerazione il tipo di assistenza che riceverete [come pensionati all'estero] in caso di necessità... Non valutate solo il costo della vita, ma anche la qualità del sistema sanitario nella destinazione di espatrio".

Molti pensionati espatriati si sono trovati in grande difficoltà a causa della pandemia. Problemi di accessibilità, non solo ai vaccini, ma anche alle cure in generale, farmaci non disponibili, ospedali sovraffollati, ecc... Bloccati all'estero, molti pensionati hanno dovuto affrontare spese sanitarie impreviste, e tanti costi supplementari a causa dei vari confinamenti. Gli aiuti statali non sono sempre stati sufficienti per compensare le uscite. Gli esperti hanno iniziato a sconsigliare di andare in pensione all'estero, soprattutto al culmine della crisi.
Il Covid ha stravolto i piani, costringendo i pensionati a modificare il loro progetto di vita all'estero. Alcuni non vogliono più partire. Altri hanno cambiato la destinazione, scegliendo Paesi più sicuri, in particolare per quel che riguarda il sistema sanitario e l'accesso alle cure.

Quando il certificato di esistenza in vita non arriva a destinazione

“Il problema di noi pensionati", dice Cynthia, "è che spesso siamo costretti a usare servizi di posta inaffidabili per inviare dei documenti importanti alle Autorità. E' il caso ad esempio del certificato di esistenza in vita. Se non arriva a destinazione, il pagamento della pensione viene sospeso, con conseguenze disastrose soprattutto per i pensionati a basso reddito".
Nel 2016, Bernard Garnavault ha lanciato una petizione online per chiedere al governo francese di attuare procedure più semplici. Sotto la lente d'ingrandimento: il certificato di esistenza in vita che la Cassa pensione e assicurazione malattia professionale (Carsat) invia ogni anno ai pensionati residenti all'estero. Si tratta di un documento che prova che una persona è ancora in vita in un dato momento e, quindi, ha ancora diritto a percepire una pensione. Le persone che scelgono di andare in pensione all'estero devono fare autenticare questo certificato dalle Autorità locali competenti.

Bernard è un pensionato francese in Thailandia. Dopo il suo arrivo, ha comunicato l'indirizzo di nuova residenza alle Autorità, ma non ha mai ricevuto il certificato di esistenza vita. Al tempo tutta la procedura si effettuava via posta, ed è chiaro che qualcosa sia andato storto. Una concatenazione di eventi ha portato alla sospensione della sua pensione, perchè lo Stato francese lo ha classificato come deceduto. Dal 2019 l'iter in Francia è cambiato, e l'intera procedura è stata digitalizzata. Ma ancora una volta, la pandemia ha messo in discussione l'intero sistema. Durante il lockdown, molti pensionati non hanno potuto far autenticare il certificato di esistenza in vita presso gli uffici locali di competenza. In alcuni casi, gli enti che erogano le pensioni, hanno prorogato di un paio di mesi i termini per la presentazione di questo certificato. I pensionati espatriati hanno comunque dovuto affrontare problemi finanziari durante tutto il periodo.

Altri malfunzionamenti riscontrati dai pensionati espatriati includono problemi tecnici durante l'invio/ricezione di documenti sui siti web che forniscono prestazioni pensionistiche, ritardi nei pagamenti, ecc... Vale la pena sottolineare che questi ritardi possono avere conseguenze economiche nefaste sulla vita quotidiana dei pensionati, la cui principale fonte di reddito è la pensione. Alcuni pensionati, privati della fonte di sostentamento, sono stati costretti a chiedere dei prestiti per sopravvivere.

Il Covid ha compromesso la qualità di vita di una fetta dei pensionati all'estero. Se anche tu vuoi andare in pensione in un paese straniero, prima di prendere qualsiasi decisione, fai un giro di perlustrazione. Vai a visitare la destinazione di futura residenza (preferibilmente non in estate) per capire se sei davvero pronto/a a passare il resto della tua vita lì. Inoltre, evita di scegliere una nazione cosiddetta "low cost". Il basso costo della vita in alcuni Paesi potrebbe darti l'impressione di avere maggiore potere d'acquisto, ma l'assistenza sanitaria potrebbe essere più costosa e finiresti per spendere molto di più del previsto. Tieni d'occhio anche la tassazione e controlla se hai diritto a degli sgravi. Informati su eventuali accordi tra il tuo Stato di origine e quello ospitante (soprattutto per quanto riguarda la detassazione della pensione).