
Questo è il racconto del mio viaggio di rientro in Italia dopo più di 2 anni di assenza... un mix di stati d'animo contrastanti e una pandemia di mezzo.
Mi sento come un neonato che ha appena aperto gli occhi. Mi guardo intorno e sono spaesata. La realtà che mi circonda è del tutto nuova. Ovviamente non sono l'unica a provare questo stato d'animo. Faccio parte della schiera di italiani che vivono all'estero, che hanno lasciato casa prima dello scoppio della pandemia, e che finalmente riescono a rientrare. Ma niente è più come prima.
Prima della partenza. Non mi smentisco mai. Inizio a preparare le valigie con settimane di anticipo. Di solito viaggiare mi procura molta gioia, mi piace prendere l'aereo. Questa volta invece sono combattuta. Se da un lato sento la necessità di tornare a casa, dall'altro ho paura. Una volta bastava acquistare il volo e avere il passaporto in ordine, ora invece ci sono tante formalità da sbrigare legate alla partenza, considerando che rientro da un Paese terzo. Mi lascio sopraffare dall'ansia e, tra una scusa e un'altra, cancello la partenza, posticipo e riprenoto per ben due volte. La terza è quella buona, mi decido e, successa quel succeda, su quell'areo ci devo salire. Tutto sommato ho fatto bene a posticipare perchè nel frattempo l'Italia ha abolito l'obbligo di quarantena per i viaggiatori in ingresso da Paesi extra europei. Le uniche cose che ho dovuto fare sono state il tampone PCR il giorno prima della partenza e compilare e stampare il Passenger locator form. Qualche ora di ansia in attesa del risultato del tampone, che per fortuna è negativo, chiudo le valigie e via.
In volo. Le cose sono cambiate e me ne rendo conto ancora prima del decollo quando la hostess, invece che porgere la salviettina umidificata per rinfrescare il viso, consegna un kit con gel igienizzante e mascherina chirurgica. Ovviamente sia noi passeggeri che il personale di bordo indossiamo la mascherina ma l'utilizzo fa così parte della quotidianità, che ho dato la cosa per scontata. Certo è che l'ultima volta che ho preso un aereo, quasi tre anni fa, gli unici passeggeri a indossarne una erano i cittadini asiatici con il raffreddore. E li si guardava pure con stupore! L'aereo è stipato di gente, e al primo colpo di tosse del vicino entro in uno stato di tensione finora sconosciuto. C'è anche chi passeggia tranquillo per il corridoio, senza mascherina, e che di tanto in tanto si ferma a fare due chiacchiere con amici. Tutti italiani, ovviamente. Perchè a noi (ad alcuni, non a tutti per fortuna) il rispetto delle regole ci fa un baffo.
All'aeroporto di scalo. Ho fatto un viaggio lungo con uno scalo intermedio. Di solito adoro fare scalo, perchè l'atmosfera che si respira in aeroporto mi dà sempre una sferzata di adrenalina. Conosco ogni angolo di queste sale, perchè da anni faccio tappa qui. Ritrovo il baretto dove uso prendere il caffè e il negozio di prodotti tipici dove compro sempre qualcosa... questa volta però non mi ha pervaso lo stesso entusiasmo, al suo posto la paranoia di mantenere le dovute distanze dagli altri viaggiatori e di indossare correttamente la mascherina. Chiamatela accortezza, paura... non so definire questo stato, ci convivo e basta. Due anni di pandemia, tra lockdown vari, hanno lasciato il segno. Non mi lascio tuttavia travolgere dalle emozioni, vado a fare un po' di shopping e mi siedo a sorseggiare l'amato caffè, nel rispetto delle consuetudini!
Arrivo in Italia. E' una bella giornata di marzo, il cielo è limpido e c'è un bel sole. Le formalità di sbarco sono veloci, nessun controllo particolare in dogana se non per il passaporto. Avevo pronto il green pass e il Passenger locator form, ma nessuno li chiede. La fortuna è dalla mia parte perchè le mie valigie sono le prime ad arrivare! Le carico sul carrello e mi incammino verso l'uscita. Sono emozionata, lo ammetto. La prima cosa che mi colpisce, appena esco dall'aeroporto, è il profumo dell'aria. E' pungente ma sa di buono. Sono nel parcheggio, chiudo gli occhi, mi faccio scaldare dal tepore del sole e respiro. Mi riempio i polmoni di quest'aria di casa che tanto mi era mancata.
Se anche voi avete vissuto un'esperienza legata al rientro in Italia e avete voglia di raccontarla, scrivete nei commenti così possiamo entrare in contatto!