Hong Kong: le strette misure sanitarie penalizzano gli espatriati

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    Songquan Deng / Shutterstock.com
Pubblicato 2021-10-11 alle 10:00 da Ester Rodrigues
Dopo l'esodo causato dalle rivolte, sempre più espatriati scelgono di lasciare Hong Kong a causa delle restrizioni per il contenimento del Coronavirus e per la mancanza di un chiaro piano di riapertura. Hong Kong ha adottato una strategia che punta sul distanziamento sociale, limitando i viaggi e negando l'ingresso sul territorio ai non residenti, tranne che per i viaggiatori in arrivo dalla Cina e da Macao. Sia gli espatriati che i cittadini locali che arrivano in città devono sottoporsi a una delle quarantene più lunghe del mondo, isolandosi a proprie spese in una stanza d'albergo per tre settimane.

Queste misure stanno spingendo gli espatriati a trasferirsi in altri paesi del sud-est asiatico, come Singapore, dove in viaggiatori in arrivo da varie nazioni europee possono entrare senza problemi facendo una quarantena di 14 giorni presso il domicilio. Per sfuggire al coprifuoco e al senso generale di insicurezza che regna in questo periodo, alcune aziende stanno valutando di spostare i centri operativi a Singapore. Facebook e Netflix, ad esempio, considerano già Singapore come la loro base regionale.

Legge sulla sicurezza

Un altro motivo che spinge gli espatriati a lasciare Hong Kong per Singapore è perchè hanno paura dell'eccessiva sorveglianza e perchè cercano nuove opportunità di lavoro. Anche le grandi aziende seguono questa tendenza. Il New York Times, il cui centro di gestione per le notizie in ambito digitale era Hong Kong, lo ha spostato, ​così come il sito web di consulenza sugli investimenti, Motley Fool e il social network cinese TikTok.

​Secondo un sondaggio effettuato dalla Camera di Commercio americana a Hong Kong, il 42% degli intervistati considera o progetta di lasciare la città, a causa della legge sulla sicurezza. In sostanza, dallo scorso anno, la legge consente allo Stato cinese di gestire tutte le faccende legate alla sicurezza e vieta qualsiasi attività ritenuta anticostituzionale da Pechino (sedizione, secessione e sovversione).

Casi di covid-19 

La situazione a Hong Kong in merito alla diffusione dei contagi da Covid-19 è abbastanza buona in questo momento ma le severe restrizioni in atto portano molti espatriati a chiedersi se valga la pena restare confinati li mentre il resto del mondo ha iniziato a rimettersi in marcia.

Se a Hong Kong il numero di nuovi casi giornalieri è sotto controllo,  a Singapore sono in aumento. Dall'inizio di settembre,  la città-stato ha registrato in media di 334 nuovi contagi al giorno.

Viaggiatori ed espatriati a Hong Kong

Prima della pandemia, gli hongkonghesi erano tra le persone che viaggiano di più al mondo. Secondo il Dipartimento di statistica di Hong Kong, nel 2019 più di 94.7 milioni di cittadini locali hanno preso un aereo. Nel 2018, hanno speso circa 26,5 miliardi di dollari in viaggi, e si sono classificati come l'undicesimo mercato turistico del mondo (dato delle Nazioni Unite). Dall'inizio della pandemia si sono sentiti intrappolati a causa dei divieti di viaggio e delle regole sulla quarantena. Se da una parte approvano l'aspetto legato alla sicurezza, cresce tra loro un senso di frustrazione perchè si trovano in una situazione di stallo mentre gli altri Paesi nel mondo stanno riaprendo. 

Non solo punti a sfavore per Hong Kong che, se da un lato riceve critiche negative per le severe restrizioni sulla mobilità, dall'altro è apprezzata per la gestione nel controllo dei casi da covid-19.  La nazione punta a vaccinare il 70% della sua popolazione per poter riaprire i confini ai viaggiatori e agli espatriati.