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Barbara in Provenza: "Ho un lavoro portatile, 3 figli, e adoro scrivere"

Scritto daFrancescail 08 Marzo 2021

Barbara è un'expat da oltre vent'anni. Ha vissuto in Francia, in Inghilterra e in Germania. Dal 2004 abita in Provenza con i tre figli e il mio marito, che è tedesco. Lavora come traduttrice e formatrice di italiano. 

Raccontaci un po' di te, chi sei e dove vivi?

Mi chiamo Barbara, ternana, classe 1972, dal 1995 in giro per l'Europa (Inghilterra, Germania, Francia), dal 2004 in Provenza. Ho un marito tedesco, 3 pargoli internazionali, un lavoro portatile e tre passioni: le lingue, la buona tavola e il disegno.

Quanto tempo fa hai lasciato l'Italia e qual è stata la molla che ti ha spinto ad espatriare?

Sono partita per la prima volta nel 1995 (Erasmus in Germania) e da allora - a parte qualche fugace rientro per la laurea, un master e un lavoro in una e-company alla fine degli anni '90 - non mi sono più fermata. Ho sempre desiderato vivere all'estero e conoscere altre culture, non tanto da turista quanto da studentessa e lavoratrice. E poi, in tutta onestà, non sono mai riuscita a fare la turista – prima non avevo i mezzi, poi sono arrivati i figli, ora il Covid-19… confido nella terza età.

Di cosa ti occupi?

Traduco principalmente dal tedesco svizzero – testi di comunicazione e medicina alternativa – e insegno italiano online e nei centri di formazione. Il mio è un lavoro portatile a tutti gli effetti. I primi tempi – parlo del 2007 – il lavoro da remoto era un illustre sconosciuto e molti reagivano con stizza, del tipo “Se non timbri il cartellino non è un vero lavoro”; oppure “Ma… traduci con Google Translate?”. Da un anno a questa parte le cose sono cambiate: il telelavoro è all'ultimo grido, e tutti fanno smart working.  

Mi piace scrivere: ho autopubblicato un ebook di ispirazione autobiografica (Via da Qui) che ha avuto un buon riscontro. Avrei anche un romanzo pronto, in letargo da ben 5 anni nel cassetto. Confido nella terza età, appunto.

Che ripercussioni ha avuto la pandemia del Covid-19 sulla tua attività professionale?

A dire il vero non molte: lavoravo online prima e lo faccio ancora. La sola differenza è che, invece di insegnare nei centri di formazione – attività che adoravo poiché mi permetteva di incontrare sempre gente nuova – ora lo faccio su Gmeet o Zoom. Va detto, però, che la mole di lavoro è diminuita per effetto della pandemia.

Scrivi un blog, come si chiama e perché hai cominciato a scriverlo?

Il blog si chiama Quassù e Laggiù ed ha compiuto sei anni a febbraio. Ho iniziato a scrivere per caso, nel 2015, e grazie a questa attività ho conosciuto tante persone interessanti. Con alcune è nata un'amicizia reale, con altre ci sentiamo via chat: una bella esperienza!

Che tematiche tratti nel tuo blog?

Parlo di vita all'estero, spesso in chiave ironica, intervisto altri expat come me, scrivo di lingue, cucina, aneddoti divertenti, libri e molte altre cose.

Hai una famiglia internazionale: tuo marito è tedesco e avete 3 figli. Qualche consiglio per accompagnare i bimbi nella crescita quando i genitori provengono da culture diverse?

Non ho consigli particolari, anzi! Sono sempre alla ricerca di idee e suggerimenti per non dare di matto tra lingue, usanze e modi di litigare diversi. In altre parole: non è facile, bisogna cercare il famigerato “compromesso”.

Posso dire che a volte mi sento più germanica di mio marito: sono quadrata, piuttosto severa, tipo una tedesca vecchio stampo: orari, regole e disciplina. Mio marito, invece – soprannominato Teutohusband – si occupa della parte ludica e godereccia del tutto: partite di calcio, giochi al parco, battaglie con pistole ad acqua. A lui la dolce vita, a me la deutsche vita.

Quali sono le cose fondamentali da sapere prima di trasferirsi in Francia?

Fondamentale è la conoscenza della lingua – almeno le basi – e poi bisogna sapere che, prime impressioni a parte, i francesi non ci somigliano molto. Qualche esempio: se vi chiedono “ça va?” (come va?) non vogliono sapere come state ma vi stanno semplicemente salutando. Oppure: se ignorano i vostri SMS o non vi salutano per strada non vuol dire che ce l'hanno con voi: è che non vogliono essere disturbati. Sono tuttavia capaci di favolose, impreviste manifestazioni di affetto nei nostri confronti: adorano gli italiani, almeno qui al Sud.

Altro consiglio che mi sento di dare, non solo per la Francia ma in generale per tutti i Paesi d'Oltralpe, è di non mostrarsi troppo modesti e accondiscendenti sul posto di lavoro. Bisogna avere le idee chiare, o perlomeno fingere (…), altrimenti non si è presi sul serio.

Per noi italiani – generalizzo, ovvio – è difficile: tendiamo spesso a sottovalutarci e a considerare l'estero come oro colato. Poi, a forza di sbatterci il muso, impariamo. E ci rendiamo conto che, rispetto ad altri popoli e a parità di titoli di studio, il nostro bagaglio culturale è di tutto rispetto.

Ma ripeto: dobbiamo prima varcare il confine e fare esperienze, altrimenti saremo sempre cullati dall'italico mantra mediatico del “brutto anatroccolo d'Europa”.

Grazie dell'intervista e buon proseguimento.

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A proposito di

Dal 2012 gestisco la community italiana di Expat.com, dove accompagno quotidianamente italiani già espatriati o in procinto di trasferirsi. Rispondo alle loro domande, attraverso i forum, su temi cruciali come lavoro, alloggio, sanità, scuola, fiscalità, burocrazia e vita quotidiana all’estero. Il mio ruolo è ascoltare, orientare, condividere risorse affidabili e facilitare il contatto tra espatriati per stimolare la condivisione di esperienze. Gestisco anche la comunicazione e la traduzione di contenuti per la piattaforma. Scrivo articoli per il magazine di Expat.com, affrontando tematiche fondamentali per gli italiani nel mondo come tramandare la lingua italiana ai figli nati all’estero, le relazioni interculturali e l'identità italiana nel mondo, le opportunità di studio e lavoro per i giovani italiani all’estero, l'assistenza sanitaria per gli espatriati italiani e la burocrazia italiana per chi vive all’estero (AIRE, documenti, rinnovi, ecc.). Gestisco inoltre la sezione delle guide, dove mi occupo della traduzione di contenuti dall'inglese all'italiano, e la sezione del magazine dedicata alle interviste degli italiani all'estero: una vera e propria fonte di informazioni sulla vita all’estero, dalla viva voce di chi l’ha vissuta e la racconta per aiutare altri italiani nel loro progetto di espatrio. Nel corso degli anni ho intervistato vari profili tra cui studenti, professionisti, imprenditori, pensionati, famiglie con figli, responsabili dei Centri di Cultura italiana all'estero, dirigenti delle Camere di Commercio Italiane nel mondo, e membri del Com.It.Es. Ho contribuito all'organizzazione di varie iniziative che hanno ricevuto ampia copertura da AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), dall'agenzia giornalistica nazionale Nove Colonne, da ComunicazioneInform.it e da ItaloBlogger.com, come rappresentante degli expat italiani nel mondo. Un riconoscimento che valorizza il mio impegno nella promozione della cultura italiana e nella creazione di legami comunitari significativi.

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