Martina e la sua esperienza lavorativa a Dusseldorf

Interviste agli espatriati
  • Martina a Dusseldorf
Pubblicato 2014-07-24 alle 00:00 da Expat.com team
Martina si racconta: " All'inizio ero un po' spaventata all'idea di lasciare tutto per trasferirmi in un Paese straniero ma alla fine ho capito che si trattava di un'opportunità da non perdere"

Ciao Martina, grazie per averci concesso un po' del tuo tempo per l'intervista.

Grazie a te Francesca per avermi dato l'opportunità di raccontare la mia esperienza!

Stai facendo un tirocino a Dusseldorf, ti va di raccontarci nello specifico di cosa si tratta?

Il tirocinio che sto facendo è presso un'azienda che produce scaffali modulari e li vende online. Il mio ruolo sarebbe quello di Country Developer, in pratica mi occupo di mantenere e sviluppare tutte le relazioni con l'Italia. Le mie mansioni sono molto varie: customer service per clienti italiani, sviluppo delle pubbliche relazioni con riviste e blog di settore (casa/arredamento/design), invio di campioni di prodotto da testare, qualche attività di marketing e advertising, traduzioni dall'inglese all'italiano sia per quanto riguarda il sito che tante altre cose come cataloghi, mail preimpostate da mandare ai clienti, comunicati stampa. Ho inoltre imparato a utilizzare il programma che gestisce gli ordini e Google Adwords. Ad agosto poi mi occuperò anche dello sviluppo di nuovi prodotti, affiancando i product designer nell'elaborazione di disegni e modelli 3D.

Quale iter hai dovuto seguire per l'ottenimento del tirocinio?

Mi sono candidata tramite il Career Service del Politecnico di Milano, sono stata contattata dall'azienda la quale mi ha posto alcune domande preliminari. Dopo questo ho fatto due colloqui via Skype e infine a inizio aprile ho saputo di essere stata scelta per il tirocinio. L'azienda mi ha dato un mese per organizzarmi con il volo, mi ha inoltre fornito un piccolo monolocale già arredato e ha inoltre provvisto a installarmi una connessione wifi. Si sono inoltre occupati di tutte le questioni burocratiche riguardanti il tirocinio e mi hanno fatto firmare un contratto nel quale erano compresi anche 12,5 giorni di ferie.

Immagino non sia stata una decisione facile quella di lasciare l'Italia per trasferirsi all'estero, esatto?

No, lo ammetto, è stata la decisione più difficile della mia vita. All'inizio volevo rifiutare, ero terrorizzata dall'idea di dover lasciare famiglia, ragazzo, amici per andare a vivere in un paese del quale non mi ha mai attirato particolarmente la cultura né tantomeno la lingua. Alla fine però ne ho parlato con i miei genitori e mi hanno fatto capire che era un'opportunità da non perdere e che se dovevo essere contenta che tra tutti i candidati l'azienda aveva scelto proprio me. E poi si trattava di sei mesi, al termine dei quali avrei potuto decidere cosa fare. Devo dire che nonostante questo, i giorni prima della partenza non ero ancora del tutto convinta della mia scelta ed è stato davvero difficile partire e lasciarsi tutto alle spalle.

Come sei riuscita a gestire l'impatto con la vita da sola, lontano dalla famiglia?

Devo dire che per questo devo ringraziare i miei genitori, mi hanno sempre lasciato una certa autonomia ed essendo figlia unica sono cresciuta imparando ad essere indipendente. Mi sono concentrata sul lavoro e ho subito cercato di fare conoscenze sia con italiani che con persone di altre nazionalità. Il week end cerco sempre di uscire, perché stando in casa è più facile sentire la nostalgia di casa. Anche se sono da sola, vado a fare un giro in centro oppure faccio una passeggiata nel parco e devo dire che queste attività mi rilassano molto. A volte però la nostalgia di casa si fa sentire e sento soprattutto la mancanza del mio ragazzo. Mi manca anche molto fare sport, in Italia gioco in una squadra di pallavolo.

Ci racconti una tua giornata tipo?

La mia giornata inizia alle 7.30 di mattina: dopo essermi preparata, vado a prendere il treno per raggiungere l'azienda e lavoro dalle 9 alle 18. Uscita dall'ufficio di solito torno a casa e vado a fare la spesa oppure vado a fare una passeggiata nel parco vicino a casa. Ci sono sempre un sacco di animali e un laghetto davanti al quale è piacevole sedersi a leggere un libro. Tornata a casa preparo il pranzo per il giorno dopo, ceno e mi svago un po' su internet oppure guardo un film. Ogni tanto mi capita di non tornare a casa dopo il lavoro e di andare diretta in centro, per trovarmi con i ragazzi italiani che ho conosciuto. Di solito passeggiamo sul fiume e poi ci sediamo in qualche bar. Qui il sole tramonta tardi, quindi dopo le 6 hai ancora tante ore di luce per stare all'aperto.

Mi hai detto di essere partita senza conoscere il tedesco, quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato a fronte di questo?

Le maggiori difficoltà le ho incontrate nel comunicare quando sono in giro. Ad esempio nelle varie stazioni gli annunci vengono dati esclusivamente in tedesco e a volte per capire cosa sta succedendo devo chiedere informazioni in inglese a qualche passante. Circa un mese fa c'è stata una tempesta che ha lasciato i mezzi in tilt per quasi tre settimane e ogni giorno uscivo di casa senza sapere a che ora e come sarei arrivata al lavoro. Era davvero frustrante ogni volta non capire cosa stesse succedendo, soprattutto quando dovevo andare in aeroporto ed ero di fretta. In questo ultimo mese mi è capitato spesso di avere treni in ritardo o cancellati e a volte nemmeno le persone che interpellavo sapevano darmi spiegazioni. Per fortuna ora è tornato tutto alla normalità, ma in quel periodo avrei voluto saper parlare almeno un minimo di tedesco per sapere cosa stava succedendo. Per quanto riguarda altre situazioni, riesco a cavarmela abbastanza con l'inglese e se qualcuno mi chiede informazioni rispondo che non parlo tedesco. Sto pensando comunque di iscrivermi a un corso serale di tedesco base perché ho visto che da soli non si riesce a a imparare molto.

Ti va di darci qualche consiglio sulle attrattive del posto?

Una delle cose che mi piacciono di Dusseldorf è che non è una città troppo grande e dispersiva: la maggior parte delle attrazioni si trovano nel centro e la città vecchia, chiamata Altstadt, è molto bella da visitare e percorrere poiché è quasi tutta riservata ai pedoni. La trovo anche molto ben organizzata, per esempio ci sono vie dedicate quasi esclusivamente ai negozi, vie piene di bar e pub, vie con tanti ristoranti sia locali che stranieri, oltre che tutta la strada che costeggia il Reno, con tanti bei locali vista fiume e anche un grande prato per prendere il sole. Non ci sono molto monumenti ed edifici storici, però in compenso c'è la torre sul Reno che offre un panorama a 360° su tutta la città. Ci sono poi alcuni musei come il K20 e il K21, che offrono diverse esposizioni temporanee e permanenti; la Konigsallee, la via dello shopping nei negozi di lusso; il porto con gli edifici progettati da Gehry; il bellissimo edificio di Libeskind che si affaccia sul parco situato nel centro della città. La città offre poi numerosi parchi, io sono andata a visitare il Wildpark, un parco dove si possono trovare animali tipici della fauna locale in grandi spazi a loro dedicati. Altre attrattive sono poi le rovine del castello di Barbarossa, un po' fuori città ma raggiungibile con i mezzi e il palazzo di Benrath. C'è poi la possibilità di visitare alcune città vicine come Colonia, Duisburg, Dortmund e anche il Belgio e l'Olanda non sono troppo lontani.

Quanto tempo ti fermerai a Dusseldorf?

Il tirocinio dura sei mesi, sono arrivata qui il 3 di maggio e mi fermerò fino al 31 di ottobre.

Che progetti hai una volta rientrata in Italia?

La mia idea sarebbe quella di cercare un lavoro nel mio settore di studi (mi sono laureata in Design degli Interni al Politecnico di Milano), possibilmente in Svizzera o in qualche azienda/studio nelle province di Varese, Milano, Como, Vercelli. Esiste la possibilità che al termine del tirocinio l'azienda mi chieda di restare ma non so ancora cosa farei in quel caso. La mia volontà quando sono partita era quella di fare un'esperienza all'estero per poi tornare in Italia e tuttora è quello che vorrei fare. Credo che in caso mi chiedessero di restare valuterei la cosa con molta attenzione, al momento non so ancora dire con certezza cosa farò. So solo che l'Italia mi manca molto e stando qui mi sono accorta che quello è l'unico posto dove vorrei mai vivere. Sono contenta di fare questa esperienza perché mi sta insegnando molte cose e credo che potrà anche aiutarmi nella ricerca di un nuovo impiego qualora dovessi tornare. Mi sono resa conto di tutti gli errori che facevo mentre cercavo lavoro in Italia, stavo lì sempre a lamentarmi che le cose non andavano bene ma non ho mai fatto davvero qualcosa per cercare di cambiare la mia situazione. Questo tirocinio invece è stato la svolta che mi ha fatto capire che non bisogna aspettare che le cose accadano, ma bisogna fare il possibile per farle accadere. A differenza di tanti che lasciano l'Italia per non tornare, io invece voglio tornare per costruirmi il mio futuro nel paese dove sono nata e nel quale si trova tutto ciò di cui ho bisogno. Spero che questa mia esperienza non passi come negativa, ripeto che nonostante le difficoltà incontrate, la reputo un'esperienza positiva. Sapevo di doverla fare perché da troppo tempo mi passava per la testa l'idea di provare ad andare all'estero e in questo modo so di avercela fatta e di averci provato. Se alla fine dei sei mesi dovessi tornare a casa, mi porterò dietro tutto il bagaglio di esperienze e di conoscenze fatte vivendo qui. Ho preferito riportare la mia esperienza in modo molto realistico, in modo che chi la legga possa valutare al meglio cosa comporta vivere all'estero e tutti i pro e i contro. Rimango a disposizione a fornire la mia mail a chi avesse ulteriori domande.Ringrazio ancora Francesca per la possibilità di rispondere a questa intervista e di diffondere la mia esperienza!

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