La Cina perde attrattiva a vantaggio di altre superpotenze asiatiche

Vita quotidiana
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Pubblicato 2022-10-05 alle 00:00 da Ameerah Arjanee
Dal 2020, con la chiusura delle frontiere, la Cina ha registrato una perdita sia di investitori stranieri che di talenti internazionali, che si protrae nel tempo. Negli ultimi due anni altre destinazioni asiatiche hanno suscitato l'interesse degli espatriati: Malesia, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Taiwan, la città indiana di Bangalore e, in misura minore, Singapore.

Il periodo d'oro dell'espatrio in Cina è finito?

Ad allontanare gli espatriati dalla Cina sono state le rigide e imprevedibili disposizioni del governo per arginare il Covid, oltre ad altre mosse politiche come il giro di vite sull'industria TESOL (Teaching English to speakers of other languages), che si rivolge principalmente agli espatriati. 

In questo momento, la Cina è l'unico Paese al mondo a mantenere una chiusura quasi totale delle frontiere a causa della pandemia. Solo i residenti permanenti e alcune categorie di studenti internazionali (provenienti da determinate nazioni o con borse di studio specifiche) possono entrare perchè, alla maggior parte degli stranieri, l'ingresso è ancora vietato. Quelli che possono varcare i confini devono, tuttora, sottoporsi alla quarantena: 7 giorni in una struttura designata dal governo e 3 giorni presso un domicilio privato. 

Il governo non ha ancora comunicato una tempistica chiara per l'allentamento delle restrizioni e ha spesso imposto dei blocchi improvvisi di intere città all'insorgere di una nuova variante di Covid o di un gruppo circoscritto di casi. Se da un lato queste misure hanno protetto la popolazione locale, dall'altro hanno danneggiato l'economia e la reputazione del Paese, da sempre  punto di riferimento per gli espatriati.

Un rapporto della Banca Asiatica per lo Sviluppo (ADB) mostra che, per la prima volta in 30 anni (cioè da quando la Cina è entrata nell'economia di mercato globale), la nazione sta registrando una crescita economica più lenta rispetto agli altri Paesi asiatici. L'esodo di lavoratori e aziende straniere si accompagna a una perdita di investimenti esteri. Di fatto, la quota di mercato regionale cinese degli investimenti esteri greenfield si è dimezzata dopo la pandemia, passando dal 50% del 2019 al 26% del 2022.

Sebbene non esistano dati sul numero preciso di espatriati che hanno lasciato la Cina negli ultimi due anni,  l'esodo è sotto gli occhi di tutti. In un sondaggio condotto dalla rivista That's Shanghai, nel marzo 2022, il 48% degli intervistati ha dichiarato di avere intenzione di lasciare il Paese nel corso del prossimo anno. Uno studio della Camera di Commercio Americana, sempre di marzo, ha rivelato che l'80% delle aziende fatica a trattenere il personale straniero o ad attrarre nuovi talenti stranieri. Con le frontiere chiuse, non ci sono nuovi espatriati a sostituire quelli che se ne vanno.

Molti degli espatriati che se ne sono andati lavoravano nel settore dell'istruzione. Rachel Weiss, un'americana esperta in comunicazione che vive in Cina, ha condotto un'indagine per il suo blog "Rachel Meets China", da cui è emerso che su 350 espatriati che stavano lasciando, o avevano lasciato di recente la Cina, il 61% aveva lavorato nel settore dell'istruzione. Il secondo settore in cui erano impiegati è affari e tecnologia (17%). A fine novembre 2021, il Governo cinese ha vietato l'industria delle ripetizioni private per frenare la concorrenza e per alleggerire la pressione sugli studenti. Molti insegnanti di inglese provenienti dall'estero sono stati costretti a cambiare carriera o a lasciare il Paese.

Paesi asiatici con condizioni favorevoli per gli espatriati

Se la situazione attuale della Cina è molto sfavorevole per gli stranieri, le nazioni confinanti offrono condizioni interessanti. Malesia, Taiwan, Vietnam e Thailandia garantiscono un costo della vita accessibile (soprattutto in un periodo di inflazione globale!), un ambiente accogliente e una grande facilità di inserimento. La Malesia e Taiwan vantano anche un'eccellente qualità della vita. Bangalore, nel sud dell'India, è una delle mete preferite dai lavoratori del settore informatico, mentre Singapore, pur avendo un costo della vita esorbitante e una cultura del lavoro stressante, rimane una destinazione molto popolare tra gli expat più abbienti.

Kuala Lumpur, capitale della Malesia, è stata nominata da Bloomberg la migliore città dove espatriare del 2022. In Malesia la popolazione locale è accogliente e conosce bene l'inglese. Il costo della vita è molto accessibile: un appartamento nella capitale costa tra i 400 e gli 800 dollari al mese, il costo del carburante si mantiene ragionevole (nonostante la crisi in Ucraina) perché il Paese ha un'industria energetica propria; inoltre, si può mangiare per meno di 5 dollari. Il classico Nasi Lemak, riso al cocco cotto in foglie di pandan, costa solo 0,30 dollari a porzione! Per quanto riguarda il lavoro, anche se la Malesia non offre una connessione internet affidabile o grandi opportunità di promozione, compensa con un eccellente equilibrio tra lavoro e vita privata.

La vicina Singapore rimane una scelta interessante per gli espatriati che operano in settori come la finanza e la medicina specializzata. A settembre ha introdotto un nuovo visto di cinque anni, il ONE Pass, per gli espatriati che guadagnano almeno 21.400 dollari al mese. I vantaggi sono molteplici: l'espatriato può operare o lavorare per più aziende contemporaneamente e può rinnovare il visto per un numero illimitato di volte. Il lato negativo è che Singapore è famosa per il suo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. Secondo Cigna, società leader nel settore delle assicurazioni sanitarie, oltre il 90% degli espatriati che ricoprono posizioni di rilievo ha sperimentato il burnout, a causa dell'eccessivo carico di lavoro accompagnato dallo stress per il costo della vita. Gli appartamenti più economici con una camera da letto, ad esempio, partono da 700 dollari al mese.

Per quanto riguarda Taiwan, gli espatriati la ritengono estremamente sicura. Vanta inoltre dei servizi sanitari di alta qualità, un costo della vita adeguato che si accompagna a stipendi soddisfacenti, infrastrutture e trasporti eccellenti, una popolazione locale amichevole. Taiwan offre varie opportunità di svago per il tempo libero: sentieri escursionistici tra lussureggianti montagne tropicali, vivaci locali notturni, librerie e sale da concerto. Il Paese è tra i migliori al mondo per la connessione internet, e ha leggi all'avanguardia. In particolare, è l'unico in Asia ad aver legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli espatriati puntualizzano però i luoghi di lavoro taiwanesi tendono a mancare di creatività e flessibilità: sono gerarchici, fortemente burocratizzati e non sempre accettano le richieste di lavoro da casa o a distanza.

Tornando al sud-est asiatico, la Thailandia, il Vietnam e l'Indonesia sono destinazioni in cui è molto conveniente vivere, soprattutto se si guadagna in valuta estera. Un dollaro USA vale circa 38 baht thailandesi, 23.865 bong vietnamiti e 15.303 rupie indonesiane. L'International Living Magazine stima che i prodotti in Vietnam costino tra il 5 e il 25% in meno rispetto agli Stati confinanti. Nelle grandi città come Hanoi e Ho Chi Minh, 500 dollari al mese sono sufficienti per pagare tutti i beni di prima necessità: casa, cibo, servizi e trasporti. Lo stesso vale per l'Indonesia. Con più soldi in tasca, puoi alzare il tuo standard di vita, come affittare una casa con piscina e mangiare in ristoranti di lusso. In Thailandia, invece, per vivere comodamente è preferibile avere un budget mensile di 1500 dollari, come consigliato dalla società finanziaria Smart Asset.

Questi tre paesi hanno una grande varietà culinaria e, in quanto destinazioni turistiche, offrono varie opportunità di svago: shopping, visite guidate, sport acquatici, crociere, siti storici, ecc. Il rovescio della medaglia è che la qualità della vita può essere bassa. In Vietnam, le barriere linguistiche, la sanità, i sistemi di trasporto carenti, e la burocrazia inefficiente possono essere fonte di frustrazione per gli espatriati. Anche l'inquinamento atmosferico e acustico è un problema. La Thailandia presenta gli stessi problemi amministrativi e di inquinamento, oltre ad avere una cultura del lavoro che soffoca la creatività e offre poche opportunità. Per questo motivo, la Thailandia potrebbe essere più adatta per godersi la pensione che per fare carriera.

In Indonesia, oltre ai problemi di trasporto (infrastrutture stradali inadeguate, mancanza di sicurezza per le biciclette) e ai limiti del sistema sanitario, la burocrazia è complessa da gestire. 

La città indiana di Bangalore è perfetta per gli espatriati desiderosi di fare carriera, in particolare per quelli che lavorano in ambito tecnologico. Sebbene le infrastrutture siano carenti, il settore delle startup è in piena espansione. Molti stranieri ritengono che Bangalore offra un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata, e un miglior costo della vita, rispetto ad altri centri tech come la Silicon Valley. Trovano inoltre che la relativa "giovinezza" di Bangalore nel mondo della tecnologia le conferisca un carattere più fresco e dinamico.

Dal punto di vista finanziario, esattamente come nel sud-est asiatico, il basso valore della rupia indiana avvantaggia la maggior parte degli espatriati a Bangalore. A titolo di esempio, l'affitto di un appartamento con tre camere da letto nel centro della città costa circa 35.000 rupie. Sebbene si tratti di uno stipendio da classe media in India, se convertito in dollari USA è pari a soli 450 dollari.

Tutte le destinazioni asiatiche sopra descritte hanno i loro vantaggi e svantaggi, ma una cosa le accomuna: le loro frontiere sono aperte, ci sono voli giornalieri in entrata e in uscita, e hanno abolito la quarantena in ingresso.