Giovedì 24 febbraio. 5:44. Si avvertono esplosioni a Kiev, Kharkiv, Odessa, Dnipro. Pochi minuti prima, Putin decide di ignorare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (convocato per risolvere la crisi tra Ucraina e Russia), e annuncia di voler intraprendere una "operazione militare". Il Presidente ucraino invita alla calma. La popolazione ucraina e gli espatriati che vivono nel Paese hanno paura. A poco più di una settimana dallo scoppio della guerra, i membri di Expat.com in Ucraina ci rilasciano le loro testimonianze.
Giorni bui
È una situazione che non si sarebbe mai aspettato di vivere. 24 febbraio 2022. Martin, un espatriato a Kiev, rilascia una testimonianza toccante: “Parlo da Odessa, in Ucraina. Alle 5 del mattino la Russia ha invaso l'Ucraina, minacciando di annientare qualsiasi Paese avesse interferito. Immagino che non esiterà a bombardarli. Da più di un mese tutti sanno che Putin ha spostato armi nucleari in Crimea e che ha costituito un esercito per invadere l'Ucraina. Prevedo perdite enormi da entrambe le parti. La Russia manda a combattere i più giovani e i meno esperti dei suoi soldati. È normale per loro. […]. I missili lanciati finora hanno colpito solo spiagge e basi militari. Quello che mi rattrista è che anche la Bielorussia abbia dichiarato guerra all'Ucraina. Pensavo fossero amici. Ma immagino che quando un bullo dice "stai dalla mia parte", uno obbedisca e faccia quello che viene chiesto. Non ci sono voli aerei, né treni, né autobus. Se sei abbastanza fortunato da avere una macchina, rischi di rimanere bloccato nel traffico per ore. Spero e prego che tutto questo finisca, e che torneremo presto ad approfittare della vita in questo bellissimo paese".
Il primo giorno di guerra, le sirene anti-bombardamento suonano nelle strade. Si sentono le prime esplosioni. Disorientata, la popolazione corre a rifugiarsi nelle metropolitane, seguendo le indicazioni delle autorità locali. Uno Stato sovrano ha invaso un altro Stato sovrano. La popolazione è disorientata. "Ho sentito diverse esplosioni. La torre di controllo dell'aeroporto è stata distrutta. I carri armati russi hanno preso Sumy, e di lì non si muovono. Non so per quanto tempo ci resteranno", ci fa sapere Vet il 24 febbraio. Il giorno seguente ci aggiorna: "Nel centro di Odessa, la notte è stata tranquilla. Le truppe russe sono a Kherson. Bombe e razzi su Kiev. Kharkiv tiene duro. Chernobyl è stata presa. Anche Sumy. A Zaporizhia si è avvertita una forte esplosione". Se un mese fa la minaccia della guerra sembrava ancora lontana, l'Ucraina è oggi sprofondata nel caos. Uno svizzero residente a Kiev testimonia: “Sento i bombardamenti e i combattimenti. I russi sono entrati nel mio quartiere".
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha cercato in tutti i modi di negoziare per evitare la crisi diplomatica. Anche i presidenti Biden, Macron e il Primo ministro britannico Johnson hanno parlato con Putin per scongiurare la guerra, ma la Russia aveva già preso una decisione. I negoziati, che sono durati dei mesi, per impedire l'invasione russa, si sono rivelati vani. Sul territorio ucraino, la popolazione ha avvertito il crescere della tensione. Il 22 febbraio Xav, un espatriato in Ucraina, ha lanciato un allarme: “L'ingresso di carri armati russi in Donbass è un'evidente dichiarazione di guerra. Per Putin, il Donbass è una repubblica autonoma, ma per il resto del mondo è Ucraina. Questo è l'inizio di un periodo molto buio".
Partire o restare?
Una settimana prima dei bombardamenti, Xav si confrontava con altri espatriati in Ucraina: "Chi tra voi resta e chi parte?" Rispondere alla domanda non è facile, perché gli espatriati in loco considerano l'Ucraina come casa loro, pur non essendoci nati. Alla fine Xav ha deciso di restare. "Non dobbiamo dimenticare che questo conflitto è iniziato nel 2014 e da allora non si è più fermato. Il territorio della Crimea appartiene all'Ucraina ma dopo l'ingresso sul territorio delle truppe russe, la penisola è stata annessa alla Federazione Russa. Al tempo si parlò di un'invasione armata da parte della Russia. Veniamo al 24 febbraio 2022: l'invasione si è estesa a tutta l'Ucraina e la situazione è molto confusa. La mia ragazza mi ha mostrato un video su Telegram dove dei russi, o dei simpatizzanti, con indosso l' uniforme ucraina, hanno sequestrato un veicolo blindato e con esso hanno schiacciato un'auto civile. Si vedevano i corpi senza vita delle persone che erano dentro l'abitacolo. Il giorno successivo, il mio quartiere, Oblonsky, ha cambiato completamente faccia. Si tratta di una zona residenziale senza uffici governativi ma nel giro di qualche ora è entrata a far parte della zona rossa, il fulcro dei combattimenti". Malgrado ciò, questo espatriato ha deciso di restare.
Un altro residente a Kiev ha chiesto consiglio sul nostro forum all'inizio di questa settimana: "Per quanto ne so, i treni in partenza da Kiev sono già tutti pieni e non ho un'auto. Se sono fortunato riesco a prenotare un biglietto per Odessa, ma ne varrà la pena?". Un altro espatriato ci fa sapere che è andato a Leopoli, non lontano dal confine polacco. "Ho raggiunto Leopoli, ma sono bloccato qui perché non ci sono mezzi disponibili per raggiungere il confine polacco. Al momento è abbastanza tranquillo, ma dubito che durerà. Sto cercando di trovare un trasporto alternativo per arrivare al confine. Altrimenti credo che dovrò restare qui". Martin, invece, crede sia meglio fuggire verso un Paese europeo: "E' ovvio che a Odessa ci saranno combattimenti. Potendolo fare, è meglio spostarsi verso un Paese europeo, viaggiando in treno. Qui per ora è tranquillo, anche se ci sono passati diversi missili sopra la testa".
Nel quinto giorno di guerra, le forze ucraine tengono duro e Kharkiv, la seconda città più grande del Paese, è sotto il "pieno controllo" dell'Ucraina. Ma mentre il paese ha finalmente accettato un dialogo con la Russia (in Bielorussia), le forze ucraine a Kiev si stanno preparando per un assalto russo. La catena della solidarietà si è messa in modo, sia sul web che sul territorio. Gli espatriati si scambiano informazioni, aiuti e cibo. Chi ha deciso di restare, fa scorta. La situazione è tesa nelle campagne, dove la popolazione può contare solo sulle proprie forze e su aiuti benevoli. In città è più facile accedere a prodotti alimentari. Un espatriato a Zaparojie, nel sud-est dell'Ucraina, si prepara: “Al momento la benzina non manca ma ho fatto il pieno per sicurezza. Il negozio di alimentari è sempre pieno di clienti. Per ora mancano solo i bottiglioni d'acqua. Ieri il circolo sportivo era chiuso, così come molti caffè". Un espatriato a Kiev ci informa: “Ho accesso a tutti i servizi: acqua, elettricità e internet. Manca solo una cosa: la pace.