Emirati Arabi: la domanda di forza lavoro straniera è tornata ai livelli pre-pandemia

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Pubblicato 2022-01-03 alle 00:00 da Ester Rodrigues
C'è un'enorme presenza di espatriati negli Emirati Arabi Uniti. Secondo Global Media Insight 2021, a Dubai vivono 9.9 milioni di persone e solo 1.5 milioni sono originari del posto. La maggior parte degli stranieri negli Emirati Arabi Uniti proviene dall'India (27%) e dal Pakistan (13%), ma la nazione ospita anche una grande comunità anglosassone.

Il giro di affari, negli Emirati Arabi Uniti, è aumentato nella seconda metà del 2021. Grazie all'allentamento delle restrizioni sanitarie, sembra che un numero crescente di investitori internazionali sia di nuovo pronto a investire. Merito anche della politica adottata per contrastare la pandemia. Secondo una recente classifica, che elenca le 50 città che hanno reagito in modo più efficace alla crisi sanitaria, Abu Dhabi si aggiudica il podio e Dubai il quinto posto.

Le imprese emiratine hanno ripreso l'attività e i cittadini di tutti i paesi possono visitare la regione per turismo e richiedere visti di lavoro. I viaggiatori non completamente vaccinati, con vaccino approvato dall'OMS, devono sottoporsi a un test PCR rapido all'arrivo in aeroporto.

Le agenzie per il lavoro di Dubai testimoniano un aumento della domanda del 20%. Si tratta di professionisti che si spostano da Singapore e da Hong Kong, dove le misure anti-covid sono più severe. L'economia si è messa in marcia per raggiungere i livelli pre-pandemia e fare fronte alle richieste degli espatriati. La compagnia aerea Emirates informa che tornerà ai livelli pre-covid nel 2025 e farà in modo che tutto il personale (piloti, personale di bordo, ingegneri...), originario in prevalenza da Europa e Nord America, faccia base negli Emirati Arabi Uniti.

Il rapporto tra gli Emirati Arabi Uniti e gli espatriati è biunivoco. Se da un lato gli stranieri ambiscono a trasferirsi, dall'altro gli UAE mettono a disposizione diversi visti per agevolare l'espatrio. Tra i permessi disponibili figurano il visto turistico/di visita, il permesso per ingresso medico, il visto elettronico per i residenti del Consiglio di Cooperazione del Golfo, il visto di transito, il visto per studenti e quello per pensionati. Altra agevolazione: il governo emiratino consente agli espatriati assunti da società private di accedere sul territorio e restare per due mesi, ossia fino a quando il loro datore di lavoro non avrà finalizzato i documenti per il permesso di soggiorno, valido per uno o due anni, a seconda del contratto.

Cosa suscita l'interesse degli espatriati?

Grazie a opportunità di lavoro in costante crescita e a un settore tecnologico all'avanguardia, un numero sempre crescente di espatriati desidera trasferirsi negli Emirati Arabi Uniti. Si tratta di stranieri che arrivano da ogni parte del mondo, attratti da uno stile di vita migliore rispetto al Paese d'origine. Il mercato del lavoro emiratino li aiuta a integrarsi nel sistema fornendo assistenza adeguata e dei visti che si ottengono in maniera relativamente semplice. Gli Emirati mirano anche ad attrarre pensionati sul territorio e allo scopo, dal 2008, concedono un visto di lunga permanenza (5 anni) agli stranieri con più di 55 anni.

Un altro motivo per cui gli espatriati vanno a vivere negli Emirati Arabi Uniti è la crisi economica, aggravata dalla pandemia. Ci riferiamo nello specifico a forza lavoro in arrivo dall'india e dal Sud Africa. Anche la comunità anglosassone ha il suo peso negli Emirati ma in questo caso entrano in gioco recenti accordi commerciali tra le due nazioni. Nel 2019 hanno mutualmente investito circa 13,4 miliardi di sterline per promuovere l'impiego e lo sviluppo economico di entrambi i Paesi.

Le aspettative degli espatriati

Un ritorno dell'economia ai livelli pre-COVID, così come la necessità di attrarre stranieri sul territorio, potrebbe innescare un processo di competizione tra le aziende locali. Questa dinamica ostacolerà la creazione di nuove imprese. Le nuove leggi che sono state varate per regolamentare il mercato, rendono difficile ottenere le licenze per operare. Secondo alcuni esperti, gli espatriati che hanno intenzione di investire negli Emirati Arabi fanno meglio a entrare in società con gruppi già avviati piuttosto che intraprendere da zero.

Nel caso in cui uno straniero volesse aprire un'attività negli Emirati Arabi deve fare un'indagine di mercato per capire quali siano i settori meno sfruttati e potenzialmente redditizi, così da evitare la competizione. Chi cercasse lavoro deve invece sapere che i settori più promettenti sono quelli delle vendite, della contabilità e della finanza, dell'ingegneria. Sono richiesti anche consulenti immobiliari e consulenti legali.