La Thailandia cerca espatriati durante la pandemia

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Pubblicato 2021-10-05 alle 10:00 da Asaël Häzaq
La Thailandia è stata duramente colpita dalla crisi economica legata alla pandemia. Per favorire la ripresa, la nazione si è impegnata nella lotta contro il coronavirus e ha deciso di incentivare il turismo e l'ingresso degli stranieri. I risultati sono, ad oggi, incoraggianti. La percentuale di contagi è scesa e i viaggiatori possono soggiornare nelle principali località turistiche thailandesi.

Il programma per la riapertura delle frontiere

Si chiama "Phuket Sandbox 7 + 7 Extension". Lanciato lo scorso agosto, ha permesso agli stranieri completamente vaccinati di soggiornare sull'isola di Phuket. Dopo una fase sperimentale, che ha permesso a più di 29.000 viaggiatori internazionali vaccinati di recarsi a Phuket, Thanakorn Wangboonkongchana, portavoce del governo, fa un bilancio positivo: visitatori stranieri felici di visitare l'isola, popolazione che vede ripartire l'economia e, soprattutto, 50 milioni di dollari di entrate generate. Il governo apre altri territori: Surat Thani, Krabi e Phang-Nga. Aveva in programma di aprire Bangkok e altre 3 province il prossimo ottobre, ma i casi di Covid-19 restano alti. Sarà forse per novembre.

La Thailandia gioca la carta della prudenza, conscia del fatto che la sua sopravvivenza economica è in gioco: non potendo riappropriarsi della nomina di “nazione Covid free”, sta mettendo in atto delle misure per contrastare il più possibile la trasmissione del virus. Dopo un picco dei contagi lo scorso agosto (+ di 20.000 casi al giorno), ora i casi sono in discesa (10.919 casi il 21 settembre). Al 20 settembre, il 21,7% della popolazione era completamente vaccinato; il 41,1% aveva ricevuto almeno una dose. Consapevole che il rilancio economico richiede una gestione impeccabile dell'emergenza sanitaria, la Thailandia opta per una riapertura mirata e controllata: solo gli stranieri completamente vaccinati, possono soggiornare in aree ben definite del territorio continuando a sottoporsi a regolari test PCR. Il Paese conta su una riapertura totale nel 2022.

Appello agli espatriati con disponibilità economica

Buone notizie per gli espatriati: il settore finanziario, dell'informatica, del commercio, dell'elettronica, dell'ingegneria e dell'industria manifatturiera stanno andando bene e sono alla ricerca di personale. In un discorso del 14 settembre, il portavoce del governo ha annunciato che la Thailandia sta approvando misure di "rilancio economico e investimento" per attirare "stranieri agiati" e "stranieri ad alto potenziale". Le Autorità palesano chiaramente le loro intenzioni: attirare espatriati con disponibilità economica, i pensionati che ricevono una pensione dall'estero, le persone che desiderano lavorare in Thailandia (in particolare coloro che desiderano lavorare dalla Thailandia per un'azienda estera), e professionisti altamente qualificati.

Per incentivare l'ingresso di questi profili sul territorio, il governo sta pianificando tagli alle tasse, proroghe per la permanenza nel Paese (possibilità di ottenere un visto di 10 anni) e misure semplificate per investire nel settore immobiliare. La Thailandia spera di attirare circa 1 milione di espatriati che tradotto significa un'entrata di più di 15 miliardi di dollari solo di tasse. Prevedono anche che gli espatriati benestanti contribuiranno all'economia locale con investimenti a partire da 500.000$. Tra i vantaggi offerti agli espatriati, quello di lavorare senza la necessità di chiedere un visto (entro il limite di 20 ore settimanali), e non essere tassati sul reddito estero. Ai pensionati è richiesto un investimento di 250.000$. I nomadi digitali e i professionisti altamente qualificati dovranno lavorare per aziende ad alto turnover o istituzioni riconosciute (università, enti di ricerca, ecc.).

In linea con una politica di riapertura che mira ad attrarre gli stranieri, la Thailandia ha lanciato un visto al 100% digitale, chiamato anche e-visa. La procedura per l'ottenimento è semplificata e si gestisce tutta online. Alle luce di queste nuove misure, sale lo scontento all'interno di una fetta di espatriati che vivono in loco: si tratta di quelli non altamente qualificati o che non hanno grande disponibilità economica. Denunciano il fatto che il governo discrimini gli stranieri a seconda della provenienza. Gli occidentali sarebbero espatriati a tutti gli effetti mentre tutti gli altri sarebbero dei lavoratori migranti. 

Gli espatriati già residenti in Thailandia reclamano l'attenzione delle Autorità: si sentono poco considerati e denunciano le procedure troppo restrittive per il rinnovamento del visto. La crisi ha fatto piazza pulita di quasi 700.000 posti di lavoro che erano occupati da stranieri impiegati principalmente nel settore del turismo, della ristorazione e del tempo libero. Resta da vedere se la loro richiesta di aiuto sarà accolta.

La Thailandia è una delle mete preferite dagli espatriati, che ne apprezzano lo stile di vita, i costi ridotti e i suoi investimenti nel campo delle nuove tecnologie. Solo il tempo dirà se i nuovi incentivi attuati dal governo attireranno un numero crescente di espatriati.