Famiglie separate dalla crisi: il grido disperato degli espatriati

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Pubblicato 2021-04-14 alle 12:00 da Veedushi
#alsjeblieftnederland è una campagna che è stata lanciata su Facebook da un gruppo di espatriati nei Paesi Bassi. In pochi giorni, l'hashtag è diventato virale. Gli espatriati chiedono al Governo olandese, e all'Unione europea, di revocare le restrizioni di viaggio per i familiari provenienti da paesi terzi.

La testimonianza di questa giovane espatriata britannica nei Paesi Bassi è straziante. “Mi è stato recentemente diagnosticato un cancro e ho dovuto subire un intervento chirurgico. Contavo sul supporto di mia madre, ma le è stato negato l'ingresso", dice Jenny. Dato che il Regno Unito non fa più parte dell'UE, sua madre ha diritto a viaggiare nei Paesi Bassi solo per motivi essenziali. "Avrebbe potuto farmi visita nel caso in cui fossi una malata terminale, se avessi più di 75 anni o se lei avesse la qualifica professionale per dispensaremediche cure a domicilio". Per fortuna Jenny ha potuto contare su una rete di supporto ma ammette che le cose sarebbero state diverse con l'aiuto fisico della madre. “Non capisco davvero le normative attuali. Cppie che si conoscono da solo tre mesi possono ricongiungersi, ma non le famiglie? ".

Jenny non è l'unica ad esprimere il suo disappunto. Christian, un espatriato sudafricano, non vede sua figlia Amelia da più di un anno. "Non ci è stato concesso di includerla nel permesso di soggiorno perché è maggiorenne ma, essendo in possesso di un visto Schengen, credevamo potesse farci visita regolarmente". Christian e sua moglie hanno perso non solo i compleanni della figlia, ma anche momenti importanti con i parenti. Non si capacita del fatto che la giovane sia considerata alla stessa stregua di un turista. "Avrebbero potuto concedere un visto speciale per i parenti stretti", dice.

Attualmente, solo i cittadini di alcuni paesi terzi come Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina possono entrare negli Stati membri dell'Unione Europea, sotto stretto controllo. A causa delle nuove ondate di COVID-19 in tutto il mondo, le condizioni che regolano la mobilità internazionale sono costantemente riviste.  

Katie, che ha dato alla luce una bambina l'anno scorso, ci fa sapere che le mancano moltissimo i suoi genitori. "Non hanno ancora potuto abbracciare la nipotina e questo li rattrista tanto. Per fortuna riusciamo a parlarci regolarmente su FaceTime". Sono passati 6 anni da quando si è trasferita nei Paesi Bassi, il marito è olandese. Dice di essere grata per l'aiuto dei suoceri ma la presenza di mamma e papà avrebbe fatto la differenza. Non capisce perchè non possano farle visita dato che entrambi sono stati vaccinati contro il COVID-19.

Una petizione chiamata "La famiglia non è turismo" è già stata firmata da oltre 14.000 espatriati nei Paesi Bassi che non ce la fanno più a sostenere la situazione. Rivendicano il diritto di potersi ricongiungere con i membri della famiglia che risiedono in paesi terzi. 

Questa campagna ricorda #loveisnottourism, lanciata lo scorso anno quando la crisi sanitaria globale e la chiusura delle frontiere hanno tenuto separate le coppie miste per diverso tempo.

Vale la pena notare che questa situazione non riguarda solo gli espatriati nei Paesi Bassi. Davina è un'espatriata nel Regno Unito e non vede la famiglia d'origine da più di un anno. “I miei genitori, che sono mauriziani, di solito vengono a trovarci ogni anno. Le frontiere di Mauritius sono chiuse e loro si sono persi la nascita della mia seconda figlia. La piccola ora ha quasi un'anno e ha visto i nonni solo su Whatsapp".