Il sondaggio è stato condotto tra il primo aprile e maggio 2020 su un gruppo di 725 espatriati nel mondo. La maggior parte dei partecipanti erano francesi (60%) e tra gli altri c'erano canadesi, americani e belgi. Gli intervistati vivevano principalmente negli Stati Uniti, in Portogallo, in Thailandia e in Francia.
È interessante notare che, mentre l'82% dei partecipanti dichiarava di non aver lasciato il paese ospitante nonostante la crisi sanitaria, il 38% indicava di voler rientrare in patria dopo il lockdown. Perché l'82% non si è mosso? La maggior parte degli intervistati spiega che si è sentita più al sicuro nel paese di espatrio. Altre ragioni includevano il voler rimanere con le loro famiglie all'estero o non avere i mezzi per tornare a casa.
In controtendenza, il 18% degli espatriati che è rientrato nel paese natale all'inizio della crisi sanitaria, ha preso questa decisione per essere vicino alla famiglia d'origine e per una maggiore sicurezza delle cure mediche.
Il 38% degli espatriati ha espresso il desiderio di voler tornare a casa dopo la riapertura di confini. Principalmente per questioni legate al permesso di lavoro o di soggiorno oltre al fatto che i loro progetti si sono modificati a causa della crisi. Il restante 62% ha optato per rimanere all'estero perchè ha un lavoro stabile e si è creato una famiglia.
Gli espatriati che hanno preso parte al sondaggio avevano per lo più tra 18 e 35 anni (38%) e tra 50 e 65 anni (26%). La più parte erano professionisti (46%), seguiti da pensionati (24%), studenti (19%9 e liberi professionisti (11%).