Chiara a Pechino: " Vivere in Cina porta a costruirsi una bella corazza "

Interviste agli espatriati
  • Chiara in Cina
Pubblicato 2017-06-22 alle 00:00 da Expat.com team
Chiara è laureata in Comunicazione Interculturale per la Cooperazione e l'Impresa, ha studiato cinese e dal 2013 vive e lavora a Pechino come insegnante di italiano per stranieri. Come ha fatto a trovare il suo attuale impiego, lo stipendio è buono? Vorreste seguire le sue stesse orme e non sapete da che parte cominciare? Niente paura, leggete la testimonianza di Chiara per saperne di più!

Ci racconti un po' di te, chi sei e da dove vieni?

Mi chiamo Chiara, ho quasi 27 anni, prima di trasferirmi a Pechino, vivevo a Muggió, una cittadina in provincia di Monza e Brianza, tra Monza e Milano.
Sono laureata in Comunicazione Interculturale per la Cooperazione e l'Impresa, ho studiato cinese e ho una precedente esperienza lavorativa in Italia presso un centro assistenza autorizzato Bosch Siemens.

In che Paese ti sei trasferita e da quanto tempo ci vivi?

Nel 2013 mi sono trasferita in Cina, a Pechino. In realtà, l'idea con cui sono partita era quella di fermarmi per circa cinque mesi per fare un corso semestrale intensivo di lingua cinese, ma come avrete capito alla fine mi sono trattenuta un tantino più a lungo.

Quali sono i motivi principali che ti hanno portato a Pechino?

Il motivo principale per cui sono venuta a Pechino è stato esattamente quello di migliorare il mio cinese. Era un'idea che mi era già passata per la testa più volte durante i miei anni di studio all'università, ma ho aspettato di laurearmi per poter partire senza la pressione di esami imminenti.

Da dove nasce la tua passione per la lingua e cultura cinese?

Ad essere sincera, in passato non sono mai stata appassionata di cultura e lingua cinese. Quando andavo alle scuole superiori, ero interessata a tutto. Mi piacevano le lingue straniere, la matematica, le scienze, e ciò non ha fatto altro che rendermi ancora più difficile la scelta dell'università.
Alla fine, dopo mesi di indecisione, ne ho scelta una ad indirizzo umanistico ma soprattutto, sotto vivido consiglio di mio fratello (che ringrazierò per sempre), ho scelto di studiare cinese.
Diciamo che, col tempo, la passione è nata.

Che studi hai fatto in Italia?

In Italia ho fatto liceo scientifico e, nel 2013, mi sono laureata in Comunicazione Interculturale per la Cooperazione e l'Impresa.

Come sei riuscita a trovare il tuo attuale lavoro come insegnante di italiano?

Inizialmente, la mia idea era di restare a Pechino per cinque mesi e frequentare un corso di lingua intensivo a cui mi ero iscritta tramite Sinaforum, un'associazione italiana che aiuta gli studenti a fare dei periodi di studio in Cina. Essendo io inesperta ho deciso di affidarmi a loro, dopodichè, per una serie di motivazioni tra cui la mia voglia di continuare a studiare e migliorare ulteriormente il mio cinese, ho deciso di fermarmi più a lungo.
In sostanza, ho fatto altri tre semestri, sempre presso la BLCU di Pechino, in cui mi sono trovata benissimo e che consiglio vivamente.
Essendo venuta io come studente privata e non avendo fatto richiesta per nessuna borsa di studio (ce ne sono parecchie, sia del governo cinese, che dell'Istituto Confucio), le spese iniziavano a diventare ingenti, cosí verso maggio del 2014 ho iniziato ad informarmi su internet per capire se ci fosse o meno la possibilità di fare un lavoretto che mi aiutasse a pagarmi gli studi.
Ho trovato molto facillmente il sito della scuola in cui lavoro attualmente e li ho contattati, inizialmente mi hanno risposto di non aver bisogno di nuovo personale, in quanto il periodo invernale-primaverile è abbastanza "morto", nel senso che ci sono pochi studenti quindi una scarsa offerta di lavoro.
Mi hanno successivamente ricontattata a luglio, mentre ero in Italia in vacanza, cosí al mio ritorno ho fatto un colloquio e sono stata assunta come insegnante part-time per lavorare nei fine settimana.
L'anno successivo, dopo aver sostenuto un esame di certificazione che mi abilitasse all'insegnamento della lingua italiana agli stranieri, avevo finalmente tutti i documenti necessari per fare richiesta per il visto lavorativo, incluso il contratto full time con la scuola.

C'è molto richiesta di profili professionali come il tuo a Pechino?

Diciamo che in Cina c'è una gran richiesta di insegnanti di lingue straniere, soprattutto di madrelingua inglese.
In quanto stranieri, in Cina abbiamo posti quasi assicurati come waijiao ( che in cinese significa “insegnante straniero”), ma ultimamente i requisiti stanno diventando più selettivi.

Lo stipendio è buono?

Se paragonato allo stipendio di un insegnante in Italia, lo stipendio è buono.
Nella mia scuola viene calcolato in base a diversi fattori, tra cui esperienza, disponibilità, attività extra svolte e gradimento da parte degli studenti.
La paga, oraria e lorda, varia dai 12 fino ai 20 euro circa.
Il sistema di tassazione è diverso rispetto a quello italiano, è diviso in fasce e la percentuale in tasse aumenta all'aumentare dello stipendio.
Il fatto che la paga sia oraria comporta uno stipendio “flessibile”, il che vuol dire avere maggiore libertà nella pianificazione delle ferie (cosa che io sfrutto per farmi qualche viaggetto nel sud- est asiatico), che non sono retribuite, ma anche una sorta di insicurezza economica. Pochi studenti significano poche classi, perciò poco lavoro e stipendio basso.
Il periodo peggiore è quello invernale, tra gennaio e maggio, il migliore è quello estivo.

Che durata ha il tuo visto?

Il mio visto dura un anno, ma girano voci che secondo nuove normative è possibile fare rinnovi di durata maggiore, addirittura di quattro anni.
Per ora solo voci che corrono su wechat, il social preferito dai cinesi.

Quanto ti costa in media vivere a Pechino? Casa, cibo, bollette, trasporti…

Conducendo uno stile di vita “cinese”, la vita qui costa davvero poco.
Lo stipendio medio per gli stranieri è più alto che quello medio dei cinesi, per cui mangiando cibo locale, comprando prodotti cinesi e usando trasporti pubblici, in genere si spende poco.
I prezzi delle case variano a seconda delle zona in genere, ci sono case bellissime e grandi ma molto lontane dal centro e case minuscole in centro a prezzi stratosferici. Cercando casa in zone non troppo centrali ma comunque molto ben servite si possono trovare dei begli appartamenti a prezzi accessibili.
Il pagamento delle bollette funziona in modo diverso rispetto all'Italia: non si riceve la bolletta via posta ma occorre ricaricare il contatore della luce e del gas utilizzando delle tessere apposite.
Recentemente, con il wechat wallet (geniale, una sorta di Apple Pay cinese che sfrutta wechat come se fosse un portafoglio, collegandolo alla carta bancaria) è diventato possibile pagare le bollette online e, veramente, serve un minuto.
Il costo è relativamente basso, vivendo da sola in un bilocale spendo meno di 20 euro al mese per la luce, per l'acqua non saprei quantificare (ricevo una bolletta di circa 10 euro ogni due mesi circa).
La metro costa pochissimo: fino a due anni fa c'era una tariffa fissa di 2 yuan (cioè meno di 30 centesimi di euro!), ora varia, a seconda della tratta, tra i 3 e i 7 yuan (7 yuan sono circa un euro).
Gli autobus costano ancora meno.
Ovviamente, se ci piace condurre uno stile di vita più occidentale, le spese si alzano.
Il taxi è comodissimo a Pechino, ce ne sono tanti e sono veramente economici rispetto a quelli italiani (tariffa base di circa 2 euro, tanto per capirci), ma muoversi ogni giorno in taxi rischia di diventare oneroso.
Per quanto riguarda i cibi d'importazione, ci sono, ma spesso a prezzi proibitivi. L'olio extravergine d'oliva italiano, ad esempio, può costare anche il corrispettivo di 13 euro a bottiglia.

C'è buona disponibilità di alloggi in città?

Ci sono alloggi, ma bisogna stare attenti. Purtroppo i costi salgono di anno in anno, e spesso agenti senza ritegno cercano di affittare vere e proprie catapecchie ai malcapitati stranieri che non parlano bene la lingua. Ecco perché consiglio sempre di affidarsi a un'agenzia (Wo Ai Wo Jia sembra sia quella dai prezzi più accessibili) o, eventualmente, chiedere aiuto a chi ha un po' di esperienza a riguardo e parla la lingua per contattare direttamente degli agenti o i proprietari delle case.

In che zona della città consigli di cercare casa?

Dipende dal proprio stile di vita, a mio parere, ma consiglierei comunque di cercare casa vicino al proprio posto di lavoro, se possibile, perché la metro negli orari di punta qui è davvero un inferno.
Pechino è più caratteristica di Shanghai proprio per le sue zone un po' più storiche, e a me personalmente piace molto la zona di Gulou, a nord della città proibita. Anche qui, però, bisogna stare attenti ai prezzi, che magicamente lievitano per gli stranieri, e alle condizioni delle case, che spesso sono vecchie e hanno problemi: alcune addirittura sono senza bagno.
Guardate e valutate bene le case prima di firmare un contratto.
In alternativa, ci sono zone un po' più moderne e vicine al centro della vita notturna (Sanlitun, fermata della metro 10 Tuanjiehu), dove le case sono più nuove e un po' meno care rispetto a quelle di Sanlitun: Shuangjing, per esempio, è una zona residenziale molto carina, a due fermate da Guomao, il centro degli affari esteri dove si trova il famoso edificio della CCTV.
Per chi viene a studiare, ci sono molte università nella zona nord-ovest della città, nel distretto di Haidian, che infatti è un'area molto frequentata da universitari.

Quali sono i mezzi pubblici disponibili a Pechino e qual'è quello che usi di più?

Una cosa che amo di Pechino è la facilità con cui ci si sposta e i costi bassissimi degli spostamenti.
La metro è molto comoda, ma ci sono anche i taxi e un'app che si chiama didi dache, una sorta di Uber cinese che permette di prenotare macchine private con cui spostarsi per la città e a prezzi veramente ridicoli, se paragonati agli standard occidentali.
Ultimamente, però, devo ammettere che è diventato piú difficile trovare taxi e privati disponibili la sera tardi, e spesso mi sono trovata in situazioni spiacevoli in cui ho dovuto discutere con tassisti che non erano disposti a portarmi a casa perchè "non andavano in quella direzione" (e qui, sapere il cinese diventa fondamentale).

Quali sono i luoghi di interesse più rappresentativi di Pechino?

Pechino è famosa per piazza TianAnMen e per il Tempio del Cielo, ma c'è molto altro da vedere, e siti ancora più interessanti.
Da expat veterana della città, consiglio vivamente la zona degli hutong a nord di TianAnMen, tutta la zona di Gulou, Andigmen, Lama Temple e dintorni.
Gli hutong sono delle viette caratteristiche della Pechino "old style", in cui le case pechinesi vecchio stile sono le famose siheyuan (四合院), le famose "case a quattro lati" con un cortile centrale e in cui, in ogni lato, viveva una parte della famiglia (le donne, gli anziani etc). Adesso sono in genere affittate da più di una famiglia, ma mantengono il loro fascino. Sono stati per la maggior parte ristrutturati e modernizzati e, quelli frequentati dagli expat, sono pieni di bar, locali di musica live e ristorantini caratteristici cinesi e non.
Ultimamente il governo ha fatto partire una campagna per far chiudere tutti gli spazi abusivi, per cui molti hutong sono stati letteralmente riempiti di mattoni e mattonelle a chiusura di porte e finestre di diversi bar e locali, per cui, oltre a suscitare una grande tristezza tra noi fedeli frequentatori di queste zone, si stanno praticamente svuotando. Oltre agli hutong, consiglio di visitare il Palazzo d'Estate, Lama Temple, il quartiere più moderno tra Jintaixijiao e Guomao, e naturalmente la Grande Muraglia (non la zona di Badaling, spesso gli operatori turistici organizzano gite in quel punto della Muraglia ma, oltre ad essere il meno interessante, è spesso super affollato, e credetemi, non vorreste mai trovarvi in mezzo ad una folla immensa di cinesi sulla Muraglia: consiglio in genere la zona di Huanghua Changcheng Shuicheng).

Quali sono le caratteristiche climatiche della zona?

L'inverno a Pechino è molto secco e molto freddo (si è arrivati a -15°C), l'estate molto umida e afosa, si toccano i 37-38° C nelle giornate più calde, e piove molto più spesso che in inverno.
In primavera ci sono spesso tempeste di sabbia, ed è bene ripararsi naso, bocca ed occhi.
Uno dei problemi più gravi di questa città resta l'inquinamento. Vivendo qui ho imparato ad apprezzare il bel tempo e il vento, che quando arriva si porta via tutto il pm2.5.
Consiglio di utilizzare delle mascherine e di tenere un purificatore d'aria in casa: ne ho uno della Xiaomi, ottimo e non troppo oneroso, costa sui 700-800 renminbi (circa 100 euro) e i filtri si cambiano ogni sei mesi circa, in base all'utilizzo.

Com'è il rapporto tra popolazione locale e stranieri?

I cinesi sono per la maggior parte ancora chiusi nei confronti degli stranieri.
La censura, la propaganda del governo fanno in modo che la popolazione pensi che la Cina sia il paese migliore al mondo, additando l'Europa e l'America come Paesi toccati da guerre, crisi economiche e di governo, che li rendono meno sicuri e, agli occhi dei cinesi, mete lontane e di cui veramente sanno poco e niente.
La maggior parte dei residenti a Pechino proviene dalle campagne del nord, o da altre città della Cina, e puntualmente durante le feste la città si svuota.
Per la maggior parte sono perciò persone che non hanno mai visto uno straniero, per cui ci guardano spesso con un misto di sorpresa e curiosità. Molti sono innocui, ma altri sono abbastanza fastidiosi.
Stando qui ci si abitua agli sguardi e agli additamenti, ma devo essere sincera: vivere in Cina porta un po' tutti a costruirsi una bella corazza.
Qui i problemi ci sono sempre, e riguardo alle cose più svariate: dalla lingua (quasi nessuno parla inglese), al diverso tipo di cultura (ci sono atteggiamenti che a noi risultano incivili ma che per i cinesi sono assolutamente normali, come sputare, spingere le persone e via dicendo), alla burocrazia (faccende riguardanti visti e resident permit, contratti di lavoro, annunci di lavoro falsi o irrispettosi, e cosí via).
Insomma, qui ci si fa la pelle.
Il lato positivo è che, una volta lasciata la Cina, si è pronti ad affrontare qualunque cosa.

Sei riuscita a farti dei nuovi amici?

La mia vita ormai è a Pechino, anche se non conto di rimanerci per sempre, e in questa prospettiva ho conosciuto diversi expat, italiani e non, con cui mi frequento regolarmente e con cui sono nate delle bellissime amicizie.
Dall'anno scorso faccio inoltre parte del consiglio direttivo di AGIC, che sta per Associazione Giovani Italiani in Cina, e all'interno della quale mi occupo dell'organizzazione di eventi in occasione delle nostre festività, ma anche di Cineforum, seminari e via dicendo.
Lo scopo di AGIC è quello di promuovere la cultura italiana e di essere il punto di riferimento e di raccolta per la comunità italiana, che a Pechino e Shanghai è numerosissima! Sul nostro sito (www.assogic.com) troverete delle guidelines per la vita in Cina e consigli di vario tipo: da come prendere un taxi all'affitto di una casa, e tanto altro.

Ti piace la cucina locale e qual è il tuo piatto preferito?

La cucina cinese è molto variegata, ci sono tanti tipi di cucine (come sappiamo la Cina è enorme). Quella pechinese non è tra le mie preferite, ma qui si trova un po' di tutto, per cui è difficile che non ci sia niente che piaccia.
Tipici di Pechino, soprattutto da mangiare a colazione, sono i jiaozi e i baozi, ossia i famosi ravioli al vapore che troviamo anche in Italia, ma decisamente molto più buoni.

I tuoi progetti per il futuro…

È difficile fare progetti a lungo termine. Più volte mi sono detta “Quest'anno torno in Italia”, ma ho sempre trovato dei motivi per rimanere qui.
Quest'anno vorrei cambiare lavoro, e sono già alla ricerca di un nuovo posto. Spero di poterne trovare uno qui, in alternativa ho considerato l'idea di tornare in Italia e tentare la fortuna, anche se le prospettive ora come ora a Milano non sono allettanti.
Vedremo cosa succederà in questi mesi, ma nel frattempo sto pianificando qualche viaggio. Prossima tappa: Boracay!

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