Laura: " Gli Islandesi sono amichevoli, rispettosi e amanti delle tradizioni "

Interviste agli espatriati
  • Laura in Islanda
Pubblicato 2016-06-09 alle 00:00 da Expat.com team
Laura ed Iride si sono trasferite in Islanda nel 2013. In Italia avevano un pasticificio ma sono state costrette a chiudere. Hanno lasciato Bergamo ed ora vivono vicino al lago Myvàtn. Laura lavora nella ristorazione.

Ciao Laura, ci parli un po' di te e delle ragioni che ti hanno portata in Islanda?

Mi chiamo Laura, ho 39 anni e lavoro in Islanda dal 2013.
Fino a questa data avevo un pastificio in Italia, a Bergamo, assieme alla mia compagna e socia Iride.
Diverse cose ci hanno portato a scegliere di chiudere e di partire per un Paese di cui non sapevamo niente, del quale conoscevamo solo il nome della capitale grazie alla lezione di geografia delle medie!
Lavorare 15 ore al giorno per esempio, non riuscire a pagare i fornitori, fare i salti mortali per accontentare i clienti per non perderne neanche uno.
Diciamo che niente di quello che avevamo programmato è andato bene, perciò abbiamo dovuto chiudere, ecco perchè sono andata in Islanda, perchè non è l'Italia, e io nel 2013 l'odiavo.

In che parte dell'isola ti trovi?

Ora mi trovo al nord, questo è il secondo anno sul lago Myvàtn. Ma il primo e il secondo anno gli ho passati a Reykjavìk.

Di cosa ti occupi attualmente?

Lavoro in cucina, in un bistrò dove serviamo hamburger, zuppe e altre amenità.
Il primo anno ho lavorato per qualche mese in un laboratorio per la preparazione del sushi.

Cosa consigli di mettere in valigia a chi sta per trasferirsi in Islanda?

Per quanto riguarda il cibo, le verdure fresche scarseggiano, potresti pensare di coltivare delle insalate in casa portandoti vasi e semi. Comunque per gli alimenti si spende tre volte in più.
Anche l'abbigliamento non è economico, intimo termico, pantaloni da montagna, scarpe e giacca pesante ti conviene comprarli in Europa.
Nei grandi market si trova di tutto, ma se non sei in città fai fatica a trovare i market!
Le cose che costano meno o come in Italia sono: latte, burro e uova.
Medicinali, come asprina e paracetamolo si trovano al banco e non sono costosi. L'ibuprofene costa come in Italia.
Prodotti di cosmesi risparmi senz'altro portandoli dall'Italia, soprattutto se usi prodotti organici, biologici o altro. Puoi comunque trovare creme prodotti direttamente in Islanda, ma per via dei turisti non sono economiche.
Bonus è il supermercato più economico.

Qual'è stato l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento? Magari cercare casa, trovare lavoro, la burocrazia...potresti raccontarci un po' la tua esperienza?

Diciamo che qua ti sorprendi perchè non ci sono file da fare, almeno io, negli uffici pubblici non ricordo di averne fatte.
La cosa più difficile è stata trovare alloggio a Reykjavik, infatti l'anno scorso ho deciso di abbandonare la capitale.
Purtroppo col turismo sono come impazziti e in città non si trovano facilmente case per chi lavora, i prezzi sono alti e ti chiedono di lasciare casa ad Aprile, quando la presenza dei turisti si fa costante. Anche abituarmi a cibi diversi non è stato facile, infatti non mi sono ancora abituata!

Quali sono secondo te le cose più importanti da fare a livello burocratico appena ci si trasferisce in Islanda?

Direi richiedere il kennitala, una specie di codice fiscale.
Con il kennitala puoi aprire un conto bancario. Anche farsi un numero di telefono islandese non è da trascurare.
Se si vuole lavorare in Islanda è bene farsi la tax card presso l'ufficio chiamato Skra.
Non è difficile fare tutto questo, negli uffici parlano inglese e sono sempre molto disponibili.

Come giudichi il costo della vita nella città in cui vivi?

Il costo della vita è molto alto, direi che le cose costano tre volte tanto che in Italia.
Se hai uno stipendio basso non riesci a mettere via niente, ma arrivi alla famigerata fine del mese.

In una scala da 1 a 10, quant'è importante saper parlare la lingua locale per trovare lavoro e vivere li?

Non è tanto importante per trovare lavoro quanto per fare amicizie: gli Islandesi parlano inglese, ma parlano soprattutto in islandese tra di loro, perciò si comunica meglio se parli la loro lingua.
Davvero tutti in Islanda parlano in inglese, col loro accento certo, non parlare islandese non è un impedimento per lavorare e vivere qua.

Sei riuscita a farti amicizie tra la gente locale?

Si, gli Islandesi sono amichevoli e "caciaroni", si bevono volentieri una birra.
In città poi ci sono persone da tutto il mondo, e non mancano le occasioni per fare amicizia.

Ci descrivi una tua giornata tipo?

Dipende, se lavoro, devo stare circa 12 ore in cucina.
I turni sono detti 2-2-3 nel senso che due giorni lavori, due giorni no, tre si e così via e in cucina specialmente i turni sono lunghi.
Se trovi persone con cui ti diverti non è troppo faticoso, al lavoro sono comunque rilassati.
Nel tempo libero mi piace fare lunghe camminate e sono appassionata di fotografia.

Qual è il tuo piatto tipico preferito?

Il mio piatto preferito è il Hverabrauð, il pane cotto per 24 ore nei forni ricavati per terra, viene cucinato grazie alla geotermia.
Dalle parti di Myvatn lo servono a fette, imburrate con sopra una fetta di artic chard affumicato, è molto buono. Mi piace molto anche il pesce secco, nonostante l'odore.

Quali sono, secondo te, la maggiori differenze tra il popolo islandese e quello italiano?

Non è facile rispondere a domande come queste perchè si finisce per generalizzare e rispondere per luoghi comuni.
Gli Islandesi sono chiamati i terroni del nord, ma solo perchè non hanno niente a che vedere con gli altri popoli scandinavi.
Gli Islandesi non toccano e non prendono niente che non sia loro, se perdi qualcosa la ritrovi nel punto esatto.
Qua non devi guardarti le spalle, non nella vita di tutti i giorni.
Non sono amanti del cibo, non ti invitano a pranzo, magari è più probabile ti invitino fuori casa, non parlano di cibo, mangiano perchè devono farlo.
Non credo di dovermi dilungare a descrivere il rapporto degli Italiani col cibo.
Per certe cose li definirei "nazionalisti", amano molto il loro paese, mantengono vive tradizioni che li fanno sentire uniti, sono solidali.

I tuoi progetti per il futuro...

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