Furio a Shangai: "Non avere paura, impara la lingua locale e...sorridi"

Interviste agli espatriati
  • Furio a Shangai
Pubblicato 2013-10-17 alle 02:00 da Expat.com team
L'aspetto che preferisco di Shanghai è la commistione tra oriente e occidente che, al contrario di Hong Kong, conserva connotati prettamente cinesi. Viverci non è sempre facile, ritmi frenetici, prezzi alle stelle, viaggi in metropolitana che sembrano non finire mai...Chi resiste è spesso motivato dall'ambizione di migliorarsi, fare carriera o dare vita al proprio business.

Ciao Furio, grazie per averci concesso un po' del tuo tempo per l'intervista. Vivi fuori dall'Italia da ormai otto anni, ti va di raccontarci un po' della tua esperienza trascorsa all'estero fino ad oggi?

Ciao Francesca, grazie a te per avermi dato l'opportunità di condividere la mia storia con te e i lettori di Expat Blog.

Qual'è stato, per te, l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento in Cina?

Il periodo più difficile è stato prima della partenza. Quando ho deciso di spostarmi in Asia, alla fine del 2009, non avevo nessun contatto e non sapevo bene come fare. Decisi così di provare con le borse di mobilità europea perché volevo continuare a lavorare in università.
Ci vollero più di sei mesi per trovare la borsa di studio adatta (STF EU-China, che purtroppo non esiste più), trovare un'università disposta ad ospitarmi, preparare il progetto di ricerca e passare le due selezioni (la prima basata sul curriculum e la seconda su una presentazione e intervista a Bruxelles). Una volta arrivato in Cina non ho avuto grossi problemi di adattamento perché avevo già cinque anni di esperienza all'estero (in Francia) e parlavo inglese in maniera perlomeno passabile.
Il fatto che la borsa europea prevedesse sei mesi di studio del cinese a Pechino rese le cose estremamente semplici.

È stato facile ottenere un permesso di lavoro/di residenza?

Sì e no. Sì perché una volta trovata l'università ospitante il direttore del laboratorio di ricerca assegnò il mio caso a una segretaria che si occupò di preparare tutti i documenti necessari. No perché, nonostante avessi un biglietto sola andata per Pechino per il 29 Maggio, il 23 Maggio i documenti necessari per ottenere il visto di lavoro (il famigerato visto Z) non erano ancora partiti dalla Cina.
La cosa interessante è che, mentre per inviare un plico di documenti da Shanghai a Roma con DHL ci vogliono tre giorni, per inviare gli stessi documenti da Shanghai a Cagliari, dove risiede la mia famiglia e dove ero tornato prima di partire per la Cina, ce ne vogliono otto, di giorni. Croce e delizia di abitare in un'isola.
Dissi quindi alla segretaria di spedire i documenti direttamente all'ufficio DHL di Roma (anziché in Sardegna, dove non sarebbero mai arrivati in tempo) e partii per la capitale cinque giorni prima del previsto.
La missione? Intercettare questi benedetti documenti, richiedere il visto e e prendere il mio volo previsto per il 29. Paradossalmente l'attesa fu piacevole visto che non avevo mai avuto il tempo di visitare Roma con calma. Mi ospitò Miriam, un'amica d'infanzia che non vedevo da tantissimo tempo e che mi fece un po' da guida. Quasi mi ustionai per tutte le ore che passai ai Fori Imperiali e ingrassai due chili a forza di pizze e focacce! La mattina del 28, quando avevo ormai perso le speranze, mi arrivò un SMS da parte di DHL: "Il suo pacco è arrivato." E allora via di corsa attraverso il quartiere di San Lorenzo e giù per il quartiere cinese - casualità? - sino all'ufficio di DHL. Ritiro i documenti e parto a razzo verso la metro. Destinazione: il CVASC, ovvero l'agenzia che si occupa di rilasciare i visti per conto dell'ambasciata cinese (i cinesi hanno sub-appaltato il tutto haha). Arrivo mezz'ora prima che chiuda l'accettazione per i visti "express." Mi confermano che possono darmi il visto entro 24 ore. Respiro. Ce l'ho fatta. Il giorno dopo passerò a ritirare il visto e poi, sempre di corsa, prenderò il treno che dalla Stazione Termini porta sino all'aeroporto di Fiumicino. Da dove, come in tutte le favole a lieto fine, salirà sul mio aereo alla volta di Pechino.

A livello lavorativo, com'è la situazione a Shanghai? Quali settori potrebbero, a tuo avviso, offrire opportunità ad un italiano che volesse cercare lavoro li?

Eh, la domanda da un milione di Renminbi! Chi ha una specializzazione non dovrebbe avere troppi problemi a trovare un lavoro, soprattutto nei settori dell'ingegneria, del design e della ricerca universitaria. O almeno questo è quello che ho notato. Il massimo, ovviamente, è saper parlare anche il cinese. Però avere una laurea o parlare già la lingua non è assolutamente necessario.
Da quello che posso notare se la cavano abbastanza bene anche i parrucchieri, i pizzaioli, gli chef e i camerieri che hanno una buona esperienza. Vi è inoltre la possibilità di lavorare come insegnante di lingue. Conosco vari ragazzi che insegnano o hanno insegnato italiano. Inoltre è anche possibile insegnare inglese in quanto la domanda è sempre alta e alcune scuole private accettano insegnanti non-madrelingua, sopratutto se sei disposto a lavorare durante il fine settimana.
Insisto sull'esperienza. In Cina non vi è alcun bisogno di personale non qualificato. Per tali posti di lavoro dovrai vedertela con mezzo miliardo di migranti interni che si accontenta di guadagnare 200 Euro al mese. La Cina - e l'Asia in generale - non è il posto adatto per lavorare da McDonald o, comunque, svolgere un mestiere che non richieda alcuna qualifica. Mi sento inoltre di dire che ottenere il visto Z - l'unico che ti permette di lavorare legalmente nella Terra di Mezzo - sta diventando sempre più un problema.
In passato in tanti lavoravano con un visto business o studentesco in quanto, anche se illegale, il governo chiudeva un occhio (o anche due). Dico in "passato" ma c'è ancora tanta gente che lo fa. Di questi tempi però i controlli sono aumentati e non consiglierei a nessuno di lavorare in Cina senza prima ottenere un visto di lavoro (in effetti non l'ho mai consigliato).
Il problema principale è che tale visto si può ottenere solo a Roma o Milano (per gli Italiani). C'è chi è riuscito ad ottenerlo ad Hong Kong ma, dopo i cambi di regolamento del primo Luglio 2013, la cosa mi sembra quanto meno improbabile. Il fatto che il visto si possa ottenere solo in Italia è un deterrente importante perché molti datori di lavoro vogliono conoscerti di persona prima di assumerti. Quindi, a meno di non essere estremamente qualificato o avere le conoscenze giuste, diventa difficile competere per un posto di lavoro con gli stranieri che si trovano già in Cina. Se stai ancora studiando il metodo migliore è sicuramente quello di giocare d'anticipo, venire qui prima di diplomarti/laurearti (faccio spesso l'esempio delle borse Intercultura per i diplomandi e di quelle Erasmus Mundus per chi punta a un master), imparare la lingua e crearsi i contatti per trovare un posto di lavoro appena si finisce con la scuola.
Un metodo abbastanza utilizzato - ma rischioso in quanto bisogna investire un po' di soldini - è quello di arrivare in Cina con un visto turistico, trovare un datore di lavoro disposto a sbattersi per procurarti tutti i documenti necessari per il visto Z, tornare in Italia per richiedere il visto di lavoro e poi volare nuovamente in Cina. Lo so, non è facile ma è quel che passa il convento e, tra l'altro, quello che è spesso costretto a fare chi vuole venire a lavorare in Europa. Il problema vero è che non siamo più i padroni del mondo e dobbiamo adeguarci a leggi che abbiamo creato noi.

Gestisci due siti web dedicati alla Cina, di cosa trattano nello specifico e da dove è nata l'idea?

Sapore di Cina, il primo sito web che ho creato, è nato da una frase di Seth Godin:
"Il momento migliore per cominciare a pubblicizzare il tuo romanzo è tre anni prima che venga pubblicato".
E così io, che avevo iniziato a scrivere un romanzo ambientato in Cina (che tra l'altro non ho ancora spedito a nessun editore, mea culpa) ho avuto la bella pensata di aprire un sito web.
In principio si trattava di un blog personale senza tante pretese. All'inizio del 2013, spinto dalle continue richieste via e-mail che ricevevo, ho però iniziato a scrivere anche guide più pratiche (sui visti, gli affitti, gli hotel eccetera) e il sito è cresciuto molto. Diciamo che la nuova missione è meno "egoista," non più promuovere un romanzo che non si sa neppure se mai vedrà la luce, senonché realizzare un sito web che funga da "guida" per chi voglia viaggiare o lavorare in Cina. Sempre però mantenendo uno stile leggero e scanzonato!
Cina Importazioni è invece un sito dal taglio più commerciale (non di sola scrittura creativa vive l'uomo) dove io e il mio business partner, Fredrik, offriamo consulenza online a chi voglia importare dalla Cina ma non ha né l'esperienza necessaria per cavarsela da solo né i soldi per rivolgersi a un intermediario commerciale che segua tutto il processo di importazione in prima persona. Fedele al mio animo da scrittore, anche su Cina Importazioni abbiamo un blog dove, oltre a pubblicare un articolo a settimana, rispondiamo gratuitamente a chiunque abbia un dubbio o una domanda sull'import (sia via e-mail che tramite i commenti).

Qual'è il modo migliore per cercare alloggio in città: consultare siti immobiliari on-line, annunci sui quotidiani...cosa ci consigli?

Dipende. Se stai cercando un appartamento e non parli cinese (o non conosci nessuno che possa aiutarti con la lingua) allora consiglio Smart Shanghai, il sito in lingua inglese dove vengono postate pressoché tutte le offerte rivolte agli stranieri. Se parli cinese e stai sempre cercando un appartamento, ti consiglio di individuare la zona dove vuoi abitare e farti una passeggiata. Shanghai pullula di agenzie immobiliari e avrai solo l'imbarazzo della scelta. La commissione dell'agenzia corrisponde al 30% dell'affitto del primo mese. Se invece stai cercando una stanza in un appartamento condiviso (magari perché sei arrivato da solo e non puoi permetterti un monolocale, per il quale il prezzo minimo si aggira sui 600 Euro) allora diventa più difficile perché le agenzie non trattano "stanze," solo appartamenti e, anche se su Smartshanghai trovi qualche stanza, la domanda è di gran lunga superiore all'offerta e le stanze decenti vengono affittate entro due o tre ore.Lo so per esperienza visto che, quando ho lasciato la mia stanza, ho messo un annuncio su Smartshanghai e, tempo un paio d'ore, mi sono visto arrivare in casa cinque persone. Ho dato la stanza alla seconda ragazza che si è presentata perché era disposta a pagare la caparra sul momento, senza pensarci su. Ma se cerchi una stanza non disperare perché ho brevettato un metodo infallibile.
La prima cosa da fare è quella di andare su forum dedicati a Shanghai come quelli ospitati su Couchsurfing, Expat Blog o altri e vedere se c'è qualcuno che cerca una stanza. Ecco, a questo punto devi contattarlo e convincerlo a "mettersi in società" con te, ovvero ad unire le forze per cercare un appartamento insieme. Se trovi due persone è anche meglio perché tanti appartamenti hanno tre stanze. Se non c'è nessuno che cerca casa posta un messaggio proponendoti come coinquilino. Una volta che hai trovato una o due persone la cosa diventa molto più semplice perché a questo punto non dovrete più cercare una "stanza," bensì un appartamento. Potete quindi rivolgervi ad un'agenzia immobiliare o a chi affitta appartamenti su Smartshanghai (gli appartamenti sono molti di più e non vengono affittati così velocemente come le stanze). I prezzi ovviamente dipendono dal tipo di appartamento e dalla zona dove intendi abitare. Per darti un'idea, il prezzo di partenza di un appartamento in centro (distretto di Jing'An) con tre stanze da letto, una cucina, un soggiorno e un bagno è di 7,000-7,500 Renminbi.

I tre aspetti di Shanghai che più ti affascinano...

L'aspetto che preferisco di Shanghai è la commistione tra oriente e occidente, sopratutto nel centro storico, a cavallo tra Nanjing Road (ovvero la vecchia concessione inglese) e Huai Hai Road (la vecchia concessione francese che, ancora oggi, detiene il primato di "strada più elegante della città"). Al contrario di Hong Kong, che è un ibrido allo stato puro, Shanghai conserva connotati prettamente cinesi. Però è facile trovare, nella stessa strada, un gruppo di anziani che giocano a majiang, una panetteria francese, e un ristorante xinjianese da cui fuoriesce l'odore della carne di pecora appena arrostita e musica dai sapori centro asiatici. Poi le donne, così tradizionali ma, allo stesso tempo, avventurose come in nessun'altra città della Cina. C'è chi le Shanghainesi non le sopporta. Troppo viziate, voluttuose, manipolatrici, pericolose. A me forse piacciono proprio per questo. Infine gli immigrati. Vivere a Shanghai non è sempre facile. Ritmi frenetici, prezzi alle stelle (per gli standard cinesi), viaggi in metropolitana che sembrano non finire mai. Chi resiste è spesso motivato dall'ambizione di migliorarsi, magari fare carriera o dare vita al proprio business. Diventa quindi più facile conoscere persone interessanti. Penso sia una caratteristica comune a tutte le grandi metropoli internazionali visto che a Londra e Parigi ho avuto la stessa impressione.

...e quelli invece ai quali hai fatto fatica ad abituarti!

Rischio di essere un po' banale ma dico l'inquinamento (Shanghai è meglio di Pechino ma comunque disastrosa da questo punto di vista), la qualità del mangiare (la carne e il pesce non hanno alcun sapore, ti senti colpevole persino quando mangi l'insalata perché è zeppa di pesticidi) e internet, che è filtrato dal cosiddetto Great Firewall e, per questo motivo, funziona in maniera estremamente lenta.
Se poi vuoi visitare un sito bloccato come ad esempio Facebook o Youtube, allora ti serve una VPN, ovvero un sistema che ti permette di bypassare il firewall mascherando il tuo indirizzo IP.

La cosa più strana che hai mangiato tra le vie di Shanghai...

Haha se aspetti che ti risponda "blatte" o "scorpioni" caschi male. Così su due piedi direi un'orata in ristorante italiano di Changle Road. Perché era "strana"? In Cina non penso peschino le orate, quindi era sicuramente importata. Eppure era deliziosa ed estremamente economica per gli standard di Shanghai. Cose che non capitano spesso da queste parti.

A fronte della tua esperienza personale, ti senti di dare qualche consiglio a quanti stanno per affrontare un trasferimento in un Paese estero?

Non avere paura, la maggior parte delle persone è onesta indipendentemente dal paese in cui ti trovi e da quello che dicono i media. Impara la lingua locale più in fretta che puoi. Sorridi.

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