Le cose si stanno muovendo nel continente. Se la pandemia colpisce duramente gli stati africani, non ne impedisce lo sviluppo. Di fronte alle nuove sfide che interessano tutto il mondo, tra cui riscaldamento globale, energia pulita, sanità... i paesi africani si stanno attivando e fanno affidamento sui talenti internazionali. Quali sfide comporta un espatrio in Africa? Expat.com fa il punto della situazione.
I punti di forza dell'Africa
African Energy Week, Women in Agile, Public Securities Markets Meeting, International Mining and Quarrying Fair, Entrepreneurship Fair, Solaire Expo Morocco, Africa Pay e ID Expo… Anche se l'Africa Invest Forum, inizialmente previsto lo scorso dicembre, è stato rinviato a data da destinarsi, i paesi africani hanno un'agenda bella fitta in questo 2022. Ecologia, sviluppo sostenibile, industria, informatica, finanza, sviluppo, marketing, istruzione, salute, sicurezza informatica...Le varie nazioni si stanno organizzando per accrescere la loro attrattiva agli occhi degli stranieri, fermo restando che il contesto internazionale resta teso a causa del Covid-19.
I segnali di ripresa ci sono. Akinwumi Ayodeji Adesina, Presidente dell'African Development Bank Group, è ottimista: “Le economie africane si stanno gradualmente riprendendo dalla pandemia. La crescita del continente dovrebbe avvicinarsi al 3,4% quest'anno. Il Fmi, basandosi sulle stesse statistiche, mette però l'accento sulle disparità tra i vari Paesi. Secondo la Banca Mondiale Africana, Nigeria, Sud Africa, Egitto, Algeria e Marocco sono i 5 Paesi più ricchi in termini di PIL.
Per attrarre talenti e investimenti dall'estero, le nazioni fanno leva sui loro settori portanti. Potenza petrolifera e gasifera, la Nigeria è anche un importante produttore agricolo (l'agricoltura rappresenta circa il 20% del PIL). A fronte delle molteplici crisi che colpiscono il settore petrolifero, il Paese – che ha registrato una crescita del +2,4% - si sta innovando e sta puntando verso lo sviluppo sostenibile e la green economy.
Il Presidente Muhammadu Buhari sta anche investendo in un nuovo e massiccio piano di elettrificazione. Obiettivo: aumentare la produzione nazionale da 5.000ww a 25.000ww entro il 2025. Tanti nuovi progetti che richiedono talenti locali e stranieri.
Nuovi progetti anche per il Ghana che, con una crescita del 6,6%, è quasi tornato ai livelli pre-Covid. La crescita, secondo il Ghana Statistical Service (GSS), è trainata dai settori dell'istruzione, della sanità, dell'informatica, dell'ospitalità e dell'agricoltura.
Esce dal tunnel anche il Marocco (+6,3% di crescita) che avvia un ambizioso programma di riforme e innovazioni. Lo scorso novembre, il ministro dell'Industria e del Commercio Ryad Mezzour ha presentato il piano d'azione del governo. Tra i principali obiettivi per il 2022 c'è quello di rafforzare e sviluppare l'attività dei pilastri economici del Marocco, in particolare l'industria agroalimentare, il commercio, l'automotive, l'aeronautica e il tessile. Un piano che fa auspicare un rilancio del settore occupazionale.
E il Covid? Solo l'8%, o quasi, della popolazione africana è vaccinata; l'Africa sta ancora lottando. Per correre ai ripari, i governi moltiplicano le campagne vaccinali e rafforzano i protocolli sanitari, soprattutto in termini di trasporti interni e di trasporti internazionali. Perché la mobilità in sicurezza è una delle chiavi della crescita economica. Mobilità volta in primis a collegare le nazioni africane tra loro.
Espatrio: facilitare l'ingresso nei territori africani
Varie Paesi del continente incoraggiano la mobilità internazionale e fanno appello in primis ai talenti africani. La crisi sanitaria ha colpito tutte le economie e in particolare il settore del lavoro. L'Africa Visa Openness Index (AVOI), uscito nel 2021, dipinge il nuovo volto del continente africano, un continente che sta portando avanti la sua politica di semplificazione dei visti, in un contesto sanitario che richiede una vigilanza ancora maggiore. Coniugare efficienza, innovazione, armonizzazione e sicurezza: questo è l'obiettivo degli Stati africani.
In termini di innovazione, 24 di loro hanno adottato il visto elettronico, rispetto ai 15 del 2016. Un cambiamento indispensabile, secondo Monique Nsanzabaganwa, vicepresidente della Union Commission Africa: “La crisi del Covid-19 ha tolto il velo su una questione: l'Africa deve essere più autosufficiente. Per arrivarci, dobbiamo rafforzare il commercio intra-africano e ciò significa meno restrizioni sui visti. »
Alcune misure sembrano però andare verso un inasprimento dei regolamenti, piuttosto che verso un allentamento.
In questo momento, 9 Stati, tra cui Benin, Seychelles, Senegal e Mauritania, aprono le loro porte ai cittadini africani senza bisogno di visto o di visto all'arrivo. Ma si tratta di un calo significativo rispetto al 2016, quando i Paesi che adottavano questa politica erano 13.
Solo il 24% degli africani può ottenere un visto all'arrivo in un altro stato africano (rispetto al 28% nel 2020). Il 25% può viaggiare liberamente, senza visto (-1%, rispetto allo scorso anno). La maggior parte deve fare richiesta di visto prima di espatriare - siamo passati dal 46% nel 2016 al 51% nel 2021.
Questo inasprimento non è destinato a durare a lungo e, soprattutto, non mette in discussione l'andamento degli Stati in termini di armonizzazione.
Per Khaled Sherif, vicepresidente per lo sviluppo regionale, l'integrazione e la fornitura di servizi della Banca africana per lo sviluppo: "[…] i paesi che facilitano l'arrivo sul proprio territorio di uomini d'affari, turisti, studenti e lavoratori africani sono quelli che attraggono il maggior numero di investitori e di talenti. Si tratta di paesi le cui economie si riprenderanno rapidamente.
Jean-Guy Africa, capo dell'Ufficio di coordinamento dell'integrazione regionale della Banca africana per lo sviluppo, conferma: "Incoraggiando la libera circolazione delle persone, stiamo rendendo più facile per gli africani fare affari nel loro continente".
Pur non ignorando le tensioni politiche, vero ostacolo allo sviluppo delle economie africane, gli investitori e gli imprenditori scommettono sulle risorse che il continente può offrire. È con questo spirito che nel gennaio 2020 è stato creato il Club of Information Security Experts in Africa (CESIA), guidato da Didier Simba, Information Systems Security Manager. Presente in 18 stati africani, il CESIA organizza campagne volte a incentivare lo sviluppo in ambito digitale. Molti stati africani, particolarmente quelli a nord e a ovest, stanno facendo progressi in questo campo.
La mobilità dei talenti mira anche a consolidare questi traguardi e a promuovere lo sviluppo degli altri Paesi.
Il boom dell'alta tecnologia sta attraversando anche l'Africa. Per gli espatriati già presenti nel continente, si tratta di un'opportunità per integrare un settore in espansione. Chi progetta di trasferirsi avrà la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze sul mercato del lavoro internazionale.