Intervista a Lauren, mamma espatriata a Barcellona

Interviste agli espatriati
Pubblicato 2021-01-12 alle 07:00 da Anne-Lise Mty
Lauren ama la sua vita da espatriata malgrado le abbia riservato dei momenti difficili. Qualche mese fa, a causa della pandemia da coronavirus, è stata bloccata in casa con marito e figli per parecchie settimane di fila. Mamma, moglie e scrittrice, ci parla di lei e delle cose che le piace fare a Barcellona.

 

Raccontaci un po'di te

Sono Lauren, originaria del New Jersey, negli Stati Uniti. Attualmente vivo con mio marito e i miei tre figli a Barcellona. Prima di trasferirmi all'estero, lavoravo nel settore del marketing per eventi ed ero una scrittrice freelance. Ho iniziato a scrivere un blog solo dopo essere arrivata in Spagna. Ho sempre amato scrivere, ma ora sono davvero ispirata! Mi piace raccontare la mia vita e quella della mia famiglia in questa città straordinaria! Quando non scrivo, collaboro su Instagram con marchi spagnoli come influencer, lavoro al mio libro per bambini e, ovviamente, esploro il più possibile il territorio.

Come sei finita a vivere in Spagna?

Mio marito lavorava come capo delle risorse umane per un'azienda che si stava espandendo in Europa, Spagna inclusa. Vivere all'estero era sempre stato un nostro sogno ma io, dopo aver avuto i bambini, non ero più troppo convinta. Tuttavia, dopo che Paul ha ricevuto questa offerta, ci siamo subito innamorati dell'idea. Viviamo a Barcellona da tre anni e non potremmo essere più felici.

Hai seguito tuo marito a Barcellona, ​​com'è essere un "coniuge a carico"?

Grazie per avermi fatto questa domanda! Essere un coniuge a carico può essere piuttosto complicato. Da un lato ero eccitata all'idea di iniziare una nuova vita all'estero, dall'altro sentivo il peso della responsabilità dato che mio marito, impegnato con il nuovo lavoro, aveva delegato tutto a me. Il segreto è trovare un equilibrio.

Prima di trasferirmi, ero una casalinga e una come scrittrice freelance. Arrivata a Barcellona sentivo la pressione di dovermi reinventare. Dopo tre anni, posso dire di essere super orgogliosa di me stessa (concedetemelo!): ho fatto nuove amicizie, ho iniziato una carriera come blogger e ho imparato lo spagnolo. Mi sono messa in gioco, e i miei sforzi sono stati ripagati.

Come hai vissuto il periodo del lockdown a causa del COVID-19?

E' stato uno dei momenti più difficili della mia vita ma sono grata che stiamo tutti bene. Viviamo in un grazioso appartamento al quinto piano nel centro di Barcellona. Quando lo abbiamo scelto, non avrei mai immaginato che avremmo trascorso cosi tanto tempo tra quattro mura, tutti e cinque nello stesso momento. Non siamo potuti uscire per sei settimane di fila. Con mio marito che lavorava a tempo pieno da casa (da un "ufficio" improvvisato, allestito nella nostra camera da letto), le responsabilità dei bambini e della scuola sono ricadute su di me. È stato impegnativo per entrambi, ma ce l'abbiamo fatta. Ci siamo fatti forza l'un l'altro e ne siamo usciti più uniti di prima.

Cosa ti ha insegnato questa situazione?

Sono una persona abbastanza autonoma, cerco sempre di sbrigarmela da sola. Ho una mentalità da vera "super mamma". Se il COVID-19 mi ha insegnato qualcosa, è stato che chiedere aiuto non è una cosa negativa. Come mamma, ho vissuto momenti che mi hanno messo alla prova. Come espatriata, lo stesso. Questa è stata la prima volta nella mia vita in cui ho dovuto davvero abbassare la guardia e ammettere che avevo bisogno del supporto degli altri.

Che progetti hai per questo anno nuovo?

Sto lavorando ad un libro per bambini espatriati (età 4-7 anni). La storia è ispirata alla mia seconda figlia, che ha abbracciato completamente la sua vita all'estero assieme all'amato coniglietto di pezza, Bun-Bun. Il libro si intitola "A Passport for Bun-Bun" (Un passaporto per Bun-Bun) ed ha come scopo quello di aiutare sia i bambini che vivono all'estero, sia quelli che stanno per trasferirsi. Spero che venga pubblicato a breve!

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