Il parere di Julien Faliu: l’impatto della crisi sulla mobilità internazionale

Vita quotidiana
Pubblicato 2020-06-17 alle 14:22 da Julien Faliu
Questa settimana abbiamo deciso di pubblicare sul magazine degli articoli che parlano delle conseguenze della crisi sulla mobilità internazionale. Julien, fondatore di Expat.com, ci dà il suo parere su quelli che potrebbero essere i cambiamenti nei prossimi mesi.

Non avremmo mai pensato che ciò potesse accadere. Non poter viaggiare, dover restare chiusi in casa... il mondo intero si è fermato all'inizio del 2020 a causa della diffusione del coronavirus. E mentre la minaccia sanitaria non è del tutto scongiurata, le conseguenze economiche di questa crisi pesano sulle nostre teste. Ciò che viviamo in questo momento cambierà profondamente la società, l'economia e le nostre vite. L'espatrio non sarà esente da questi stravolgimenti. È difficile prevedere l'impatto del COVID-19 sulla mobilità internazionale perché entrano in gioco molti fattori, ma cercherò di fare delle ipotesi...

Per iniziare, prendiamo in considerazione le persone che hanno deciso di rientrare a casa subito prima o durante la crisi sanitaria. Un sondaggio di Expat.com in collaborazione con April International, una compagnia assicurativa, ha rilevato che il 18% dei partecipanti - tutti espatriati - hanno deciso di tornare nel paese di origine a causa della crisi. La maggior parte lo ha fatto per ricongiungersi con la famiglia e per motivi legati all'assistenza sanitaria. Questa tipologia di espatriati, cosi come appare dai nostri forum, stavano facendo uno stage o avevano con contratto a tempo determinato. L'80% di quelli che hanno deciso di restare lo hanno fatto perchè hanno un lavoro a tempo pieno e una famiglia. E' del tutto comprensibile. Quando è scoppiata la pandemia ero a New York con mia moglie e mia figlia e l'unica cosa a cui pensavamo era tornare a casa (Mauritius). Per fortuna siamo riusciti a prendere un volo per la Francia dove vivono i miei genitori. Siamo ancora qui. Sono felice di essere con la mia famiglia ma ho comunque voglia di casa mia. Capisco quindi la scelta di quegli espatriati che, non avendo solidi radici nel paese di espatrio o progetti a lungo termine, preferiscono rientrare in patria.

Per alcuni, invece, l'unica opzione è stata rientrare. La crisi economica ha, purtroppo, impattato il mondo del mondo ed alcuni partecipanti al nostro sondaggio hanno infatti indicato che sono tornati a casa perchè hanno perso il lavoro. E questa tendenza continuerà. L'Organizzazione Internazione per il Lavoro (ILO) stima che 55 milioni di persone rischiano la disoccupazione. Il settore del turismo è il più colpito. Credo che molti espatriati in possesso di un visto di lavoro saranno costretti a tornare nel loro paese a causa della crisi. E' però difficile stimare il numero esatto. 

La crisi economica avrà delle ripercussioni anche sulle persone che progettano di trasferirsi all'estero. Con il diffondersi del virus, e la chiusura delle frontiere, molti hanno dovuto rinviare la partenza. Ma fino a quando? Potranno espatriare quando le frontiere riaprono? E' probabile che alcuni desisteranno. C'è da considerare, inoltre, che molte aziende ci penseranno due volte prima di assumere personale straniero, a causa dei costi che ciò comporta. In un'ottica post-COVID, una delle priorità dei datori di lavoro sarà quella di promuovere il telelavoro. Ciò significa che assumeranno personale straniero che possa operare dal paese di origine. 

E' probabile che il desiderio di viaggiare e vivere all'estero si faccia sentire forte per alcuni e perda di importanza per altri, dopo la crisi. Penso che, specialmente tra i giovani che vogliono scoprire il mondo, le restrizioni e la chiusure delle frontiere non hanno fatto altro che alimentare la voglia di fare uno stage all'estero o fare un'esperienza di vacanza lavoro. Quello che cambia è la scelta della destinazione con predilezione a nazioni con un buon sistema sanitario e non troppo distanti dal paese natale. Una società di consulenza londinese, specializzata in pratiche per cittadinanza e residenza permanente, ha già notato una perdita di interesse per nazioni come il Regno Unito, ad esempio. Questo calo è dovuto alla scarsa reattività del governo nel rispondere alla crisi sanitaria.

Che ci piaccia o meno, il COVID-19 ha sconvolto il mondo della mobilità internazionale. Mentre settori come il turismo subiscono un impatto a breve termine, le conseguenze sulla mobilità internazionale si faranno sentire a lungo. Questa crisi definirà le tendenze di espatrio del prossimo decennio: tempistica, scelta del paese e cambierà anche i servizi richiesti dagli espatriati, specialmente in termini di assistenza sanitaria. La telemedicina, per esempio, avrà molto successo! Potremmo passare ore a parlare dei potenziali cambiamenti sulla mobilità a seguito della crisi, e potremmo fare centinaia di sondaggi, ma sei tu, siamo NOI, che daremo un volto all'evolversi dell'espatrio. Quindi, con nuove variabili in vista, spetta a noi decidere come pianificare il nostro progetto di espatrio. Dove andremo? Come ci sposteremo? Chi verrà con noi? Il mondo è la fuori che ci aspetta!