Testimonianza Nicola e Valentina dalla Cambogia

Interviste agli espatriati
Pubblicato 2018-02-22 alle 10:00 da Francesca
Nicola, Valentina e la loro Isabel: da Bologna a Kampot, nel sud della Cambogia. Lasciare tutto, dalle cose materiali agli affetti, uscire dalla comfort zone per rimettersi in gioco... Scoprite "il viaggio" di una famiglia expat dall'Italia in Asia.  

Presentatevi ai nostri lettori:

(Nicola) Mi chiamo Nicola, sono una persona normalissima sulla soglia dei cinquant'anni, nato a Ferrara ma negli ultimi anni ho vissuto a Bologna. Mi piace scrivere, leggere, ascoltare musica, fotografare, soprattutto le persone o la Natura. La scrittura è la mia occupazione principale: ho pubblicato tre libri, di cui due romanzi assieme a due editori uniti (uno dei quali si occupa della pubblicazione in E-book, l'altro della stampa cartacea) ed un saggio in self-publishing sulla contemplazione in natura come forma di meditazione parallela allo yoga, un'integrazione energetica alle pratiche dello yoga classico.

(Valentina) Ciao, mi chiamo Valentina, ho 44 anni e sono di Bologna.
Prima di venire qui in Cambogia la mia ultima occupazione è stata quella di lavorare per 17 anni come impiegata in una multinazionale tedesca con sede a Bologna, il classico lavoro 8-17.30 da lunedì a venerdì, il  “posto fisso” che dà tanta sicurezza ma anche tanta (almeno per me) frustrazione per non avere mai un tempo di quantità e qualità da poter condividere con la mia famiglia.

Dove vivete in questo momento?

Viviamo a Kampot, una tranquilla cittadina nel sud cambogiano, non lontana dal confine col Vietnam.

Siamo una famiglia e questo trasferimento per noi è un vero ‘progetto famiglia' attorno al quale abbiamo costruito un nuovo standard di vita, il nostro, quello rivolto alla ricerca di una vita più consona con le nostre aspettativa.

In passato, avete vissuto anche in altri Paesi esteri?

Sì, abbiamo vissuto per sette mesi in India, soprattutto in Kerala per una lunga esperienza come volontari internazionali.

Qual è quello che vi ha maggiormente colpito è perché?

(Nicola) L'India fa parte della nostra cultura in famiglia: mia moglie pratica e studia la danza Bharatanatyam (danza classica e sacra hindu del sud indiano), io pratico lo yoga nel percorso kundalini, ma anche i testi sacri classici, i grandi saggi, poeti della cultura indiana sono parte del nostro background culturale. Quindi per noi India è quasi casa per quanto le restrittive leggi interne rendano troppo difficile una permanenza lunga senza dover subire una burocrazia elefantiaca.

(Valentina) Dell'India si è scritto ormai di tutto e non vorrei ripetere le solite banalità modello “o la ami o la odi” ecc…, ma ce l'ho nel cuore da sempre, sin da quando ero una ragazzina che si dilettava a leggere (e cercare di capire) alcuni testi sacri indiani come la Bhagavad- Gita e si interessava alla spiritualità, allora per me così lontana, di questo grande paese.
Negli anni, lungo il mio cammino ho incontrato, e non credo per caso,  il Bharatanatyam, una delle danze sacre dell'India del Sud, e me ne sono innamorata iniziando a praticarla grazie alla pazienza ed alla professionalità di diverse insegnanti, sia italiane che indiane.

Appena arrivati in Cambogia, che sensazione avete provato? 

(Nicola) Ho ritrovato il profumo d'Asia, qualcosa difficile da spiegare in poche righe, quel profumo che racconto ed esprimo meglio nei miei libri, quella sensazione la quale, con tanta modestia, mi fa sentire affine al grande scrittore e giornalista Tiziano Terzani, anche se la sua narrativa era storico/politica o auto-biografica.
La Cambogia ha il suo mood sereno, sorridente nella gente nonostante tutto e tutto ciò che ha subito. Rispetto all'India è culturalmente molto piatta.
Ecco, un augurio che rivolgo al popolo khmer, è quello di ritrovare nei prossimi anni una dimensione culturale anche ispirandosi alla propria secolare storia gloriosa, sia nelle arti coreutiche che in quelle letterarie.
In uno slogan secco: meno youtube e social network sempre e ovunque e più letture, meno KTV e più teatri e cinema.

(Valentina) Amando molto l'India, specialmente quella del sud con i suoi colori, i suoi dèi ad ogni angolo di strada, i suoi saree e mundu, venire in Cambogia non ha avuto lo stesso impatto; le persone sono tranquille, sorridenti, il welfare, almeno dove ci troviamo noi, è migliore rispetto al Kerala.
Mi ripeto spesso che manca “quel non so che” che chi conosce bene l'India percepisce, quel mix di profumi, incensi, puzze, sorrisi e spazzatura, silenzi e confusione totale.
Qui è tutto un po' più “piatto”, sicuramente più moderno per come un occidentale potrebbe concepirlo, a volte meno folkloristico (mi si perdoni questo termine un tantino colonialista, è solo per rendere l'idea).
Della Cambogia non sono ancora riuscita ad afferrarne l'essenza anche a causa di una lacuna culturale causata dal passato drammatico di questo paese che deve rinascere dalle sue ceneri, se ne ha la forza, prima che venga “asfaltato” dal predominio vietnamita e cinese e da un'idea fasulla di “benessere all'occidentale” nel possedere più smartphones e social networks.

Quanto tempo vi ci è voluto per ambientarvi?

L'ambientazione è stata immediata, l'India è una buona scuola, qui è tutto più facile e meno estremo nei contrasti sociali come lo è invece il sub-continente.

Di cosa vi occupate a Kampot?

(Nicola) Di scrittura, inoltre gestiamo un piccolo B&B, due stanze nella nostra casa adibite a camere private, un business davvero piccino per non sottrarre tempo alla nostra attività di progetto familiare il quale comprende la scrittura, l'integrazione, il viaggio, l'homeschooling rivolto a nostra figlia, un'attività dispendiosa in tempo ed energie ma carica di entusiasmo nel determinare assieme la scolarizzazione di una bambina di otto anni già in Italia delusa dal sistema scolastico, annoiata, frustrata.
Ciò dovrebbe far riflettere la determinazione dei programmi ministeriale e la sua attuazione attraverso le attività didattiche, monotone e poco coinvolgenti già all'età della scuola primaria.

(Valentina) Al momento gestisco il nostro piccolo B&B insieme a Nicola e mi occupo insieme a lui anche dell'educazione parentale di Isabel. 

Quanto è importante conoscere la lingua locale per vivere e lavorare lì?

(Nicola) Come ovunque nel Mondo la comunicazione è fondamentale nei rapporti ed ammetto che la mia conoscenza della lingua khmer è a livello di ‘survivor language', ma sopravviviamo tranquillamente anche perché l'Asia è un paese portato alla comunicazione gestuale, la mimica espressiva facciale, l'uso delle mani per la comprensione, quello che proprio nella danza di mia moglie, nel comunicare le storie sacre narrate attraverso il corpo che danza, si chiama ‘abhinaya'.

(Valentina) Della lingua khmer conosciamo i numeri da uno a dieci, le centinaia e le migliaia per sopravvivere alla spesa al mercato per esempio, e poche altre parole, è tutto in divenire.
Normalmente parliamo inglese, io anche un po' di francese rispolverato dalle scuole superiori!

Di che tipo di visto siete in possesso? 

Siamo in possesso del visto business obbligatorio per poter stare qui a lungo, inoltre per la nostra attività abbiamo anche il permesso di lavoro e la licenza commerciale, abbiamo voluto fare tutto in regola.

Quanto vi costa vivere a Kampot? Affitto, bollette, cibo… 

(Nicola) Sinceramente non abbiamo mai fatto i conti nello specifico, sicuramente meno che in Italia. Le bollette sono tutto sommato economiche anche se in proporzione elettricità ed internet sono nettamente superiori rispetto al gas e all'acqua corrente.
Il cibo è economico: non siamo quegli italiani che cercano il prosciutto di Parma ai tropici quindi acquistiamo praticamente tutto al mercato. La materia prima (uova, frutta, carne di maiale soprattutto, verdura) sono ottime, il pane lo produciamo in casa, così la pasta all'uovo (siamo emiliani sino all'osso quindi mattarello-dipendenti).

(Valentina) Dipende, tutto è rapportato allo stile di vita che uno cerca ed a che cosa era abituato nel proprio paese d'origine.
Noi non abbiamo mai pensato ad acquistare una casa, per la quale comunque occorrono diverse migliaia di euro, ma siamo in affitto, come lo eravamo a Bologna.
Non abbiamo mai avuto una casa di proprietà. Qui puoi andare dal mono/bilocale da 60 dollari che può andare bene per un single ai 500 dollari di una villa ed anche oltre. L'abitazione verso la quale ci siamo orientati arrivati a Kampot doveva avere certe caratteristiche perché pensavamo già di farne un B&B familiare e ne abbiamo scelta una con tre camere da letto, un'ampia veranda in una zona un po' periferica ma non troppo lontana dal centro città.
Se un giorno dovessimo decidere di chiudere il B&B e trasferirci in una casa più piccola allora qui si possono trovare anche appartamentini, dipende chiaramente dalle esigenze di ognuno. Per quanto riguarda le bollette, l'utenza più costosa è l'elettricità ma parliamo comunque di cifre molto più basse rispetto alla media mensile che pagavamo a Bologna.
Se si usa l'aria condizionata allora la spesa diviene più consistente perché incide moltissimo sui consumi.
L'acqua costa pochissimo (siamo intorno ai 3 dollari al mese) mentre il gas ci costa circa 14 dollari ogni mese/mese e mezzo per la bombola di cucina.
La spesa la facciamo al mercato  generale circa tre volte alla settimana, ci costa mediamente sui 7-10 dollari.

Com'è una vostra giornata tipo? 

(Nicola) Mi alzo molto presto per scrivere.
Ho da poco terminato un nuovo romanzo spedito poi all'editore di competenza.
Nel frattempo se abbiamo ospiti nel B&B li attendo decidendo le colazioni che poi preparerò loro, così come attendo si sveglino mia moglie e mia figlia, io mi alzo davvero presto il mattino, alle quattro e mezza mediamente, l'ora migliore per scrivere.
Terminate le colazioni si pianifica assieme la giornata, chi si occupa dell'homeschooling con la bimba (la quale però ha iniziato una frequenza introduttiva part-time presso una scuola internazionale gestita da un team di maestre australiane per apprendere gradualmente la lingua inglese), chi invece si occupa della spesa al mercato o delle faccende domestiche.
In queste attività ci si alterna reciprocamente. Il pomeriggio invece, se la bimba non è a scuola, si esce, sul fiume, ai giardinetti, si gioca, si guarda un film assieme, una vita normale tipicamente di stampo familiare.
Almeno una volta la settimana ci concediamo una giornata di mare, nella vicina Kep.
Amiamo recarci a Kep in bicicletta, 50 km. tra andata e ritorno, lunghi ma divertenti, la country-side cambogiana è sempre affascinante. La gente lungo il percorso conosce bene questa pazza famiglia che pedala sotto il sole cantando, salutando chi ci saluta, fermandoci ai chioschi ogni tanto per una bibita fresca o un caffè con ghiaccio.
Poi ore di mare, sempre in acqua nuotando e giocando, un pranzetto al ristorante locale dove andiamo sempre, il ritorno a casa dove arriviamo stanchi ma rilassati.

(Valentina) Mi sveglio insieme ad Isabel intorno alle 8.30, facciamo colazione, aiuto Nicola nel sistemare e rassettare piatti e stoviglie della colazione degli ospiti poi se è il mio turno di andare al mercato inforco la bicicletta e vado a fare la spesa, sia al mercato generale e che in alcuni drugstores dove posso trovare generi come pasta, olio d'oliva, tonno ecc...visto che la tipica pasta italiana è molto apprezzata dai nostri ospiti!
Quando abbiamo i check-out e i check-in, ovvero quando c'è il ricambio delle camere, io e Nicola cambiamo le lenzuola, mettiamo a lavare la biancheria mentre Isabel svolge alcuni esercizi che le ho preparato prima, sia di matematica che d'inglese.
Se invece è la mattina dedicata all'homeschooling Isabel ed io iniziamo a guardare un argomento da sviluppare insieme, che sia più “tecnico” come geometria o matematica o arte e immagine, musica ecc…a volte su richiesta della bambina.
A questo proposito le ho suggerito di scrivere il suo “quaderno delle curiosità e delle domande” dal quale sviluppare le nostre ricerche. Ci aiutiamo molto grazie ad Internet e Youtube grazie al quale troviamo documentari sia sulla Natura che sulla storia, le scienze ecc…

Come sono considerati gli espatriati dai Cambogiani?

(Nicola) Come siamo considerati noi ‘barang'? Non lo so e non me lo chiedo, onestamente non mi interessa saperlo. Vivo bene in sintonia con la gente locale, adoriamo la famiglia khmer con la quale condividiamo il nostro cortile, i nostri vicini, credo che una famiglia normale come noi sia vista come lo sono tutte le famiglie; forse è diverso per chi arriva qui con altre ‘visioni' concettuali della vita all'estero, ma vale per tutti gli expat di tutto il mondo. Chi viene in Asia lo fa per fuggire dal suo Paese perché, e sono sincero sino in fondo, non ha alternative o ha problemi, non per scelta razionale, ispirata.

(Valentina) Mah, sinceramente non saprei rispondere anche perché se lo chiedessi loro dubito che, in quanto asiatici, mi direbbero la verità per non risultare maleducati.
Forse alcuni con meno scrupoli ci vedono come bancomat ambulanti, e ci sta, anche in India, soprattutto al nord, ci siamo sentiti così, contrattazioni infinite per ottenere una bene o un servizio, fa tutto parte del gioco. Sinceramente qui in Cambogia, a parte nelle località più turistiche, ho avvertito meno questo disagio, e sin'ora nelle transazioni con denaro non sono mai stata “fregata”.
Sappiamo benissimo che anche al mercato esiste un “prezzo khmer” ed uno per i “barang” (gli occidentali) ma di solito la differenza è minima. Sorvolo sull'argomento “uomini anziani occidentali con giovani ragazze khmer” perché si potrebbe scrivere un trattato…
Qui nel Sud-Est asiatico è così ovunque, dalla Thailandia, al Laos, al Vietnam…

Quali sono gli operatori locali per la telefonia mobile? 

Noi usiamo Metfone sia per la telefonia mobile che per la connessione internet ma ce ne sono altri e di buon livello, molto economici come Oppo, Cellcard e Smart.
Ognuno di essi ha le sue tariffe, ognuno determina la sua scelta individuale.

Com'è la qualità della connessione internet in Cambogia?

Rispetto a quella indiana che abbiamo sperimentato in passato, dobbiamo dire che questa è ottima! Qui a Kampot ogni locale è dotato di wi-fi, se uno vuole è connesso ovunque.

Cosa ne pensate del livello di sicurezza personale nella zona?

(Nicola) Cani randagi a parte è ottima.
Purtroppo la Cambogia è piena ovunque di cani che non sarebbero nemmeno randagi, hanno i loro padroni ma non ricevono un'educazione specifica e sono liberi di vagare ovunque vogliano.
Spesso la notte formano branchi anche numerosi e molti turisti ne sono spaventati, i cani seguono ed abbaiano, non ho ancora assistito a morsi ma è un aspetto spiacevole dell'essere qui, del resto non sento una grande criminalità attorno a me.
Discorso diverso invece relativamente alla circolazione su strada: autisti distratti dal telefono durante la guida di grossi SUV (soprattutto gente benestante che arriva dalla capitale) e ragazzini davvero giovani già alla guida di scooter a dieci, undici anni, non hanno la necessaria istruzione relativa alla concentrazione durante la guida, quindi massima allerta sulla strada, soprattutto per noi ciclisti.

(Valentina) Non mi sono mai sentita in pericolo con la gente, sinceramente mi è capitato di trovarmi sola per strada anche con mia figlia, col buio, ma non ho mai avuto paura.
Più che le persone possono spaventare i cani randagi che con la frescura della sera cominciano ad invadere le strade ed imbrancarsi, a volte piuttosto aggressivi: ecco quello è il motivo principale per cui non andrei in giro a piedi la sera, ma sempre o con la bicicletta o lo scooter.

Assistenza sanitaria: gli espatriati devono stipulare un'assicurazione medica privata?

Sarebbe meglio anche se non si trovano molti uffici dedicati a ciò.
E' un tema che stiamo affrontando ma sul quale ancora non abbiamo focalizzato un'assicurazione idonea.

Ci sono buone strutture ospedaliere in loco?

(Nicola) Ce ne sono tante e di diverso grado di competenza, quindi si va dal piccolo ambulatorio khmer all'ottima clinica anche qui a Kampot.
Ciò vale per i normali problemi di salute, non saprei dire molto a riguardo di patologie oncologiche o cardiocircolatorie, quelle che richiedono diagnosi difficili e standard medici di alto valore professionale.

(Valentina) Fortunatamente non ci siamo ancora trovati nella situazione di doverle sperimentare ma parlando con altri expat ho saputo che ci sono un paio di buoni ospedali con medici sia khmer che occidentali, poi per i casi più complessi ci sono molti ospedali a Phnom Penh.

Quali sono le caratteristiche climatiche della zona?

Piove molto ed è ovvio. Chi viene ai tropici non deve aspettarsi una stagione secca ed una delle piogge divise e definite.
Basterebbe guardarsi attorno per capire che il lussureggiare della natura è determinato dall'acqua, quindi anche la classica stagione secca, la ‘dry-season', riserva comunque momenti di pioggia anche intensa.
Durante le giornate di sole il caldo può essere veramente intenso, ma la vera differenza tra dry-season e rainy-season è determinata dall'umidità, durante la stagione delle piogge davvero ai massimi livelli aumentando la percezione del caldo.
Tipico clima tropicale.

Cosa vi piace di più e cosa meno di questa esperienza da expat a Kampot?

(Nicola) Sono ancora in una fase di entusiasmo e spero la disillusione, se dovesse arrivare, giunga il più tardi possibile.
Apprezzo la possibilità di vivere la mia vita, la nostra vita qui, decidendo assieme cosa e come, qui ed ora, quando e perché, cioè la possibilità di decidere non passivamente il fluire delle giornate, di decidere tempi e modalità.
Non apprezzo il rapporto tra expat: a parte qualche ottima persona mi sembra che ci sia troppa poca unione soprattutto culturale, quello è un aspetto che mi manca.
E' una vita che punta solo al guadagno e alla successiva spesa ludica, non mi piace l'ostentazione di chi si finge borghese in un paese dove una birra ed un ingresso in piscina costano davvero poco, non mi piace chi si tinge di superficialità fingendo di essere ciò che non è, non mi piace vedere certe situazioni, per quanto ammetto che sia il governo cambogiano che alcune buone associazioni stiano combattendo il fenomeno. Per situazioni imbarazzanti intendo relative a persone anche di età molto avanzata con ragazze di età troppo giovane, puntando sulla povertà di famiglie che non hanno troppe alternative.
Ecco, spesso in queste coppie s'intravede il fallimento dei rapporti sentimentali, la bella ragazza ed il nonnino che girano a manina ma non comunicano solo su nulla, spesso è solo sesso e basta e ringraziando il Cialis se c'è uno spiraglio fisico nella decadenza.
E' una frase forte ma credo che la dignità umana vada sempre rispettata, puntare sulla povertà delle persone e sulle occasioni che qui non mancano è davvero sintomo di decadenza morale, senza giudizi, questa è solo una puntualizzazione antroposofica.
Non mi piace la decadenza generale di una grande scuola di vita come il Buddhismo theravada, ma credo che ciò dipenda dalla secolarizzazione comunista in tal senso, il materialismo imposto da anni ed anni di maoismo e marxismo locale, unita alla brama di soldi.
Vivere vuol dire essere e non apparire, le quattro verità del Buddha sono qui otto gli occhi di tutti ma velate da Maya, l'inganno.
La Cambogia potrebbe essere invece una bella opportunità di crescita collettiva sia tra locali che tra expat, ma credo che la mondializzazione abbia anche qui segnato il declino umano.
Buona vita a tutti voi, ovunque voi siate nel mondo non smettete di cercare la via saggia, quella in cui cultura e felicità sono al centro dell'esistere e l'apparire sia sempre meno valore e più consapevolezza.

(Valentina) La mia esperienza come expat è ancora troppo acerba, è solo sei mesi che viviamo qui, anche se sono volati!
Sono abituata a ragionare su periodi più lunghi, ma se dovessi ora fare un piccolo bilancio degli ultimi mesi, a livello personale, l'aspetto che in me ho apprezzato maggiormente è stato il fatto di mollare davvero tutto, casa, libri, mobili, l'aver creato un vuoto fisico e mentale intorno a me per potermi rimettere in gioco al di fuori della “comfort zone”in un'attività che non avevo mai fatto prima e che ci ha già dato parecchie soddisfazioni, il tutto in un paese così diverso dall'Italia.
Per quanto riguarda Kampot, mi piace, è vivibile, Isabel sta bene, ora che frequenta part-time la scuola australiana ha anche diversi coetanei con cui giocare e rapportarsi.
Per noi adulti non è né facile né immediato a oltre quarant'anni rifarsi una cerchia di amicizie, costruire rapporti di fiducia, in quanto donna expat a volte avverto una solitudine (culturale, esperienziale) che mi fa mancare molto le mie amiche storiche a Bologna, oppure arrivo a fine giornata che non ho neppure più voglia di esprimermi in inglese perché son troppo stanca!
Quello che mi manca a Kampot, almeno per il momento, è un'offerta culturale (teatri, cinema, spettacoli, eventi…), offerta che per esempio è presente a Siem Reap ed ovviamente, nella capitale. 
Non vorrei che Kampot, visto l'incremento costante nel numero di ristoranti e guest-house che spuntano come funghi, continui ad essere un avamposto per turisti di passaggio mentre credo che come cittadina potrebbe dare molto.

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