Marco, un ingegnere informatico a Singapore

Interviste agli espatriati
  • Marco a Singapore
Pubblicato 2013-07-25 alle 02:00 da Expat.com team
Marco: "Trovo che il fatto di vivere in un ambiente così diverso da quello a cui sono abituato sia molto emozionante e stimolante, sempre fonte di piccole nuove scoperte"

Ciao Marco, vivi a Singapore da poco tempo ma non si tratta della tua prima esperienza all'estero, hai vissuto anche a Dublino e a Londra. Cosa ti spinse a lasciare l'Italia all'epoca e da quanti anni vivi all'estero?

Mi sono trasferito a Dublino nel 2008, poi nel 2010 a Londra e nel 2013 a Singapore, quindi sono ormai 5 anni e non credo che l'esperienza all'estero sia destinata a finire tanto presto. Inizialmente è stato sicuramente il lavoro a spingermi al trasferimento. Lavoravo a Milano, quindi lontano da casa (sono di Siena), in un'azienda e in una posizione che non mi soddisfacevano e già dopo pochi mesi volevo cambiare lavoro. Dopo qualche colloquio andato male e frustrato dalla situazione lavorativa, decisi di mettere il mio CV su vari siti, specificando che ero disposto al trasferimento in qualunque parte d'Europa, una settimana dopo avevo ricevuto già diversi contatti, soprattutto da Irlanda e UK. Immagino che essermi trasferito prima dell'inizio della crisi abbia aiutato molto, ma già allora è stato impressionante notare quanto superiori, sia quantitativamente che qualitativamente, fossero le offerte che ricevevo dall'estero.

Lavori nel settore Foreign Exchange di Barclays Capital, ci potresti parlare dell' iter lavorativo che hai intrapreso negli anni e che alla fine ti ha permesso di arrivare alla posizione che ricopri ora?

Ho cambiato lavoro abbastanza spesso, cosa che sorprende abbastanza quando ne parlo in Italia ma che soprattutto a inizio carriera è visto come naturale e anzi addirittura positivo in un candidato nei Paesi dove ho lavorato. Essendo ingegnere informatico, inizialmente ho lavorato nel settore IT senza nemmeno troppo prendere in considerazione settori diversi. In ogni caso in Italia le posizioni in IT sono soprattutto in aziende di consulenza, quindi le possibilità di spaziare erano comunque relativamente limitate. In Irlanda sono andato a lavorare nel settore R&D di Microsoft, che come moltre altre multinazionali dell'IT ha a Dublino uno dei principali centri europei. Un'azienda perfetta sotto moltissimi punti di vista, però dopo due anni a Dublino c'era la voglia di trasferirsi da qualche altra parte anche a causa della crisi che aveva letteralmente svuotato la città di persone. Inizialmente avevo pensato a un trasferimento interno a Seattle, poi mentre già la discussione in questo senso era avviata sono arrivate un paio di offerte da Londra, città dove avevo vissuto per qualche mese durante l'università, di cui ero innamorato e che oltretutto mi consentiva anche di restare più vicino a casa e che rendeva tutto più facile per la mia compagna dal punto di vista lavorativo. A Londra ho lavorato inizialmente per Goldman Sachs, nel settore Foreign Exchange, poi da lì sono passato a Barclays Capital e dopo qualche mese ho chiesto al mio capo di essere trasferito a Singapore ed eccomi arrivato qua.

Ci sono molti espatriati Italiani che vivono e lavorano li? La gente locale come si pone negli confronti degli stranieri?

Mi è capitato di incontrarne qualcuno ma non direi che è una presenza molto numerosa rispetto ai tanti Inglesi, Australiani, Indiani e Cinesi che vivono qua. La comunità di expat è abbastanza grande e soprattutto molto compatta, quindi è facile conoscere persone fin da subito. Inoltre la città èpiuttosto piccola e si tende a uscire sempre nei soliti posti, per cui è facile mantenere rapporti, cosa che ad esempio a Londra molto più difficile proprio perchè servono ore per andare da qualunque parte. Con la comunità locale le cose sono più difficili, in generale i Singaporesi sembrano avere interesse a parlare con i caucasici (senza grosse distinzioni sul fatto che siano Europei o Americani, figuriamoci Italiani o di qualche altra nazione) solo per capire che lavoro fai e se puoi aiutarli o possono aiutarti a trovare qualcos'altro, oppure per capire se conviene comprare i vari brand di lusso tipo Prada e simili qui o altrove. Questo punto potrà sembrare strano, ma tutti i Singaporesi con cui ho parlato sono assolutamente ossessionati dallo shopping, soprattutto di lusso, e domande tipo "quali sono i tuoi brand preferiti?" sono la norma per aprire una conversazione con un perfetto sconosciuto. Inoltre l'inglese generalmente piuttosto scarso dei locali, il cosiddetto Singlish, crea una generale difficoltà di comunicazione il che, unito a una comunità expat in cui è facile integrarsi, fa si che alla fine la quasi totalità dei propri contatti siano stranieri.

Quali sono i settori che offrono più opportunità al momento per gli stranieri e quali sono le figure professionali più richieste?

Io vedo in particolare il settore IT e qui di domanda di lavoro ce n'è tanta, soprattutto rispetto a un'offerta molto scarsa, basta pensare al fatto che nel team dove lavoro io su una trentina di persone nemmeno una è di Singapore proprio perchè è difficile trovarne che abbiano tutti i requisiti in questo campo. Poi mi è capitato di conoscere diverse persone che lavorano nel campo della logistica e in quello delle vendite. Il primo perchè il porto di Singapore è uno dei più attivi al mondo e in forte espansione, il secondo perchè Singapore è uno hub eccellente verso molti mercati emergenti qua intorno, quindi tante aziende stabiliscono la loro base qui e poi mandano i venditori in giro per tutti i Paesi vicini. Nel mio caso la parte burocratica è stata molto semplificata dal fatto che mi sono trasferito internamente all'azienda, ma in generale ottenere un visto di lavoro per professioni qualificate non è molto difficile a quanto mi risulta.

Nella vita di tutti i giorni ti rapporti con una realtà abbastanza diversa da quella in cui sei cresciuto. Penso alla lingua, al clima, al cibo...come hai imparato a conviverci?

Trovo il fatto di dover vivere in un ambiente così diverso da quello a cui sono abituato molto emozionante e stimolante, sempre fonte di piccole nuove scoperte e certo anche di qualche problema a volte. Ovviamente serve un po' di spirito di adattamento e il fatto di voler vivere questa esperienza positivamente, cercando di apprezzarne quello che ha da offrire e senza prendersela troppo per quello che invece non va come vorremmo, anche perchè di certo non cambierà per noi! Singapore poi è una città molto internazionale, quindi permette di "scoprire l'Asia" trovandosi allo stesso tempo in un posto dove la cultura è per molti aspetti influenzata anche dall'Occidente, una sorta di compromesso che semplifica l'adattamento e non rovina l'avventura. La cosa più facile a cui adattarsi è sicuramente il cibo, altra ossessione dei Singaporesi e argomento di interminabili conversazioni, ottimo, estremamente vario e disponibile a prezzi irrisori a ogni ora del giorno e della notte, penso che difficilmente esistano altri posti al mondo che offrano la stessa qualità, il che per dei foodies come me e la mia compagnia è un grande punto a favore. Il clima... diciamo che bisogna adattarsi, appena arrivati non sembrava possibile che fosse così caldo, così come è difficile abituarsi che nei negozi o sui mezzi pubblici l'aria condizionata sia tenuta a temperature polari. Poi però dopo qualche mese si inizia a sopportarlo meglio e ci si gode il fatto di poter girare in ciabatte e pantaloncini giorno e notte. Veniamo alle note dolenti: sicuramente la lingua, nel senso che l'inglese è generalmente parlato male dai Singaporesi e dai molti cinesi (la comunità straniera più grande) che vivono qui da lungo tempo, al punto che spesso è impossibile chiedere un'informazione e può capitare di ordinare al ristorante indicando le foto sul menu. Altri punti dolenti sono l'eccessiva lentezza con cui viene affrontato qualunque aspetto della vita, dal camminare al servirti un'ordinazione (capita tranquillamente di aspettare un'ora per una birra) e lo scarso rispetto del prossimo, sia sotto forma di vero e proprio razzismo (non tanto verso i caucasici, mentre ad esempio è forte verso Indiani e Cinesi), sia per aspetti piu' banali come fare una fila o salire su un mezzo pubblico senza dover sgomitare.

Com'è la tua giornata tipo?

Singapore offre tanti piccoli vantaggi per rendere piacevoli le giornate, dal fatto di poter andare a lavoro in bicicletta stando sempre su piste ciclabili al fatto che molti condomini qui hanno palestra, piscina e campi da tennis, quindi è facile passare un week end semplicemente rilassandosi e godendosi il sole. Poi passiamo molto tempo con altri expat trasferiti come noi da poco e andiamo spesso a provare nuovi cibi e ristoranti tra i moltissimi a disposizione. E ovviamente un altro aspetto importante è la possibilità di viaggiare facilmente e a prezzi contenuti in tanti posti vicini, motivo che già da solo secondo me basta a rendere Singapore un posto eccellente dove vivere almeno per qualche anno. Viaggiare non farà proprio parte della giornata tipo, ma è sicuramente qualcosa che si può tranquillamente fare ogni mese o due.

Quali sono gli aspetti che ti affascinano di più di questo Paese e quali invece quelli ai quali fai ancora fatica ad abituarti?

Singapore è un Paese con molte contraddizioni, sul piano sociale con un divario inimmaginabile tra ricchi e poveri, sul piano culturale con un mix peculiare di Oriente e Occidente, è una piccola isola di progresso circondata da Paesi che nel migliore dei casi possono essere definiti in via di sviluppo, in cui convivono popolazioni delle più svariate origini. Tutto questo la rende una città affascinante ma allo stesso tempo nasconde un altro lato della medaglia fatto di tanta gente che sopravvive a stento. Quando parlo ai miei colleghi di varie Nazioni vicine del fatto che, in Europa, abbiamo un sistema di welfare restano assolutamente increduli che una cosa del genere possa esistere, anche se poi sono altrettanto increduli quando dico quante tasse paghiamo! È un mondo diverso. A questo si aggiunge il vantaggio che Singapore è una citta' estremamente sicura, pulita e efficiente, che non saranno aspetti affascinanti ma certo contribuiscono alla qualità di vita.

Cosa ti piace fare nel tempo libero? Che opportunità offre Singapore?

Come accennavo, per il tempo libero c' è l'imbarazzo della scelta, dal rilassarsi in piscina all'andare a fare shopping nei moltissimi shopping centres che si trovano ovunque (personalmente non sono proprio appassionato, ma anche solo farci un giro ti permette di passare un pomeriggio piacevole) all'andare in una bella spiaggia indonesiana a poco più di un'ora di traghetto al provare uno dei mille piatti che ancora non hai gustato. Ci sono anche note negative, come il fatto ironico che benchè Singapore sia un'isola quasi non esistano spiagge o il fatto che la zona centrale dove sono raccolti tutti i bar e pub è piuttosto piccola, quindi alla fine ti ritrovi sempre negli stessi posti. Nel complesso però è un posto dove un expat riesce a godere di un'ottima qualità di vita e a trascorrere bene il tempo libero.

Progetti per il futuro: pensi che continuerai la tua esperienza all'estero, magari in qualche altro Paese o rientrerai in Italia?

Il rientro in Italia in questo momento lo vedo come un'ipotesi molto remota. Un po' perch è vorrei viaggiare in un altro posto o due prima di fermarmi, un po' perch è nella situazione economica attuale dubito che potrei trovare un posto di lavoro soddisfacente in Italia. Adesso voglio stare a Singapore per qualche anno, poi vedremo, diciamo che al momento in famiglia non siamo d'accordo su quale sarà il passo successivo, potrebbe essere di tornare a Londra come di andare altrove, chissà magari Dubai. Più a lungo termine tornare in Italia mi piacerebbe, ma solo se riuscissi a stare vicino a casa, dovessi tornare per andare a vivere a Roma o Milano allora un altro posto in Europa per me varrebbe lo stesso e per decidere guarderei altri aspetti come la qualità della vita in un determinato posto e il tipo di lavoro.

Un bilancio dopo alcuni anni di vita all'estero, lo rifaresti? Con il senno di poi, c'è qualche situazione che affronteresti diversamente?

L'unica cosa che farei diversamente è evitare del tutto le esperienze di lavoro in Italia e partire subito dopo l'università, anzi magari terminarla proprio all'estero l'università. Penso che viaggiare, vivendo in posti diversi, sia bellissimo dal punto di vista personale oltre a offrire indubbi vantaggi dal punto di vista lavorativo, e lo consiglierei senza riserve a chiunque. Consiglierei però di prepararsi bene prima di partire, che vuol dire buon inglese (ma buono per davvero, leggete libri, guardate film, cercate persone online con cui fare conversazione, tutto aiuta per migliorare) e cercare lavoro prima di partire. Per professioni qualificate molte aziende sono ben disposte a fare colloqui da remoto e aiutare economicamente e logisticamente nei trasferimenti anche persone con poca o nessuna esperienza e se non sono disposte forse è meglio cercare altre aziende. Poi ovviamente ci sono anche persone che hanno provato a trasferirsi senza un lavoro in tasca e a cui è andata bene, ma nella stessa situazione molte sono dovute tornare indietro. Unico punto negativo, se così si può dire, è che, benchè certi aspetti della vita di casa manchino, è difficile tornare indietro perchè ci sono posti dove la qualità della vita è decisamente superiore sotto tanti punti di vista che di fatto non sarà per niente facile riuscire prima o poi a prendere la decisione di tornare indietro.

Condividi la tua esperienza d'espatriato!

Partecipa anche tu all' intervista e contattami

Partecipa