La Namibia fa da apripista: riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti all'estero

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Pubblicato 2023-06-12 alle 11:00 da Asaël Häzaq
La Namibia ha fatto un passo avanti verso i diritti delle coppie omosessuali. La Corte Suprema ha recentemente stabilito che i matrimoni omosessuali contratti all'estero vengano riconosciuti, sottolineando l'importanza della parità dei diritti. In questo articolo parliamo anche dello stato dei diritti LGBTQIA+ in altri Paesi e dei progressi compiuti nella promozione dell'uguaglianza e dell'inclusione.

La sentenza ha un valore simbolico per la comunità LGBTQIA+, considerando che la Namibia, come molti Paesi africani, non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso. L'omosessualità stessa è tuttora considerata illegale ai sensi di un'obsoleta legge sulla sodomia del 1927, applicata per fortuna di rado. Nonostante il contesto legale, le associazioni LGBTQIA+, come Sister Namibia, hanno la libertà di operare e di difendere i propri diritti.

Prima di questa sentenza, la legge namibiana consentiva ai coniugi di cittadini namibiani, ma solo per coppie eterosessuali, di lavorare e risiedere sul territorio senza un permesso. Nel caso di una coppia omosessuale, il cittadino straniero doveva chiedere un visto. Grazie alla decisione della Corte Suprema, le coppie omosessuali godono ora degli stessi diritti di tutti gli altri. Nei fatti, la stampa riporta il caso di due coppie omosessuali (cittadino locale e straniero) a cui in passato era stato negato il permesso di soggiorno. La Corte suprema, ritenendo che la decisione del Ministero degli Affari Interni violasse i diritti costituzionali sull'uguaglianza e la dignità delle persone, ha cambiato le legge.

Sebbene si tratti di uno straordinario passo avanti, gli attivisti LGBTQIA+ continuano a mobilitarsi. Meno di una settimana dopo questa decisione storica, la stessa Corte Suprema ha annullato (22 maggio 2023) una sentenza che concedeva la cittadinanza namibiana al figlio di una coppia omosessuale composta da un namibiano e un messicano. Dopo un primo rifiuto da parte del Ministero degli Interni, nel 2021 l'Alta Corte aveva concesso la cittadinanza al bambino. Il governo ha fatto ricorso sostenendo che i termini di registrazione della nascita non fossero stati rispettati.  La Corte Suprema ha quindi annullato la decisione dell'Alta Corte per "mancata conformità con la legge sulla cittadinanza".

Altri Paesi che riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Qual è la situazione in altri Paesi del mondo? Sebbene la causa LGBTQIA+ abbia più visibilità, i progressi concreti restano limitati. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ancora vietato in tante nazioni.

Europa, la pioniera

L'Europa fa da apripista. Un gran numero di Stati riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso e, di conseguenza, anche quelli contratti all'estero. I Paesi Bassi sono stati i primi al mondo a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso (2001). Hanno seguito l'esempio: Belgio, Spagna, Norvegia, Portogallo, Islanda, Liechtenstein, Danimarca, Svezia, Regno Unito, Francia, Lussemburgo, Finlandia, Malta, Germania e Austria. Nel luglio del 2022 si sono aggiunte anche la Svizzera e la Slovenia. La Slovenia è il primo Stato dell'Europa orientale a consentire il matrimonio e l'adozione tra persone dello stesso sesso. Altri Paesi riconoscono le unioni civili. È il caso di Ungheria, Cipro, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia e Italia.

Progressi nella tutela dei diritti LGBTQIA+ nelle Americhe e in Oceania

In Nord America, il Canada e gli Stati Uniti hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso rispettivamente nel 2005 e nel 2015. In Canada sono consentite anche l'adozione, la procreazione assistita (MAP) e la maternità surrogata (GPA). Anche in America Latina le cose si stanno muovendo. Nel 2010 l'Argentina è stata la prima ad autorizzare il matrimonio gay, seguita da Uruguay, Brasile, Colombia, Ecuador, Costa Rica, Cile, Città del Messico e altri 26 Stati messicani. Il 25 settembre 2022, a Cuba, si è svolto il terzo referendum in 60 anni (e il primo su una questione sociale) circa la revisione completa del Codice di Famiglia. Le tematiche in discussione: il matrimonio gay, la transessualità, la GPA e l'adozione per coppie omosessuali. Nonostante la bassa affluenza alle urne (74%) ha vinto il "sì".

Anche l'Oceania ha detto "sì" ai matrimoni gay e alle adozioni per coppie dello stesso sesso. La Nuova Zelanda li ha autorizzati nel 2013, l'Australia nel 2017.

Progressi più graduali in Asia

Taiwan è il pioniere in Asia. È il primo Paese asiatico (e l'unico per ora) ad aver legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso (2019). Un anno prima, l'India aveva fatto un passo avanti a favore dei diritti LGBTQIA+ decriminalizzando l'omosessualità. Anche Cina, Cambogia, Laos, Vietnam e Singapore hanno fatto altrettanto. Nel giugno 2022, il Parlamento thailandese ha approvato in prima lettura una legge che autorizza il matrimonio gay. Questo passo è stato accolto con favore dalla comunità LGBTQIA+, che ha sottolineato però che, nonostante l'immagine aperta e internazionale, la Thailandia continua a discriminare gli omosessuali. Nelle Filippine è un "no", ma un "no" nebuloso. Nel 2019, la Corte Suprema (prevalentemente cattolica) ha respinto la legalizzazione del matrimonio gay sottolineando però che la Costituzione "non definisce o limita il matrimonio sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere".

Il Giappone è l'unico paese del G7 a non autorizzare il matrimonio omosessuale, ma qualche passo l'ha comunque fatto. Da novembre 2022, la capitale giapponese rilascia "certificati di unione", concedendo alle coppie dello stesso sesso diritti che prima erano riservati alle coppie eterosessuali. La Corea del Sud accetta le relazioni tra persone dello stesso sesso, ma vieta i matrimoni gay. Il dibattito non si placa, considerando che non esiste ancora una legge contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale.

Paesi dove l'omosessualità è ancora condannata

In Russia, sebbene l'omosessualità non sia più un crimine (dal 1993) o una malattia mentale (dal 1999), è ancora considerata un reato. Una legge del 2013 stabilisce che qualsiasi atto di "propaganda omosessuale" rivolto ai minori è punibile con una multa e una pena detentiva. Una misura simile è in vigore in Ungheria dal 2021, in base alla quale è vietato "discutere di omosessualità" davanti a minori, pena una multa.

In Medio Oriente e in Africa, nella maggior parte dei casi, i matrimoni omosessuali non sono riconosciuti dalla legge. In Iran, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, gli omosessuali rischiano la pena di morte. Il Libano ha una posizione più tollerante. Israele vieta i matrimoni gay, apparte quelli contratti all'estero, ma ha legalizzato legalizzato l'adozione per le coppie gay e la GPA (gestazione per altri).

In Africa, circa trenta Paesi vietano l'omosessualità. In Sudan, Somalia e Mauritania gli omosessuali rischiano la pena di morte. Altri l'hanno depenalizzata (Capo Verde, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Seychelles...) Il Sudafrica fa eccezione, autorizzando il matrimonio gay (dal 2006), la riproduzione assistita, la GPA e l'adozione per le coppie dello stesso sesso.

Inclusività, parità di diritti e progressi verso il passaporto non binario

Un'altra vittoria per le persone non binarie. Il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, il Messico ha rilasciato il suo primo passaporto non binario. I passaporti neutri saranno progressivamente rilasciati dalle Ambasciate messicane negli Stati Uniti, in Canada e nel resto del mondo. Il primo passaporto non binario è stato rilasciato durante una cerimonia alla quale hanno partecipato i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e altri leader politici, tra cui Salma Luévano Luna, membro della Camera dei Deputati messicana, attivista LGBT, e una dei primi politici trans in Messico.

Numerosi altri Paesi offrono passaporti con genere neutro: Stati Uniti, Canada, Colombia, Argentina, Irlanda, Islanda, Australia, Nepal, Paesi Bassi, Pakistan e Nuova Zelanda. Consentono di inserire una "X", per "neutro", invece delle tradizionali "F" (femmina) o "M" (maschio). Anche la Germania e l'India lo consentono, ma solo dietro presentazione di un certificato medico. A Malta bisogna prestare giuramento davanti a un notaio.

I passaporti con genere neutro non sono ancora molto diffusi. Martedì 31 gennaio, la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) ha emesso una sentenza che conferma la posizione della Francia contro il riconoscimento di un genere "neutro" sui documenti ufficiali. Secondo la CEDU, il riconoscimento degli status non binari spetta ai singoli Paesi. Pur riconoscendo il "calvario" delle persone intersessuali, la Francia sostiene che per soddisfare la richiesta bisognerebbe emendare le leggi nazionali. Per i sostenitori dei diritti non binari e gli attivisti LGBTQ+, la lotta continua.