Spagna, Portogallo e Costa Rica alla ricerca di nomadi digitali

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Pubblicato 2022-10-14 alle 10:00 da Ameerah Arjanee
Spagna e Portogallo, i soleggiati paesi iberici dell'Europa meridionale, hanno entrambi recentemente lanciato nuovi visti per nomadi digitali, della durata di un anno, per attrarre coloro che lavorano da remoto. In un altro continente, la Costa Rica, una destinazione molto apprezzata per il suo clima e la sua natura rigogliosa, sta convertendo i visti turistici a breve termine in visti per nomadi digitali. Il mondo post-pandemia è caratterizzato da nuove tendenze lavorative, e di viaggio, che queste destinazioni vogliono sfruttare al meglio.

Quali sono i vantaggi del nomadismo digitale per i vari Paesi?

L'industria del turismo deve reinventarsi dopo la pandemia. Il contraccolpo finanziario di questi due anni impone di trovare nuovi modi per attirare i viaggiatori e incoraggiarli a consumare localmente. La normalizzazione del lavoro a distanza durante il Covid-19, così come l'aumento dei professionisti freelance, ha trasformato i nomadi digitali in una categoria di viaggiatori a sé stante. 

Molti Paesi stanno creando visti per nomadi digitali. Questi visti danno ai lavoratori a distanza, che percepiscono un reddito offshore di almeno 1.500 dollari al mese, il diritto di vivere all'estero per un periodo che va dai 6 mesi ai 2 anni. Anche le nazioni che li accolgono traggono dei vantaggi perchè i nomadi digitali contribuiscono a far girare l'economia di una nazione (affitto, cibo, utenze, attività nel tempo libero ecc.). In veste di "turisti a lungo termine" possono inoltre agevolare la ripresa dell'industria dell'ospitalità.

I nomadi digitali non sono una minaccia per i lavoratori locali perché non possono essere assunti. L'aspetto positivo è che, integrandosi nella comunità, favoriscono lo scambio di conoscenze e competenze. Inoltre, non gravano sui servizi pubblici del Paese ospitante perchè non usufruiscono della previdenza sociale nè del sistema sanitario pubblico. 

Portogallo e Spagna lanciano visti per nomadi digitali della durata di un anno

Nel mese di ottobre 2022, il governo portoghese ha annunciato l'imminente lancio di un nuovo visto per nomadi digitali chiamato "visto di residenza per l'esercizio di un'attività professionale svolta a distanza al di fuori del territorio nazionale". 

Il visto consente ai lavoratori a distanza provenienti da Paesi non appartenenti allo Spazio Economico Europeo (SEE) di vivere in Portogallo per 12 mesi, a condizione che guadagnino quattro volte il salario nazionale minimo, che ad oggi ammonta a 2.800 euro al mese (2.750 dollari circa). Devono percepire questa somma da un'azienda che non ha sede in Portogallo, o tramite dei contratti come freelance stipulati al di fuori del Paese. Dopo un anno, se desiderano fermarsi più a lungo, possono chiedere la residenza. 

Questo nuovo visto integra il D7 Passive Income Visa, con la principale differenza che i titolari del D7 possono contare solo su un reddito passivo (pensione, affitto, rendite da investimenti, ecc.). Al contrario, i nomadi digitali devono percepire un reddito da lavoro. I titolari di un visto D7, molti dei quali sono pensionati, hanno anche un requisito di reddito più basso, equivalente al salario minimo portoghese. 

Il Portogallo è una destinazione popolare tra gli espatriati perché fa parte dell'Unione Europea, il costo della vita è basso, il clima è soleggiato ecc. Di contro, ha un sistema burocratico piuttosto farraginoso. Su Euronews, alcuni espatriati affermano che l'entusiasmo per il nuovo visto per nomadi digitali è compromesso dal fatto di dover sbrigare molte formalità per ottenerlo. Le Autorità portoghesi non hanno ancora fornito ulteriori dettagli sulla procedura di richiesta, compresa la data di lancio.

Anche la vicina Spagna, all'inizio del 2022, ha annunciato un visto simile. Il visto spagnolo per nomadi digitali è valido per un anno, e può essere rinnovato per un massimo di 5 anni. La soglia minima di reddito non è ancora stata comunicata, ma probabilmente si aggirerà intorno ai 2.000-3.000 euro, come in Portogallo. È inoltre probabile che offra agevolazioni fiscali e, cosa insolita per questo tipo di visto, permetta di percepire parte del reddito dalla Spagna (fonte Forbes ed Euronews).

I nomadi digitali in Spagna saranno tassati solo al 15%, invece che al 25%, nei primi quattro anni di soggiorno; forse potranno percepire reddito da imprese spagnole, in una misura del 20% sul reddito totale. 

La Costa Rica vuole trasformare i turisti abituali in nomadi digitali

Anche la Costa Rica sta cercando di sfruttare la tendenza del nomadismo digitale. Questo piccolo Paese dell'America Centrale vanta un clima soleggiato, un'incredibile biodiversità, tasse basse e stabilità politica. L'ente del turismo ha rilevato che alcuni turisti abituali (cioè che visitano il Paese con frequenza) sono in realtà nomadi digitali. Ha deciso quindi di premiarli creando un visto per nomadi digitali.

Per ottenere il visto per nomadi digitali in Costa Rica (DNV), nel caso di una persona che si trasferisce da sola, quest'ultima dovrà disporre di un reddito mensile estero di 3.000 dollari. Se porta con sé la famiglia, dovrà guadagnare 4.000 dollari al mese. Questa soglia di reddito, più elevata rispetto al Portogallo, serve a garantire che questi viaggiatori non solo abbiano i soldi per le spese di base ma, cosa più importante, abbiano anche una disponibilità di denaro da spendere in altri servizi (tempo libero, settore dell'ospitalità). Durante il loro soggiorno, il loro stile di vita sarà paragonabile a quello di un turista e questo darà impulso all'economia. 

Il DNV consente di soggiornare per un periodo iniziale di tre mesi, prolungabile fino a due anni. Il visto normale, invece, ha una validità di 90 giorni. A differenza dei visti spagnoli e portoghesi, che non sono stati ancora finalizzati, il DNV costaricano è già attivo da luglio 2022. Anche se è aperto ai lavoratori a distanza di tutte le nazionalità, le Autorità puntano soprattutto sugli americani. Il Ministro dell'Ambiente, Carlos Manuel Rodríguez, ha dichiarato che se riusciranno ad attrarre lo 0,5% dei 3 milioni di lavoratori a distanza degli Stati Uniti, avranno raggiunto i loro obiettivi economici.