Andare a vivere su un'isola: è davvero un sogno che diventa realtà?

Vita quotidiana
  • island life
    Shutterstock.com
Pubblicato 2022-07-22 alle 10:00 da Ester Rodrigues
Il numero di persone che decide di andare a vivere lontano dalla città è in costante aumento. La scelta più gettonata è quella di trasferirsi su un'isola. Hanno grandi aspettative, sono alla ricerca di un posto che sia conveniente e tranquillo, che offra gli stessi vantaggi di una metropoli, ma anche spiaggia, sole e natura. Esiste davvero un posto simile o è solo utopia?

La pandemia di COVID-19 ha cambiato le abitudini di lavoro in tutto il mondo. La maggior parte dei dipendenti ora può scegliere se lavorare da casa o in modalità ibrida. Ad alcuni piace, ad altri no. Cresce il numero di chi, avendo la fortuna di poter lavorare da remoto, sceglie di iniziare una nuova vita su un'isola. A Ibiza e Maiorca, in Spagna, un residente su cinque è un espatriato. Alla ricerca di un'atmosfera da vacanza, si lascia sedurre da paesaggi mozzafiato e dalle spiagge. Dopo il lavoro, può andare a rilassarsi in spiaggia e ammirare il tramonto sorseggiando un cocktail!

Come si vive su un'isola? Mito vs realtà

Gaëlle Gilles è un'insegnante di francese che vive a Mayotte da 5 anni. Ha lasciato la Francia perché voleva fare una nuova esperienza. "Non volevo restare nella regione di Parigi. Volevo viaggiare e scoprire una realtà diversa. Abitare su un'isola ha i suoi vantaggi, ma anche degli svantaggi. Il tempo è sempre bello, il clima è piacevole, c'è tanta natura e i ritmi sono diversi rispetto alla Francia. Indosso pantaloncini o vestiti leggeri tutto l'anno, le persone sono rilassate, accoglienti ed è facile fare amicizia".

Mayotte, come molte isole in via di sviluppo, attraversa delle difficoltà. “Molto spesso tolgono l'acqua, anche due volte a settimana. E' una situazione che si protrae già da diversi mesi. E' anche difficile trovare prodotti di marca. C'è anche un problema legato alla sicurezza, dovuto all'immigrazione illegale", ci fa sapere Gaëlle.

Molte ricerche tendono però a dimostrare che l'immigrazione non aumenta necessariamente la violenza. Michaël Light, un criminologo dell'Università del Wisconsin, ha constatato che, negli ultimi tre decenni, l'immigrazione clandestina negli Stati Uniti non ha portato a un aumento vertiginoso della violenza. Paradossalmente, secondo Light, il senso di insicurezza è generato dalla mancanza di politiche pubbliche volte ad aiutare i migranti. Secondo un altro articolo, scritto da Laurent Faret nel 2020, un flusso migratorio mal gestito favorisce la nascita di baraccopoli intorno alle città. Questo scatena l'insorgere di altre problematiche tra cui criminalità, inquinamento e sfruttamento.

Vale la pena vivere su un'isola?

Per Gaëlle la vita su un' isola vale comunque la pena di essere vissuta, concentrandosi sugli aspetti positivi: "C'è il sole, il mare, bella gente, e ho la sensazione di essere sempre in vacanza. Passo le mie domeniche andando a vedere i delfini o le tartarughe. Al di là dell'attitudine positiva delle persone, la cultura locale è molto diversa da quella francese, e il cibo è buonissimo. Le temperature sono miti, sia in estate che in inverno. La vita, in generale, non è troppo cara. Anche se gli espatriati vivono in zone piuttosto turistiche, un po' più care rispetto alla media, il costo complessivo della vita è notevolmente inferiore rispetto a quello del Regno Unito, degli Stati Uniti o della maggior parte dei paesi d'Europa.

Gaëlle prevede di restare a Mayotte ancora qualche anno. "Non voglio tornare a vivere in Francia, almeno per ora. Mi piace quest'isola, dove riesco a estraniarmi dalla realtà. Qui non subisco tutta la pressione negativa dei media. Anche il peso del COVID-19 l'ho sentito in modo diverso. Mi piace molto Mayotte e in termini di lavoro ho avuto opportunità che sarebbero state inaccessibili in Francia".