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Francesca in Svezia: "Qui ho trovato ordine, pulizia e discrezione"

Cattedrale di Uppsala / Stutterstock.com
Scritto daFrancescail 27 Agosto 2021

Francesca e il marito si sono trasferiti in Svezia a maggio di quest'anno, in piena pandemia. Entrambi pensionati, vivono a Jarlasa, a 30 km circa da Uppsala, dove abitano i loro due figli. Nel tempo libero amano dedicarsi alla cura del giardino e fare delle belle passeggiate nella foresta vicino a casa. A breve inizieranno un corso per imparare lo svedese. 

 

Raccontaci un po' di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?

Sono Francesca, ho 60 anni e sono andata in pensione l'anno scorso, a metà febbraio. Esattamente 15 giorni prima che iniziasse il lock down. Mio marito Gilberto era già andato in pensione a dicembre del 2019 e, avendo già programmato da tempo di lasciare l'Italia, non vedevamo l'ora di fare i turisti nella nostra Palermo e in Sicilia in generale, per imprimere maggiormente i nostri ricordi, ma la pandemia ha fatto saltare tutti i nostri progetti iniziali.
O meglio li abbiamo spostati di un anno. Nel frattempo non siamo stati senza far nulla, anzi. Il fatto che fossimo bloccati a casa ci ha permesso di pianificare meglio il da farsi e di prepararci al trasloco eliminando tutto il superfluo di mobili e suppellettili che di sicuro non ci sarebbero serviti a nulla in futuro.
E dopo tanti rinvii, dovuti al Covid, siamo riusciti a partire il 27 aprile di quest'anno e ad arrivare il 1° maggio a casa nuova in Svezia.

Da dove nasce la decisione di trasferirvi in Svezia?

Beh, la storia è un po' lunga. Mio marito ed io abbiamo sempre pensato di dover andar via dall'Italia per diversi motivi ma principalmente perché eravamo insoddisfatti del modo di vivere in Sicilia. Abbiamo sempre viaggiato e, avendo parenti in America, abbiamo avuto la possibilità di vedere come si vive e la cultura degli altri paesi.
La scelta è caduta sulla Svezia in modo assolutamente casuale.
Siamo stati ad un matrimonio di un nostro cugino a Milano, il quale ha chiesto ai miei figli di sedersi al tavolo con la famiglia del suo testimone, visto che loro parlavano perfettamente l'inglese e questa famiglia, proveniente dalla Svezia, non conosceva nessuno e parlavano ovviamente inglese. Lui, professore all'Università di Uppsala, ha chiesto ai nostri figli cosa facessero e il secondo dei nostri figli disse che intendeva proseguire gli studi universitari in Danimarca.

Da lì è partito tutto, l'invito a visitare l'università di Uppsala e valutarne l'iscrizione, oltretutto gratuita. L'anno successivo come regalo di laurea gli comprammo i biglietti aerei per visitare Uppsala e Stoccolma, a dicembre aveva già presentato domanda di ammissione e nel 2016 lo abbiamo accompagnato col camper in Svezia.
Ne abbiamo approfittato per andare in giro per un mese e ce ne siamo innamorati. Due anni dopo anche il più grande dei nostri figli si è trasferito ad Uppsala in cerca di lavoro. Entrambi hanno deciso di non tornare più in Sicilia.
A quel punto finalmente per noi si è presentata l'occasione di realizzare il nostro sogno e così abbiamo aspettato di andare in pensione per essere completamente liberi.

In che città vivete e in base a che criteri l'avete scelta?

Attualmente viviamo a Jarlasa, a 30 km circa da Uppsala, dove abitano i nostri figli, perché è qui che abbiamo trovato casa in affitto un mese prima di partire per la Svezia.

Università di Uppsala, giardino botanico / Shutterstock.com

Vi siete trasferiti in piena pandemia, come avete organizzato il viaggio? 

L'organizzazione del viaggio non è stata una passeggiata sia perché, dopo 38 di matrimonio, le cose da portarci dietro non erano poche e sia perché con noi hanno viaggiato i nostri due cani anziani, abituati a vivere in giardino e che -soprattutto il meticcio- non amano i gatti, e le nostre due gatte che non avevano mai viaggiato prima d'ora e che hanno paura di ogni piccolo rumore.
Il primo passo è stato cercare una ditta che si occupasse del trasloco e fare una lista delle cose a cui non volevamo assolutamente rinunciare.

Dopo il primo preventivo decidemmo che potevamo rinunciare a quasi tutti i mobili di casa e così passammo il periodo del lockdown a sbarazzare casa, accatastando fuori in giardino tutto quello che c'era da buttare una volta che si sarebbe potuto andare nell'isola ecologica.
Alla fine i 4 mobili che restarono da portare con gli scatoloni, la macchina, la moto e le bici furono spediti con un container (che arrivò un mese dopo) e noi partimmo col camper con a bordo i pelosoni debitamente separati.

Nei due mesi precedenti la partenza avevamo provveduto a far fare, sia ai cani che ai gatti, vaccini, certificati e passaporti, vivendo tutto questo con grande ansia perché sapevamo che i controlli sugli animali sono molto rigidi.
Inoltre, visto che eravamo in piena pandemia, calcolammo con estrema precisione quando avremmo dovuto fare i tamponi per essere in regola con le varie disposizioni degli Stati che avremmo attraversato e, soprattutto, dove avremmo dovuto farli.

Difficoltà lungo il tragitto? Se penso l'ansia che abbiamo avuto per tutta la settimana prima della partenza e durante tutto il tragitto che neanche se fossimo stati ricercati dall'Interpol e stessimo scappando da chissà chi sotto falso nome! Difficoltà? Nessuna! Dico davvero, penso che sia stato davvero un caso fortuito, ma davvero si può dire che nessuno ci ha mai controllato nulla sia in Italia che ai confini con Austria, Germania, Danimarca e …Svezia. Né i nostri documenti, né i tamponi, né i documenti dei nostri animali.

Italia: ci accostiamo ad una pattuglia di polizia prima di entrare in autostrada per chiedere informazioni, eravamo in zona rossa, e ci dicono di stare tranquilli perché eravamo in transito per tornare a casa in Svezia, quindi niente controlli.

Austria: al confine la polizia ci fa segno di passare avanti e non ci fermano neanche per vedere se avevamo fatto il tampone (lo avevamo fatto a Trento Sud).

Germania: ci fermano al confine per controllo dei nostri documenti, non vogliono vedere quelli dei nostri animali né l'esito dei tamponi.

Danimarca: allo sbarco dalla nave proveniente dalla Germania non vediamo nessun blocco. Percorriamo la Danimarca e, alla fine del ponte di Oresund, la polizia danese ci fa segno di passare.

Svezia: posto di blocco all'ingresso, il poliziotto si mette a chiacchierare con nostro figlio alla guida del camper che gli mostra la patente svedese e gli dice che noi ci stiamo trasferendo dall'Italia per andare a vivere in Svezia, finalmente qualcuno che ci chiede se abbiamo fatto il tampone! Ma solo i nostri, quello di mio figlio e della sua compagna non lo vogliono vedere.

Diciamo che dobbiamo denunciare l'ingresso di cani e gatti e ci indica l'ufficio apposito. Citofoniamo e quelli della dogana ci chiedono i numeri dei passaporti senza neanche controllare nulla. Ci saremmo potuti portare anche uno Jeti in Svezia senza documenti e vaccini. 

Quali sono i principali operatori di telefonia mobile e che documenti servono a uno straniero per acquistare una carta sim?

L'operatore a cui noi ci siamo affidati è Telia. Ci sono anche la 3 e altre compagnie.
La carta SIM l'ho acquistata essendo in possesso del Personnummer che corrisponde al nostro codice fiscale. So per certo che per ottenere la scheda devi essere in possesso del Personnummer, ma se compri una prepagata non te lo chiedono.

Castello di Uppsala / Shutterstock.com

Come si ottiene il Personnummer?

L'ufficio preposto al rilascio del Personnumer, il corrispettivo del nostro codice fiscale, è lo Skatteverket, l'Agenzia delle entrate Svedesi. E' indispensabile richiederlo, perchè senza non puoi accedere a nessun servizio. 

Il modo per ottenerlo e i documenti da presentare variano secondo lo status del richiedente: studente, lavoratore (per compagnie svedesi o lavoratore italiano in trasferta, le pratiche sono gestite in modo diverso) e pensionato. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito dello Skatteverket ma… c'è un ma: la trafila dipende anche dal grado di flessibilità dell'impiegato di turno allo sportello.

In linea generale - se sei studente, lavoratore italiano in trasferta o pensionato - oltre ai documenti canonici che attestano la tua esistenza in Italia (carta d'identità, atto di nascita, residenza, attestato di frequenza all'università o attestato/cedolino di lavoro o cedolino della pensione) è necessario addurre documenti aggiuntivi. Un pensionato, ad esempio, deve dimostrare di possedere una certa somma di denaro nel conto corrente allegando una copia degli estratti conto degli ultimi sei mesi.

Lo studente deve presentare un'autocertificazione che attesti di disporre dei mezzi sufficienti per mantenersi, e il mod.S1 che viene rilasciato dalla ASP italiana di competenza. Questo documento è valido per un anno e attesta che lo Stato italiano si farà carico di rimborsare la Svezia delle eventuali spese sanitarie. Vale solo un anno perché vi è l'obbligo di iscrizione all'AIRE se vivi all'estero per più di 6 mesi. E qui casca l'asino: l'impiegato svedese non ti accetta la domanda se non hai il modello S1 in mano e l'impiegato dell'ASP non ti rilascia il mod. S1 se tu non sei già residente in Svezia, e quindi in possesso del Personnumber. A questo punto entri in una sorta di giro dantesco dove rischi di impazzire. La soluzione sta nel cercare di convincere l'impiegato italiano a rilasciarti il modulo S1 magari parlando con un suo superiore, inutile cercare di convincere l'impiegato svedese: è più facile trasformare l'acqua in oro!

L'iter per ottenere il PN è stato diverso per ciascuno di noi: i miei figli e mio marito l' hanno ottenuto senza il mod. S1, io con il mod. S1. Il primo dei nostri figli che si è trasferito qui in Svezia come studente universitario nel 2016 lo ha ottenuto in 10 giorni, il secondo che si è trasferito qui in cerca di lavoro nel 2018 (casistica non contemplata per lo Skatteverket) l'ha ottenuto dopo un mese dalla richiesta. Io e mio marito dopo 5 mesi.

Come vi piace trascorrere il tempo libero?

Tempo libero ne abbiamo tantissimo! A parte dedicarci al giardino e ai lavoretti in casa, vivendo a ridosso di una foresta ci divertiamo tramite app ad individuare i versi degli uccelli e a scoprire cosa sono. Facciamo tante passeggiate nei dintorni e ci rilassiamo.

Quali sono i piatti tipici della cucina svedese e quali sono i tuoi preferiti?

Piatti tipici…le polpette di Ikea! Hahaha scherzo. Ancora non so, adoro il salmone e l'aringa cucinate in qualsiasi modo, ma è presto per dirvi quali sono i piatti locali che preferiamo. 

Parli lo svedese e come lo hai imparato? Se ancora non lo conosci, che strumenti pensi di utilizzarlo per impararlo?

No, non parliamo lo svedese. Abbiamo scaricato una app per imparare le parole di uso quotidiano, almeno così quando andiamo al supermercato non guardiamo gli scaffali con facce da idioti.

A breve ci iscriveremo allo SFI per iniziare a studiare seriamente la lingua, come hanno fatto anche i nostri figli.

Quali sono le caratteristiche della Svezia che più ti affascinano?

Il paesaggio, il silenzio, la discrezione, la pulizia e l'ordine, la facilità di accesso ai servizi e la loro organizzazione sociale.

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intervista
Svezia
A proposito di

Faccio parte del team di Expat.com e sono la persona di riferimento per la comunità italiana. Ho una personalità comunicativa e proattiva, una vasta esperienza all'estero e competenze interculturali.

Commenti

  • trippons
    trippons3 anni fa(Modificado)

    Complimenti ragazzi ... anche noi pensiamo di andar via dall'Italia appena si sistemeranno i ragazzi ...Non sappiamo ancora dove ma ci stiamo pensando .